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Marquez: “Cerco la pioggia come i piloti in difficoltà”

Marc Marquez, che nella gara di Le Mans chiuderà la seconda fila della griglia di partenza, preferirebbe correre sul bagnato per minimizzare la mancanza di preparazione fisica che ancora si porta dietro.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Con due gran premi disputati dopo il suo rientro, Marc Marquez sta recuperando pian piano la sua forma fisica, per quanto la poca intensità che mette nella preparazione fisica su consiglio dei medici gli impedisce ancora di guidare come vorrebbe.

Sia in Portogallo che a Jerez, il pilota Honda ha pianificato due gare con una strategia basata sul dosare le forze per arrivare agli ultimi giri non stremato. Questo piano è lo stesso che userà a Le Mans nel caso la gara si disputasse sull’asciutto. Questa opzione però sembra poco probabile, viste le previsioni meteo.

Dal suo debutto in MotoGP nel 2013, questa è la prima volta che sentiamo Marquez invocare la pioggia, perché si trova in una posizione per cui aumenterebbero le possibilità di lasciare la Francia con un buon risultato, magari anche un podio.

 

“Sull’asciutto il podio è impossibile al 95%. Se corriamo sotto l’acqua le possibilità aumentato, sia per fare zero sia per fare podio”, ha dichiarato Marquez, che nella terza sessione di prove libere è stato il più veloce, tornando davanti a tutti 300 giorni dopo l’ultima volta in cui ha comandato una sessione. È stato infatti il warmup del Gran Premio di Spagna del 2020, poco prima che iniziasse il suo calvario.

“Sull’acqua mi sento bene, sono come quei piloti che non stanno in forma, quelli del gruppo di dietro che cercano di pescare qualcosa nella pioggia. Sull’asciutto so dove posso arrivare, intorno alla quinta, sesta o settima posizione”.

Dopo l’ultima visita medica, i chirurghi che lo hanno operato lo scorso inverno lo hanno autorizzato ad intensificare un po’ il proprio allenamento e anche a salire in moto tra un gran premio e l’altro, ma un solo giorno. Questo dovrebbe permettergli di accelerare un po’ il recupero del tono che ha perso, soprattutto su braccio e spalla destri, che tanto lo condizionano in pista.

“È difficile dira quando sarò al 100% fisicamente. In palestra, alcuni muscoli li ho all’80%, altri al 50%. Soffro maggiormente sulla parte posteriore della spalla. Due inverni fa mi sono operato lì e quell’infortunio non è ancora del tutto recuperato, perché c’è stato un po’ di danno nel nervo – ha rivelato lo spagnolo che, fedele ai suoi principi, cerca un modo per equilibrare il deficit rispetto al lato sinistro – provo a guadagnare tempo nelle curve a sinistra, per questo rischio di più e sono caduto a Jerez”.

Un altro dei sintomi che dimostrano che il pilota HRC ancora ha molta strada da fare prima di arrivare alla sua migliore versione è la poca voglia di fare un cambio di moto in una eventuale gara flag-to-flag, che invece è una delle sue specialità di sempre: “In questo momento non mi va, perché quando la moto mi fa qualcosa di strano, un movimento brusco, sento che ancora non la controllo al 100% e non mi sento totalmente sicuro”.

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