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Mir: ecco il piano per sfuggire alle Ducati in gara

Al termine della prima gara della stagione Joan Mir ha perso il podio dopo essere stato sverniciato dalle Ducati sul rettilineo di arrivo, ma il team giapponese sta studiando una strategia per evitare che ciò si ripeta domenica.

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Nonostante abbia disputato i test invernali sullo stesso circuito di Losail dove si è già disputata la prima tappa del calendario, e dove domenica si correrà anche la seconda,  la Suzuki ha perso l'ultimo giorno di test a causa della tempesta di sabbia che ha lasciato la pista praticamente impraticabile.

La Casa giapponese ha fatto il suo debutto nel campionato del mondo con alcuni dubbi, che sono diventati sempre più evidenti man mano che le sessioni di prove libere sono andate avanti per poi essere confermati in qualifica, quando Mir è riuscito ad ottenere soltanto il decimo tempo alle spalle del suo compagno di squadra Alex Rins.

"Ero davvero incazzato; avrei distrutto tutto. Ma i miei genitori mi hanno sempre inculcato l'importanza dell'autocontrollo", ha detto il maiorchino visibilmente sollevato dopo aver finito quarto domenica, dopo aver perso il podio negli ultimi 300 metri quando la Ducati di Johann Zarco e Pecco Bagnaia lo hanno sverniciato in pieno rettilineo.

La soddisfazione di Mir era più che giustificata. Non tanto per il risultato finale, ma per come è riuscito ad arrivarci. Lo ha fatto a modo suo, con la formula su cui ha lavorato tanto nel 2019, l'anno del suo debutto in MotoGP, e che gli ha consentito di laurearsi campione l'anno scorso: l'analisi giro per giro del #36 mostra che è stato il più costante di tutta la griglia, con tutti i giri, tranne l'ultimo, realizzati sul passo dell’1’5’’.

Una costanza che nemmeno il vincitore, Maverick Viñales, è stato in grado di mantenere, anche se nel suo caso probabilmente si è lasciato andare un po' alla fine, dato il vantaggio di più di 1,7 secondi che aveva a suo favore.

Mir ha tagliato il traguardo al primo giro in decima posizione, 2,3 secondi dietro Pecco Bagnaia, il primo leader della gara. E 21 giri più tardi è transitato sotto la bandiera a scacchi in quarta piazza con un gap di 1,4 secondi da Viñales. In quei 21 giri il pilota della Suzuki non solo ha ridotto il distacco dalla testa del gruppo di nove decimi di secondo, ma ha anche superato sei rivali.

Mir ha iniziato l'ultimo giro al secondo posto, ma un piccolo errore nella curva prima del rettilineo d'arrivo lo ha lasciato in balia della potenza della Ducati.

Secondo lo spagnolo la squadra è riuscita ad apportare alcune modifiche alla GSX-RR che gli hanno restituito il buon feeling che aveva nel 2020, e infatti la gara è stata una copia carbone di alcune delle sue migliori performance dell'anno scorso. L'unica nota dolente è stata l’aver soltanto sfiorato podio a causa della tremenda differenza di velocità massima tra la sua Suzuki e la Ducati di Zarco e Bagnaia.

Nel tentativo di evitare che ciò si ripeta, i tecnici del costruttore di Hamamatsu stanno lavorando da giorni a un piano per far sì che i loro piloti raggiungano gli ultimi metri di gara con un po' più di margine, con una distanza sufficiente per evitare di essere in balia dell'enorme velocità della Desmosedici, che nelle prove libere ha stabilito un nuovo record assoluto (Johann Zarco, a 362,4 chilometri orari).

Poiché è impossibile competere con la potenza dei prototipi di Borgo Panigale, la strategia si basa su due punti.

Il primo è molto ovvio. "Dobbiamo migliorare i tempi per piazzarci più avanti sulla griglia, ed è qualcosa su cui ci stiamo concentrando da mesi ormai. Per questa stagione vogliamo che Joan inizi regolarmente dalla seconda fila," ha spiegato Claudio Rainato, ingegnere dei dati di Mir, a Motorsport.com. 

"E poi stiamo cercando di essere un filo più aggressivi con le gomme, perché penso che ci sia ancora un po' di margine", ha aggiunto Frankie Carchedi, responsabile tecnico di Mir. "Questa è stata la chiave della gara di domenica e ci siamo concentrati molto su questo durante i test pre-stagionali", ha continuato Carchedi.

Il pilota di Palma sarebbe stato in grado di arrivare a quell'ultimo giro con un po' più di vantaggio su Zarco e Bagnaia senza distruggere le gomme? Rainato, una delle persone che ha avuto la maggiore influenza nell'ammorbidire lo stile di guida del pilota, ha dichiarato: "Il limite delle gomme non era molto chiaro, e se avessimo fatto un azzardo poteva andare male, come è successo a qualcuno”.

Carchedi, da parte sua, vuole puntare proprio su questo aspetto domenica prossima. "Abbiamo questa informazione ora che abbiamo completato i 22 giri di gara. Se avesse spinto di più sarebbe stato in pericolo. Ma sì, penso che avrebbe potuto forzare un po' di più", ha detto l'ingegnere.

Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
Joan Mir, Team Suzuki MotoGP
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