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Marquez: "Niente test, a metà marzo il controllo decisivo"

Il pilota della Honda ha rivelato che certamente salterà i test pre-campionato e che se la visita di controllo di metà marzo avrà esito positivo, potrà finalmente iniziare a stilare un programma di recupero. La sua speranza è di fare in tempo per essere al via alla prima gara in Qatar, anche se non sarà facile.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Repsol Media

L'unica certezza per il momento è che Marc Marquez non prenderà parte ai test in Qatar. L'ultimo controllo con i medici che lo hanno operato per la terza volta a Madrid è andato bene, perché l'osso sta iniziando a consolidarsi, ma i tempi sono troppo stretti per pensare di rivederlo in sella alla sua RC213V nei cinque giorni di prove collettive che si disputeranno sul tracciato di Losail (6-7 marzo e poi 10-12 marzo).

Se durante la presentazione della Honda Repsol di stamattina non era stato così diretto, il pilota di Cervera ha fatto chiarezza nell'incontro virtuale avuto con i media subito dopo. Le tempistiche saranno più chiare alla metà del mese prossimo, quando l'otto volte campione del mondo si sottoporrà ad una nuova visita di controllo e in base all'esito di quella potrà stabilire una tabella di marcia per il rientro, che spera ancora possa avvenire per la prima gara in Qatar.

Realisticamente, la sensazione però è che ci possa volere anche qualcosina in più, perché Marc non ha ancora avuto modo di ricominciare ad allenarsi in moto e per il momento sul braccio destro può forzare molto poco. Una volta rientrato, il target primario sarà tornare a divertirsi senza pensare troppo ai risultati. Solo in questo modo pensa di poter tornare il Marquez che conosciamo tutti, anche se non è chiaro quanto tempo ci vorrà.

"Due settimane fa l'obiettivo era andare ai test in Qatar, ma quando sono andato all'ultimo controllo il medico ha detto di no, che non avrei fatto in tempo. Ma ad essere onesti, se oggi mi dicono che sto bene, domani non posso salire su una moto", ha spiegato Marquez. "A metà marzo ho un'altra valutazione e poi vedremo se potrò essere pronto per la prima gara in Qatar. Fino ad allora dobbiamo aspettare e poi iniziare un recupero più intenso, cercando di capire se ci potranno essere complicazioni. Se non ce la dovessi fare, l'obiettivo sarà la seconda gara in Qatar. Se non sarà quella, penseremo a Portimao".

La speranza di essere alla prima gara in Qatar quindi c'è ancora?
"Non posso dare scadenze, il controllo di metà febbraio è stato molto buono. Il consolidamento dell'osso sta andando molto bene e questa è la priorità. Ci sono muscoli su cui non lavoro da luglio, soprattutto nella spalla, ma sono sempre ottimista. La mia speranza è sempre di tornare in Qatar, ma se non c'è l'ok nel prossimo controllo, non potrò andare. Nella prossima visita, a metà marzo, vedremo come sta l'osso e pianificheremo il programma. Non appena il medico mi darà l'ok, dovrò pianificare una preparazione fisica accettabile per guidare una MotoGP, quindi la mia pre-stagione inizierà con la mia prima gara e poi vedremo quanto tempo mi ci vorrà per arrivare al mio livello ottimale".

Come mai questo infortunio è stato così prolungato?
"Quello che è successo è che dopo una settimana sono salito su una moto. La decisione è stata presa da tutti noi insieme e l'errore è di tutti. Non c'è bisogno di puntare il dito. Abbiamo parlato dei medici, ma tante volte sono stati presi questi rischi e quando va bene nessuno dice mai niente. Quando va male, si può solo imparare dall'errore. Quando succedono cose come questa, bisogna avere più opinioni ed è qualcosa che farò se ricapiterà una situazione come questa. Ora ho quasi piena mobilità del braccio, ma ho poca forza, perché non stiamo lavorando con entrambe le braccia allo stesso modo. Con quella destra non posso usare più di due o tre chili. Questo è quello che ha previsto il medico e siamo nei tempi prestabiliti. Con l'altro braccio però posso sollevare l'80% in più in questo momento".

Hai già guidato una moto?
"Non ho ancora toccato una moto. Nella presentazione ho partecipato solo alle foto, non ai video sulla moto. Ma ieri per la prima volta ho usato una bici, solo mezz'ora, ma il medico mi ha dato l'ok".

