Marquez ammette: "Tornare a Jerez è stato un errore"
Per la prima volta, il pilota della Honda ha ammesso che il tentativo di rientro lampo è stato ciò che ha portato alla rottura della prima placca inserita sull'omero. Ma ha anche aggiunto di essere stato mal consigliato dai medici, che gli avevano garantito che non c'erano rischi. Di questo, ma anche dei protagonisti del Mondiale, ha parlato in una lunga intervista rilasciata a DAZN.

Un paio di giorni fa, Marc Marquez si è sottoposto ad un terzo intervento chirurgico, per cercare di risolvere una volta per tutte l'infortunio all'omero destro che lo tiene lontano dalla sua Honda dalla prima gara dell'anno, a Jerez de la Frontera.
L'otto volte campione del mondo ha anche concesso una lunga intervista a DAZN e per la prima volta ha ammesso che provare a tornare in sella a pochi giorni dalla prima operazione è stato l'errore fatale che ha complicato il suo recupero.
La rottura della placca, infatti, ha imposto un secondo intervento chirurgico, che gli ha poi impedito di tornare a correre prima della fine del campionato. E anche su questo punto, Marc ha chiarito che a portare alla rottura è stato proprio lo sforzo fatto in pista nel sabato del Gran Premio di Andalusia. Tuttavia, ha anche aggiunto una cosa importante: che se ha sbagliato è stato perché nessuno dei medici gli ha detto chiaramente quanto sarebbe stato pericoloso.
"Quest'anno mi ha insegnato molte cose. La prima è che il tentantivo di tornare dopo l'infortunio è stato precipitoso. Ho rotto la placca in casa, aprendo una porta scorrevole per uscire in giardino. Ma la placca non si è rotta lì, ma come conseguenza dello stress che si è creato a Jerez. Cercare di tornare a Jerez è stato un errore" ha detto Marc.
"Cosa ho imparato? Che noi piloti abbiamo una virtù ed un difetto, cioè che non vediamo la paura, quindi devono farcela vedere. Dopo la prima operazione, la domanda di ogni pilota è: quando posso tornare in moto? Ed è il medico che deve saper frenare, che deve essere realistico".
"Sono andato a Jerez con la sicurezza che la placca avrebbe retto, perché mi avevano detto così. Sono coraggioso, ma non sono incosciente. Se mi avessero detto che la placca poteva rompersi, non sarei salito su una moto a 300 km/h" ha aggiunto.
Riguardo al suo ritorno, ha chiarito che questa volta non ci saranno tentativi avventati: risalirà sulla sua RC213V solamente quando sarà pronto a tornare a guidare come sempre, aggiungendo anche di aver perso molto tono muscolare negli ultimi mesi.
"Quando torno devo essere al 100% e il mio fisico deve essere pronto a correre gli stessi rischi di sempre, perché questo è il mio DNA. Questo è ciò che mi ha portato dove sono. Peso solo 61 kg, quando normalmente ne peso 65. Ho perso tutti i muscoli".
Mir campione meritatamente, Pol uomo giusto per Honda

Il Campione del Mondo Joan Mir, Team Suzuki MotoGP con il suo trofeo
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Da spettatore esterno, Marc ha giudicato anche la stagione dei principali protagonisti di questo 2020. Ovviamente è partito dal campione del mondo Joan Mir, sottolineando la sua grande costanza. Ora però viene il bello, perché nel 2021 dovrà difendere la corona e tra quelli che proveranno a portargliela via vuole esserci anche lui.
"E' stato il più costante, si merita di essere campione del mondo. In una stagione in cui la regolarità era la chiave, Mir ha finito per conquistare il Mondiale senza fare nulla di incredibile. Raggiungere questo obiettivo al secondo anno in MotoGP ha grande valore però".
"L'anno prossimo, Mir dovrà difendere la corona. Indipendentemente da chi ci sarà in pista, l'anno prossimo Mir dovrà lottare per il titolo. Le moto saranno le stesse, perché non ci saranno cambiamenti regolamentari. Lotterà per il Mondiale perché ha talento, ma io cercherò di torgliergli il titolo".
Il prossimo anno troverà anche un nuovo compagno di box, perché dalla KTM arriverà Pol Espargaro. Una decisione da parte della HRC che è stata molto dibattuta nel corso dell'anno, ma che secondo Marquez è stata corretta. Il suo dubbio semmai è che non possa essere Pol ad aver avuto dei ripensamenti, vista la grande crescita della RC16.
"Voglio che Pol provi la Honda, perché ha datto grandi gare con la KTM, quindi con la Honda, che è una moto vincente, deve salire regolarmente sul podio. L'arrivo di Pol è positivo, perché Honda cercava un pilota che fosse capace di stare regolarmente nella top 6, che lottasse per il podio e, perché no, per il titolo. E' un buon passo per la Honda, per Pol non lo so più. Vedendo come sta andando la KTM, immagino che si stia domandando perché non è rimasto".
Riguardo al fratello Alex, è contento per la crescita che è riuscito a trovare nella parte conclusiva della stagione, con i podi conquistati a Le Mans ed Aragon, perché crede che ormai abbia superato lo scoglio più importante.
"Sono molto felice per lui. Ho sofferto molto all'inizio della stagione, perché lui ha sofferto. La Honda è una moto difficile. Poi all'improvviso è riuscito a risollevarsi. E se in MotoGP si prende l'inerzia positiva, è difficile perderla".
Quartararo poco abituato a vincere, Dovizioso tornerà davvero?

Fabio Quartararo, Petronas Yamaha SRT
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Il grande sconfitto del 2020 è stato Fabio Quartararo, partito con due vittorie consecutive a Jerez e poi solamente ottavo alla fine del Mondiale. Secondo Marquez sul francese della Yamaha Petronas ha pesato il fatto di non essere abituato a lottare per il titolo fin dalle categorie minori.
"Quest'anno le cose non sono andate come previsto. Ma Quartararo non ha mai combattuto per il Mondiale in nessuna categoria. E lo ha dovuto fare in MotoGP, dove, se si hanno dei dubbi, si finisce indietro molto più velocemente che in qualsiasi altra categoria".
"Ecco perché ho sempre preferito essere campione del mondo di una categoria prima di fare il salto in quella successiva. Bisogna abituarsi a vincere, farlo in MotoGP è molto più difficile, perché la pressione si sente molto di più".
Infine, non ha nascosto la sua sorpresa per la decisione di Andrea Dovizioso di prendersi un anno sabbatico dalla MotoGP: "E' sorprendente. Dice che vuole tornare nel 2022, ma non è facile farlo senza aver guidato per un anno, senza aver fatto almeno il collaudatore".
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