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Marc Marquez, il "Freddy Kruger" dei sogni di mezza estate Ducati

Dopo il successo di Silverstone, Dovizioso e la Rossa sognavano in grande, ma il Marquez visto a Misano ed Aragon sembra davvero inarrestabile. I numeri sono dalla sua parte, anche se non è ancora il momento di arrendersi.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team, Alvaro Bautista, Aspar Racing Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team

Negli anni '90 c'era un personaggio dei film horror che tormentava il sonno dei bambini. La saga "Nightmare" spopolava grazie al suo protagonista, Freddy Kruger, che entrava nei sogni delle proprie vittime trasformandoli in incubi dal quale non c'era più modo di svegliarsi.

Le due vittorie consecutive a Red Bull Ring e Silverstone avevano fatto accarezzare alla Ducati un sogno (iridato) di mezza estate, perché Andrea Dovizioso era ripartito dalla Gran Bretagna in testa alla classifica e con 9 punti di vantaggio.

L'arrivo di settembre però ha messo sulla strada della Rossa il suo "Freddy", che però non è un personaggio di fantasia che indossa un maglioncino a righe ed un cappello, ma un fenomeno in carne ed ossa che sfoggia il numero 93 sulla sua Honda e che a soli 24 anni ha già tagliato il traguardo delle 60 vittorie nel Mondiale.

Scherzi a parte, stiamo ovviamente parlando di Marc Marquez e, numeri alla mano, probabilmente saremmo già di fronte ad un mondiale ai titoli di coda se il motore della sua RC213V non lo avesse tradito a Silverstone, imponendogli l'unico zero di un filotto di gare quasi perfette, che si è completato con i successi di Misano ed Aragon.

Nelle ultime sei gare, il leader della classifica ha centrato quattro vittorie e quattro pole position, inoltre al Red Bull Ring si è arreso a Dovizioso solo all'ultima curva. La sensazione, dunque, è che senza il ko di Silverstone il suo vantaggio potrebbe essere molto più ampio dei 16 punti che ha accumulato con il successo di ieri ad Aragon.

Il campione del mondo in carica, tuttavia, ci ha tenuto a sottolineare che per il momento si tratta di un vantaggio piuttosto esiguo, visto che restano ancora quattro gare all'appello e che questo 2017 ha già dimostrato di essere la stagione dei "ribaltoni", come disse qualche gara fa Valentino Rossi.

"Oggi è stata una buona domenica per noi, perché non abbiamo centrato solo la vittoria, ma abbiamo creato anche un piccolo gap in campionato. Dico piccolo perché sappiamo che rimangono ancora quattro gare, in cui può succedere di tutto e 16 punti non sono tanti. Ma meglio averne 16 che zero e quindi sono contento" ha detto Marc.

Lo spagnolo si è guadagnato tutto il suo vantaggio nella sola gara di Aragon (anche se il parziale tenendo conto anche di Misano è di +25), perché Dovizioso ha vissuto una domenica piuttosto storta. La pioggia caduta venerdì gli ha impedito di lavorare di fino sul set-up della sua Desmosedici GP e ne ha pagato il prezzo durante i 23 giri del Motorland.

Per cercare di essere competitivo fin dall'inizio, "Desmodovi" si è allineato alla scelta di Jorge Lorenzo della gomma soft al posteriore. Non essendo a posto di set-up, per rimanere vicino ai migliori però ha dovuto forzare un po' troppo, finendola molto presto e arretrando fino al settimo posto nella seconda parte della gara.

Per il forlivese però una giornata no non può cancellare quanto di buono è stato fatto nelle prime 13 gare e quindi bisogna continuare a crederci, anche perché sono in arrivo piste sulla carta favorevoli come Motegi e Sepang.

"E' un peccato perché abbiamo perso un po' di punti per il campionato, ma ci sono ancora quattro gare e quindi tanti punti in palio. Non è facile, perché Marc sta dimostrando di essere molto competitivo e anche la Honda. Però abbiamo le nostre carte da giocare e non molleremo fino alla fine. Anche dopo questo risultato non ci abbattiamo, perché sono convinto che ce la possiamo fare" ha detto Andrea.

Ovviamente sarebbe un errore considerare la lotta per il titolo riservata a questi due, perché la matematica tiene in corsa anche Maverick Vinales, staccato di 28 punti. La sensazione però è che in questo momento la Yamaha sia un passetto più indietro rispetto ad Honda e Ducati.

"Lottare per il campionato in questo modo sarà difficile. Non avevamo trazione" ha tagliato corto infatti dopo la gara di ieri lo spagnolo, che ormai manca l'appuntamento con la vittoria dal GP di Francia, quinto round della stagione. "Con il pacchetto che abbiamo adesso è difficile pensare di rimontare quasi 30 punti. Se riusciremo a trovare trazione, allora potremo combattere. Ma così è impossibile".

Come ha spiegato molto bene il suo compagno di squadra Valentino Rossi, il problema della M1 è che è molto veloce per quanto riguarda la prestazione pura, ma si perde un po' alla distanza.

"Secondo me la nostra moto è molto competitiva soprattutto in qualifica, ma soffriamo la seconda parte di gara, perché la Honda e la Ducati hanno trovato qualcosa a livello di elettronica che li mette in vantaggio rispetto a noi. Purtroppo è più importante la loro superiorità negli ultimi giri che la nostra in qualifica. Farei volentieri a cambio" ha detto il "Dottore".

A tutti questi fattori, dobbiamo anche aggiungere un altro aspetto importante: Marquez ha già vinto il titolo tre volte negli ultimi quattro anni, battendo avversari di grande esperienza come Jorge Lorenzo, Valentino Rossi e Dani Pedrosa.

Dovizioso e Vinales invece sono stati campioni nella classe entrante (125 per l'italiano e Moto3 per lo spagnolo), ma è la prima volta che si trovano a lottare per il Mondiale in MotoGP. Alla lunga quindi potrebbero forse sentire quella pressione che "El Cabronsito" non ha mai sentito neanche quando era alle prime gare nella classe regina.

Se non altro, il parallelismo con "Nightmare" lascia ancora qualche speranza ai rivali di Borgo Panigale e di Iwata, perché alla fine Freddy Kruger veniva sempre sconfitto. Ma quello era un film...

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