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Marquez: "Ho lasciato andare Miller, 20 punti vanno benissimo"

Il pilota della Honda ha spiegato che dopo aver visto Valentino a terra ha capito che l'unica cosa da non fare era commettere a sua volta un errore. Per lui il secondo posto di Assen vale come una vittoria, perché ora è in fuga iridata.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Scott Redding, Pramac Racing
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda
Jack Miller, Marc VDS Racing Honda e Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team

Il secondo posto di Assen vale quasi come una vittoria per Marc Marquez. Con Valentino Rossi finito ruote all'aria poco dopo la ripartenza, proprio quando si trovava al comando, e Jorge Lorenzo solo decimo dopo una gara da dimenticare, il pilota della Honda ha preso il largo in classifica con 24 punti sul maiorchino e 42 sul pesarese.

In un GP d'Olanda caratterizzato da un vero e proprio nubifragio, con tanto di bandiera rossa a 12 giri dalla fine, la parola d'ordine era non commettere errori. E tra i big "El Cabronsito" è stato il più bravo a non farne, quindi si è potuto anche permettere il lusso di lasciar involare Jack Miller verso la sua prima vittoria nella classe regina, badando a portare a casa 20 punti molto pesanti.

"Il team ieri mi aveva detto 40 volte: se è una gara bagnata, pensa solo a finirla. Oggi era una gara in cui si poteva guadagnare o perdere tanti punti. Io sono primo in campionato e la mia idea era di finire la gara, anche quinto o sesto, ma senza perdere tanti punti. Nella seconda gara il feeling era migliore, anche se in ogni caso Valentino mi sembrava più veloce. Quando ho visto che è caduto e che dietro di me c'era Miller, ho capito che dovevo lasciarlo andare avanti perché per me 20 punti andavano benissimo" ha detto ai microfoni di Sky Sport MotoGP HD.

Dopo la ripartenza comunque ha dato la sensazione di faticare meno e Marc ha spiegato che è stata soprattutto una questione di gomme: "Nella prima gara abbiamo fatto un errore, perché abbiamo scelto la gomma dura dietro come tanti, ma io non l'avevo mai provata e con il mio stile di guida, che faccio sempre un po' scivolare la moto, non andava proprio. Nella seconda invece sono partito con la morbida, che avevamo già provato anche ieri. Mi sentivo meglio, ma non il più veloce in pista. Comunque non volevo prendermi troppi rischi e quando ho visto che Valentino e Dovizioso erano caduti, ho capito che sarebbe bastato finire la gara oggi".

Su una cosa però è certo, interrompere la gara è stata la scelta giusta: "Praticamente non si poteva più guidare: non si vedeva niente, andavamo avanti solo perché sappiamo dov'era la pista. C'era davvero tanta aquaplaning e anche sul rettilineo, in sesta, bisognava andare con il gas a metà. Penso che interrompere la gara sia stata la scelta giusta, perché era molto pericoloso".

Nonostante il terzo zero stagionale ed i 42 punti di ritardo, Marc continua a considerare Rossi un avversario molto accreditato: "Valentino ha perso tanti punti, ma lo vedo molto forte quest'anno. L'anno scorso non era così veloce, ma riusciva ad essere più regolare. In questa stagione è più veloce, ma la fortuna non è stata dalla sua parte, perché ha già perso tanti punti. Comunque credo che per il campionato bisognerà lottare sia con lui che con Jorge".

Le cose ora sembrano essersi messe molto bene per lui, ma la RC213V è ancora lontana dall'essere la moto dei suoi sogni: "Dobbiamo lavorare ancora tantissimo per avere la moto che vuole Marc Marquez. Continuamo a perdere tantissimo in accelerazione, specialmente sull'asciutto. Il limite è che scivola la gomma dietro, quindi sul bagnato la differenza si nota meno, perché scivolano tutti".

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