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Ci sono state delle dichiarazioni del dottor Costa, che è stato piuttosto critico sulle tue operazioni. Cosa ne pensi?
"Ovviamente, non condivido le dichiarazioni del dottor Costa. Apprezzo quello che ha fatto per il motociclismo, ma tanta gente ha parlato senza sapere perché sia stata fatta ogni cosa. Il dottor Costa ha detto ha poteva mettermi un chiodo nel braccio, ma io non posso perché avevo già avuto un'operazione su quel braccio. La piastra era ben posizionata, il problema è stato forzare e sollecitarla. Una seconda operazione è stata fatta quando si è rotta la placca, con la sfortuna che c'è stata anche un'infezione. Senza infezione, sarebbe stato diverso. Con il mio entourage abbiamo pensato a cosa sarebbe stato meglio ed abbiamo deciso di andare a Madrid per una nuova operazione. Hanno fatto un ottimo lavoro. Se domani avrò un infortunio, il primo medico da cui andrò sarà comunque il dottor Mir, che è il mio medico, ma avevo bisogno di un'altra opinione in quel momento. Il mio medico di fiducia è Mir, quello che mi ha salvato tante volte e mi ha fatto correre subito".

Quando tornerai, sarai lo stesso di sempre?
"Il nervo, per fortuna, è sempre stato a posto, non c'è mai stato un problema. Il problema era la pseudoartrosi, poi c'era un'infezione. Ho fatto molti esami, ma era un'infezione così lieve che non era mai venuta fuori. Mi sono rioperato a dicembre perché mi hanno detto che ci sarebbe voluto tempo, ma mi hanno assicurato che sarei guarito. E' stata un'operazione molto dura, mi hanno messo degli innesti dell'anca e del ginocchio, per assicurarsi che l'infezione guarisca. Non sarò lo stesso Marc di prima fin dal primo giorno. Tutto ha un processo, l'obiettivo è quello di divertirmi di nuovo sulla moto. Quando mi divertirò, andrò anche veloce. Poi arriverà la prima caduta e un poco alla volta tornerò come prima. Altrimenti, tutto questo lavoro non avrebbe senso".

La pressione sarà sempre la stessa quando tornerai?
"La pressione ce la mettiamo addosso da soli. Il mio obiettivo non sarà quello di vincere alla prima gara, non sarebbe realistico. L'obiettivo è quello di salire sulla moto e divertirmi, per poi cercare un po' alla volta di tornare ad essere il Marc di prima, capace di lottare per i podi e le vittorie. La Honda mi ha rispettato molto per tutto il 2020 e sanno che devo prendermi tutto il tempo che mi chiede il mio corpo per recuperare. Ho quattro anni di contratto e l'obiettivo è quello di vincere. Se questo non potrà essere possibile da subito, l'obiettivo sarà quello di vincere i prossimi tre anni".

Mir dice che sei sempre il favorito...
"Che rivali ti vedano come un favorito anche in questa situazione fa piacere, ma realisticamente il favorito deve essere qualcun altro. Guardando all'anno scorso, posso dire che quello che deve essere obbligato ad esserlo è proprio Joan Mir, che deve difendere il titolo. Al momento non è la mia guerra pensare se sono il favorito o meno".

Questo lungo stop ti ha fatto pensare ad altre cose?
"Passi molte ore a casa e pensi a molte cose. Quello che ho imparato nel 2020 è che ci sono tante gare, ma che hai un solo corpo. E' un concetto che non c'era mai stato nella mia testa e che ho appreso. Questo non significa che non accetterò di rischiare di nuovo, perché non vedo l'ora di tornare in moto e di correre".

Dal punto di vista emotivo invece come è stato?
"Emotivamente questi sette mesi non sono stati facili, pensando anche a tutto quello che sta succedendo nel mondo. E' complicato. Avere mio fratello a casa mi ha aiutato. Ho seguito le gare, ma le ho vissute in modo diverso, con Alex e con la squadra per mantenere la tensione competitiva".

Marc Marquez, Repsol Honda Team, Pol Espargaro, Repsol Honda Team

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Foto di: Repsol Media

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Moto di Marc Marquez, Repsol Honda Team, Pol Espargaro, Repsol Honda Team

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