Mir: "L'unico ordine è evitare di fare cose stupide"
Il leader del Mondiale fa il punto in casa Suzuki a 3 gare dal termine del Mondiale ed esprime tutta la sua paura e la sua frustrazione sulla situazione sanitaria attuale.
Foto di: MotoGP
Joan Mir inizierà il terzultimo fine settimana del Mondiale 2020 di MotoGP con 14 punti di vantaggio nei confronti di Fabio Quatararo, primo avversario in classifica e 19 su Maverick Vinales.
Mir ha già chiarito nei giorni passati che il suo obiettivo sarà cercare di vincere almeno una gara nel corso di questa stagione, obiettivo che ancora deve raggiungere da quando ha iniziato a correre nella classe regina del Motomondiale.
La vittoria è un obiettivo, ma portare a casa il Mondiale sarebbe qualcosa di molto più grande. Sebbene Suzuki sia in una posizione invidiabile dal punto di vista del Mondiale Piloti, Mir ha sottolineato di non voler e di non aspettarsi aiuti dal compagno di squadra, almeno sino a quando Alex Rins sarà in lizza per il titolo in via matematica.
"Non c'è niente di cui discutere. Gli ordini di squadra che ci sono oggi sono sempre gli stessi: rispettarci ed evitare di fare stupidaggini, perché non possiamo permettercelo. Ma, oltre a questo, c'è da dire che Alex si sta ancora giocando il titolo".
"Non deve aiutarmi proprio per questo motivo. Evidentemente, qualora le cose dovessero cambiare e si dovesse trovare senza alcuna possibilità, le cose potrebbero cambiare perché vincere il titolo è molto importante".
Mir ha anche spiegato di aver vissuto molto male le ultime due settimane. La paura di contrarre il COVID lo ha reso particolarmente scrupoloso anche a casa sua, tanto da costringere la fidanzata a fare il tampone e non vedere nessuno per 2 settimane.
"A casa suiamo diventati molto più attenti. All'arrivo in Andorra la mia ragazza aveva già fatto il tampone e una volta arrivato a casa non ho avuto contatti con nessuno. E' una situazione opprimente, non sono riuscito a stare calmo. Quando sono tornato a casa è andata così".
La stessa situazione, però, si è ripresentata anche a Valencia: "Va detto che anche qui a Valencia la situazione è la medesima e non è il massimo dal punto di vista mentale".
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