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Miller: "Ducati in Australia è sinonimo di grandezza, correrci è un privilegio"

"Jackass" ricorda le grandi imprese in Rosso di Stoner, Bayliss e Corser e ammette che mettono anche un po' di pressione. Lui però vuole tenere i piedi ben piantati per terra per la sua prima stagione con l'Alma Pramac Racing.

Jack Miller, Pramac Racing

Jack Miller, Pramac Racing

Pramac Racing

Jack Miller e Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Claudio Domenicali, Danilo Petrucci, Paolo Campinoti, Jack Miller, Paolo Ciabatti, Gigi Dall'Igna, Francesco Guidotti e Luigi Scavone
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing
Jack Miller, Pramac Racing, Gigi Dall'Igna e Danilo Petrucci, Pramac Racing
Danilo Petrucci, Jack Miller, Pramac Racing
Pramac Racing Ducati
Foto di gruppo
Jack Miller, Pramac Racing
Jack Miller, Pramac Racing
Pramac Racing Ducati
Jack Miller, Danilo Petrucci, Pramac Racing

Jack Miller è il volto nuovo dell'Alma Pramac Racing per la stagione 2018 della MotoGP. La Ducati ha deciso di puntare sul talento del pilota australiano, appoggiandolo alla sua squadra satellite su una Desmosedici GP17 con cui ha instaurato subito un buon feeling e con cui spera di vivere una buona stagione.

Anche perché Ducati in Australia è sinonimo di vittoria, visti i precedenti di Casey Stoner, Troy Bayliss e Troy Corser. Ecco cosa ci ha raccontato "Jackass" subito dopo la presentazione del team, avvenuta lunedì alla Lamborghini.

Ti senti pronto per la nuova stagione?
"Spero di sì, le sensazioni al momento sono buone. I test sono andati bene con la nuova moto: mi sono divertito da subito e poi mi sono trovato sempre più a mio agio. Inoltre sono diventato sempre più veloce e costante e sono molto contento per questo".

Qual è il punto di forza della Ducati?
"Per me è la costanza. Fare un giro 'con gli occhi chiusi' non è difficile con la Honda, ma con la Ducati mi sento più costante, perché riesco a stare vicino al mio tempo migliore per più giri e senza prendermi troppi rischi".

Quanto è grande il divario di potenza tra Ducati ed Honda secondo te?
"L'anno scorso era abbastanza grande, ma credo che la Honda quest'anno abbia sviluppato bene la moto per avere più velocità di punta. Stanno ancora lavorando con l'elettronica per cercare di gestire la potenza, ma sembra che siano più vicini da questo punto di vista".

Quest'anno sembrate tutti molto vicini, cosa ne pensi?
"Sicuramente quest'anno ci potrebbero essere molto vincitori diversi e credo che alcune circostanze particolari o le condizioni della gara possano giocare un ruolo importante. Ma al momento è vero che ci sono tanti piloti molto vicini tra loro, quindi potrebbe esserci una grande lotta in pista, anche per il Mondiale, perché tutti dovranno prendersi molti rischi. Penso quindi che il titolo andrà a chi riuscirà ad essere molto costante".

E' diverso lavorare con il Pramac Racing?
"La moto è diversa e c'è un'organizzazione diversa rispetto alla Marc VDS, ma mi piace il modo in cui si lavora nel box. Il capo meccanico e gli altri ragazzi lavorano molto bene insieme, non c'è confusione. C'è davvero tanta armonia all'interno del box".

La Ducati è una moto iconica per gli italiani. Per un australiano è particolare guidarla?
"Anche per me è un grande privilegio guidare per la Ducati, perché gli australiani hanno una tradizione vincente. Basta pensare a cosa hanno fatto Stoner, Bayliss e Corser, vincendo dei titoli mondiali con questa moto. La combinazione tra Ducati ed i piloti australiani ha sempre funzionato in passato. In Australia la parola Ducati è sinonimo di grandezza: questo mette un po' di pressione, ma mi piace molto questa cosa".

Ora tocca a te provare a proseguire questa striscia vincente...
"Spero di riuscire a farlo in futuro, ma per il momento è meglio mantenere la calma".

Nel frattempo ti sei posto un obiettivo per il 2018?
"E' difficile dirlo con certezza in questo momento. Sicuramente mi piacerebbe provare a finire tutte le gare, stando il più possibile vicino ai migliori".

Magari c'è anche la speranza di convincere la Ducati a darti una moto ufficiale nel 2019?
"Certo, tutti vorrebbero avere una moto factory, ma prima devo dimostrare in pista di meritarmi questa opportunità".

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