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Mir: "Non potevamo chiedere più del podio"

Il pilota della Suzuki è soddisfatto per il suo terzo podio stagionale, perché ritiene che le Yamaha oggi fossero imprendibili ad Assen. Ora l'obiettivo per la pausa estiva è lavorare per cercare di migliorare in qualifica, che rimane il tallone d'Achille suo e della GSX-RR.

Podio: terzo classificato Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Gold and Goose / Motorsport Images

Alla vigilia, molti indicavano Assen come una pista potenzialmente favorevole alla Suzuki ed effettivamente lo è stata, con Joan Mir che è riuscito a tornare sul podio. Le Yamaha erano davvero troppo forti sul tracciato olandese, ma dopo l'ennesima qualifica da quarta fila, il campione del mondo ha sfoderato una bella rimonta fino al terzo posto. Il massimo che si poteva ottenere secondo lui oggi.

"Sono molto soddisfatto per questo podio, perché non avremmo potuto chiedere molto di più. Abbiamo visto per tutto il weekend quanto fossero forti le Yamaha. In gara siamo stati vicini, ma non abbastanza da poter lottare con loro", ha detto Mir ai microfoni di Sky Sport MotoGP HD.

"Sono contento però, perché ho fatto una bella gara. Voglio ringraziare ancora una volta il team, perché abbiamo dato tutto quello che avevamo. Adesso dobbiamo lavorare durante le vacanze per cercare di fare una buona seconda parte di stagione", ha aggiunto.

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Con il GP d'Olanda è andata in archivio la prima parte della stagione e al maiorchino è stato chiesto quindi di dare un voto a se stesso ed alla Suzuki, ma Joan ha preferito non da giudizi.

"Non credo che sia giusto dare dei voti, perché a volte sono io che sbaglio ed altre invece è la moto a non essere al 100%. Ma sono anche tante le volte in cui la moto mi ha aiutato. Il team sta lavorando bene e alla fine questa è la cosa più importante".

L'obiettivo per la seconda parte della stagione è cercare di migliorare la GSX-RR in qualifica, perché questo sta diventando un problema cronico, che poi impone sempre delle rimonte importanti alla domenica.

 

"Non siamo ancora migliorati sul giro secco, dobbiamo fare di più. Dobbiamo cercare quello che serve a me per essere più forte in qualifica, perché credo che ci sia più potenziale ma che io non riesco a dare di più. Dobbiamo lavorare su quest'area, perché continuo a fare fatica, ma poi alla domenica sono sempre lì, quindi vuol dire che c'è potenziale".

Oggi ha parlato di Yamaha imprendibili, quindi ha provato a spiegare perché secondo lui in questo momento le M1 sono il punto di riferimento, almeno con Fabio Quartararo, che al giro di boa del campionato lo precede di 55 lunghezze nel Mondiale.

"Vedendole da dietro, mi sembra che le Yamaha girano molto bene e sfruttano bene il grip. La Suzuki invece è un po' più aggressiva, un po' più fisica perché si muove un po' di più, quindi dobbiamo lavorare per migliorare", ha concluso.

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Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
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