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Michelin, Taramasso: "2019 positivo, abbiamo fatto 23 record"

Il responsabile dell'azienda francese ha tracciato un bilancio positivo del lavoro svolto nel 2019 in MotoGP, con 23 record, 7 dei quali sulla distanza di gara.

Piero Taramasso, Michelin

Foto di: Michelin Sport

Il 2019 volge ormai al termine e per tutti è tempo di bilanci. Ed è positivo quello della Michelin per quanto riguarda la stagione di MotoGP. Grazie anche ad una nuova tecnologia di realizzazione delle mescole, gli pneumatici francesi hanno garantito delle ottime prestazioni, con ben 23 record stagionali, riuscendo anche a spazzare via le critiche del 2018 legate al fatto che i piloti non potevano attaccare dall'inizio alla fine delle gare, come invece hanno potuto fare regolarmente nel 2019.

Il responsabile tecnico Piero Taramasso, infatti, non ha nascosto la sua soddisfazione per i progressi ottenuti quest'anno: "Quella 2019 è stata una stagione positiva per Michelin. La novità di quest'anno è che l'80% delle mescole posteriori erano realizzate con una nuova tecnologia. L'obiettivo era quello di garantire una maggior costanza, ma offrire anche un grip migliore" ha detto Taramasso a Motorsport.com.

"Alla fine i tempi sul giro hanno parlato, perché abbiamo fatto 23 record nel corso dell'intera stagione, 7 dei quali relativi alla distanza di gara. Questo è il dato che conferma che le gomme sono più veloci giro per giro e non solo sulla prestazione pura. La cosa più importante è che alla fine dell'anno tutti i piloti erano contenti. Fossero quelli della Ducati, della Honda o della Suzuki, ci hanno detto di essere soddisfatti del lavoro che abbiamo fatto e delle performance garantite dalle gomme 2019" ha aggiunto.

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Tra questi 23 record, ci sono anche quelli ottenuti in Thailandia ed in Austria, dove i piloti hanno avuto a disposizione un'evoluzione della carcassa specifica per i tracciati di Buriram e del Red Bull Ring.

"Un'altra novità del 2019 è stata la costruzione posteriore che abbiamo introdotto per le gare in Thailandia ed in Austria. Si tratta di una carcassa pensata per mantenere sotto controllo la temperatura. Sono piste con lunghi rettilinei, sulle quali la moto sta tanto in accelerazione e dritta, innalzando molto la temperatura del posteriore".

"Questa carcassa era un pochino più morbida rispetto a quella che utilizzavamo in precedenza, quindi offriva anche un maggior schiacciamento ed un filino di grip in più, risultando quindi più semplice da sfruttare per i piloti".

L'essere riusciti a trovare un buon compromesso tra prestazioni sul giro e costanza è probabilmente il fiore all'occhiello di questa annata, anche perché di fatto è stato il passo che ha permesso di centrare 7 record sulla distanza di gara, in certe occasioni in maniera abbastanza ampia.

"Nel 2018 spesso si lamentavano di dover gestire e non poter attaccare da subito. Da questo punto di vista invece questa stagione è andata molto meglio. Abbiamo visto tante gare in cui le gomme alla fine erano ancora in ottimo stato, nonostante i tempi fossero stati interessanti per tutta la gara".

Un altro dato poi è molto incoraggiante: c'è stato il numero di cadute più basse dal 2016 ad oggi, ovvero da quando la Michelin è tornata ad essere il fornitore ufficiale della classe regina.

"Le cadute sono state molte meno. Diciamo che adesso anche i piloti interpretano meglio le gomme, perché le conoscono meglio. Inoltre i setting sono ottimizzati per i nostri pneumatici. Comunque anche noi abbiamo sempre cercato di fare dei cambiamenti che ci permettessero di andare in quella direzione".

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