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Marquez se la ride: "Gara lunga, ho fatto troppi giri da solo"

Il pilota della Honda ha dominato ancora una volta ad Austin, portando avanti la sua striscia di successi a due vittorie, ma ha assicurato di aver spinto dall'inizio alla fine per riuscirci.

Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team

Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team

Andando avanti di questo passo, le agenzie di scommesse non permetteranno più di puntare su Marc Marquez quando la MotoGP farà tappa ad Austin: il suo ruolino è di sei pole position (ieri è stato arretrato in griglia però per aver ostacolato Maverick Vinales) e di sei vittorie in altrettante edizioni del GP delle Americhe ed oggi si è reso protagonista di un vero e proprio monologo.

Al punto che viene quasi da sorridere sentendogli dire ai microfoni di Sky Sport MotoGP HD che ha spinto dall'inizio alla fine: "Onestamente ho spinto questo weekend, infatti sono anche caduto due volte. Sono stato sempre molto concentrato, perché volevo fare una gara perfetta. Non penso di aver mai fatto una gara così, spingendo dal primo giro all'ultimo, da quando corro in MotoGP. Oggi ci voleva, mi sentivo bene e il set-up della moto mi ha aiutato molto".

Poi però il pilota della Honda si è sciolto e si è lasciato anche scappare una battuta sulla sua fuga solitaria: "All'inizio ero al massimo, poi ho calato un pochino il ritmo, perché non era facile anche la gestione delle gomme. Ieri poi ero influenzato e anche oggi non ero ancora al 100%, però ho fatto una bella gara. Forse l'unica cosa che non mi è piaciuta è che ho fatto troppi giri da solo, quindi così è stata molto lunga (ride)".

Quando poi gli è stato chiesto quale sia il suo punto di forza su questa pista, ha spiegato: "Nei cambi di direzione penso che la Yamaha sia più agile di noi, ma quando ci sono dei tornatini stretti e magari a sinistra, sono i miei punti forti. Anche guardando la telemetria di Crutchlow e di Pedrosa, sono le curve a sinistra quelle in cui riesco a fare la differenza".

Quello che ormai non stupisce più è la sua grande forza mentale, perché oggi ha fatto una gara perfetta dopo le polemiche dell'Argentina e di ieri: "Quello che è successo in Argentina, ovviamente, sono umano e lo sento. Nei due giorni successivi ad una gara cerco sempre di capire cosa ho fatto male e cosa ho fatto bene, poi inizio subito a pensare alla gara successiva. Ma solitamente sotto pressione riesco a lavorare meglio".

Qui in Texas sono mancati un po' all'appello Andrea Dovizioso e la Ducati, che però continuano a comandare la classifica iridata, quindi non vanno assolutamente sottovalutati: "La Ducati mi fa sempre la stessa paura. L'anno scorso era più indietro quando siamo partiti da Austin. Sapevamo che Dovizioso avrebbe fatto fatica qui ed in Argentina, ma sappiamo anche che in Europa sarà di nuovo molto forte. Non è andato molto forte, ma alla fine è lui in testa al campionato".

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