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MotoGP GP del Giappone

Marquez in Ducati: un bene o un autogol per la MotoGP?

Gli indizi dell'ultimo weekend sembrano portare verso un passaggio dell'otto volte campione del mondo sulla Ducati del Gresini Racing nel 2024. Un passo che dovrebbe riportarlo a lottare per il titolo dopo gli ultimi anni difficili in Honda, ma viene da domandarsi: non avrebbe avuto più appeal vederlo sfidare le Desmosedici GP su una KTM invece che entrare a far parte dell'armata Rossa?

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Anche se la cosa non ha ancora crismi dell'ufficialità, ormai sembrano essere rimasti pochi dubbi sul fatto che il termine della stagione 2023 sancirà anche la fine di una relazione storica per la MotoGP, quella tra Marc Marquez e la Honda, fruttata ben sei titoli iridati in sette anni tra il 2013 ed il 2019.

Dopo il terzo posto in Giappone, l'otto volte campione del mondo ha lasciato ancora uno spiraglio aperto, ma sono state le parole di Gigi Dall'Igna, direttore generale di Ducati Corse, che hanno dato la sensazione che il suo passaggio sulla Desmosedici GP del Gresini Racing nel 2024 sia una cosa praticamente fatta.

"Ha deciso di lasciare una Honda per salire su una Ducati non ufficiale, questo dice quanto voglia fortemente la nostra moto", ha detto l'ingegnere veneto in riferimento al fatto che nella squadra faentina disporrebbe di una GP23, quindi non della moto factory che avranno a disposizione i due piloti ufficiali, Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini, oltre ai due del Pramac Racing, Jorge Martin e Franco Morbidelli.

Quando si è accorto di aver detto probabilmente troppo, Dall'Igna ha provato a fare retromarcia, parlando di un qualcosa che deve essere ancora deciso, concretizzato ed ufficializzato, ma la sensazione è che ora sia veramente questione di giorni prima che venga messo tutto nero su bianco. Anche perché, come vi abbiamo anticipato alcuni giorni fa, la Honda non ha intenzione di ostacolare l'eventuale addio di un pilota che le ha dato tantissimo nell'ultimo decennio.

E un campionissimo come il #93 tornerebbe ad essere uno dei chiari candidati al titolo con una Ducati, la moto di riferimento dello schieramento. Perché se è vero che non avrebbe a disposizione un pacchetto ufficiale, lo è anche che negli ultimi due anni c'è chi ha dimostrato che la moto "vecchia" di Borgo Panigale basta e avanza per lottare al vertice: sono un esempio lampante Enea Bastianini e Marco Bezzecchi, che ad oggi hanno sommato 7 successi in meno di due anni.

Ormai da tempo diciamo che la MotoGP ha bisogno di riportare al vertice due campioni del calibro di Marquez e di Fabio Quartararo, che purtroppo si sono dispersi nella crisi dei marchi giapponesi. Ma siamo sicuri che riportarvi il pilota di Cervera in sella ad una Rossa faccia il bene della MotoGP?

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La Ducati dispone già della moto migliore e spesso e volentieri sta monopolizzando le prime tre posizioni con Bagnaia, Martin e Bezzecchi nella seconda parte della stagione. E' chiaro che l'arrivo di una leggenda come Marquez non farebbe che aumentare il potenziale di fuoco dell'armata di Borgo Panigale, che l'anno prossimo spera di poter contare anche su un Bastianini rinvigorito ed anche su un Morbidelli che vuole riscattare gli anni bui in Yamaha per provare a tornare quello che è stato vice-campione del mondo nel 2020.

Il rischio concreto, dunque, è che la classe regina si possa davvero trasformare in un vero e proprio monomarca Ducati, con gli altri a fare solo da spettatori. Viene quindi da domarsi se non sarebbe stato meglio assecondare il primo scenario di uscita di Marc dalla Honda, quello che lo avrebbe portato ad approdare in KTM, che invece è stato osteggiato fin da subito dagli organizzatori del Mondiale.

Quando prima dell'estate aveva preso forma questo scenario si temeva il rischio che la potesse far affondare la Honda più di quanto non stesse già facendo e forse la Dorna temeva anche un possibile disimpegno della Casa giapponese, probabilmente quella con più storia nel Mondiale. Per questo non ha voluto concedere le due moto in più che il gruppo austriaco chiedeva, proprio con l'intento di rubare Marc ai rivali nipponici ed affiancargli l'astro nascente Pedro Acosta.

Mentre questa possibilità sfumava, il rapporto tra il pilota spagnolo e la Honda però ha finito per deteriorarsi sempre di più e per lui ha iniziato ad aprirsi questa possibilità di salire su una moto vincente, per di più senza la responsabilità di dover condurre lo sviluppo ed andando ad affiancare suo fratello Alex in una squadra di cui sicuramente gli avrà parlato molto bene. Dunque, pensando solo al bene di Marc Marquez, senza le pressioni di un marchio da portare in alto.

Tra le altre cose, se dovesse aver ragione Cal Crutchlow, che nel weekend si è detto convinto che con Marc su una Desmosedici GP gli altri potrebbero anche stare a casa, si rischierebbe anche di andare a "demolire" la nuova generazione di piloti della MotoGP, proprio nel momento in cui stanno iniziando a prendere popolarità e quando sembra essersi finalmente assorbito il "lutto" per l'addio di Valentino Rossi.

E' chiaro che con il senno di poi è facile dirlo, ma probabilmente avrebbe avuto molto più appeal vedere un Marquez su una KTM, una moto in ascesa, con il compito di andare a sfidare l'armata Ducati invece che vederlo passare a sua volta a difendere il fortino Rosso. Per ora sono solo congetture, ma il tempo ci darà le risposte, anche quelle definitive su dove correrà Marc l'anno prossimo...

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Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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