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Analisi

Marc Marquez avrà bisogno anche di una Honda migliore

L'otto volte campione del mondo è già alle prese con un recupero non semplice dopo tre operazioni e nove mesi di stop, ma dovrà fare anche i conti con una Honda che nelle prime tre uscite stagionali è stata l'anello debole della griglia di partenza della MotoGP.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Honda Racing

Nei giorni scorsi abbiamo trattato il tema del rientro di Marc Marquez in MotoGP e di cosa servirà al campione di Cervera per tornare ad essere il pilota che era prima dell'incidente dello scorso anno a Jerez che gli è costato tanto: tre operazioni, nove mesi di stop e tanti dubbi nella testa, che hanno dato vita al pianto liberatorio a cui abbiamo assistito al termine della gara di Portimao.

Il settimo posto, con poco più di 13 secondi di ritardo nei confronti del vincitore Fabio Quartararo, è sicuramente una buona base di partenza, soprattutto perché il tracciato dell'Algarve è uno dei più impegnativi del calendario dal punto di vista fisico. Ma ha anche evidenziato un altro fattore: probabilmente a Marc servirà anche una Honda più competitiva quando avrà ritrovato la forma al 100%.

Dopo le prime tre gare della stagione, la Casa giapponese occupa l'ultimo posto nella classifica riservata ai Costruttori, con il misero bottino di 20 punti. Posizione che è stata certificata anche nelle ultime due gare, nelle quali la migliore delle Honda è stata la sesta forza della griglia se si va ad osservare la classifica in base ai marchi.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Alle RC213V non sono state davanti con regolarità solamente Yamaha, Ducati e Suzuki, ma con il passo avanti realizzato grazie alla nuova RS-GP anche la "Cenerentola" Aprilia ha finito ognuno dei tre GP disputati fino ad oggi davanti alla migliore delle moto griffate HRC.

Sicuramente anche i piloti però hanno deluso fin qui, perché il miglior risultato è proprio quello che ha ottenuto Marc domenica a Portimao, prima del quale si parlava di un ottavo posto di Pol Espargaro nel GP del Qatar. E per lui, come per Alex Marquez e Takaaki Nakagami, non deve essere stato semplice vedersi battuti subito da un collega che, per quanto sia un grande campione, non era al top della forma fisica e soprattutto non guidava una MotoGP da ben nove mesi.

Non ha aiutato neanche una moto che resta particolarmente "nervosa": delle 31 cadute a cui abbiamo assistito in questi primi tre GP, ben 11 hanno avuto per protagonisti i portacolori della Casa dell'Ala dorata. Lo stesso numero di quelle della Ducati, che però schiera sei moto e non quattro, affidandone tre di queste a degli esordienti, ai quali può essere concesso qualche errore in più.

Pol Espargaro, Repsol Honda Team dopo l'incidente

Pol Espargaro, Repsol Honda Team dopo l'incidente

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

E dire che i test invernali avevano dato la sensazione che la RC213V avesse fatto uno step importante, visto che anche il collaudatore Stefan Bradl era stato capace di proiettarsi con una certa regolarità nelle prime posizioni. Quando però si è cominciato a fare sul serio la concorrenza ha sfoderato un potenziale superiore.

Franco Morbidelli ha fatto un'analisi interessante al termine del Gran Premio del Portogallo, sottolineando come secondo lui l'evoluzione delle nuove moto non sia stata enorme, ma che sia stata rivolta principalmente ad estrarre il massimo del potenziale dalle generazione di gomme posteriori che la Michelin ha introdotto nella scorsa stagione ed ha confermato per questa.

Il portacolori della Yamaha Petronas spiegava con questa situazione le maggiori difficoltà che sta incontrando quest'anno, visto che lui dispone ancora di M1 "A Spec", che come base ha la moto del 2019.

"Il potenziale sulla distanza di gara è buono. Quello che mi manca è il picco. Io parlo delle altre Yamaha, che sono quelle di cui posso vedere i dati. Loro riescono a sfruttare meglio le gomme e ad avere quel poco in più di velocità extra, ma anche a farle lavorare meglio", ha spiegato Franco.

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Franco Morbidelli, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Se l'analisi del vice-campione del mondo fosse corretta, questo potrebbe essere uno degli handicap della Honda, che senza il suo uomo di punta lo scorso anno forse non è riuscire a capire fino in fondo il potenziale degli pneumatici e quindi a reagire di conseguenza con la moto di quest'anno, come invece danno la sensazione di aver fatto soprattutto Yamaha e Ducati.

In realtà, che questo fosse un po' un problema non lo avevano tenuto nascosto neanche i giapponesi, che durante l'inverno avevano anche ammesso di non aver capito fino in fondo le gomme.

"Considerando che i risultati sono migliorati nella seconda parte dell'anno, ho l'impressione che abbiamo raggiunto il 60% di sfruttamento degli pneumatici. Non c'è nessuna base concreta per dire questa cifra. Tuttavia, d'altra parte, penso che non stiamo ancora utilizzando circa il 40% del potenziale. In ogni caso, sono consapevole che non abbiamo raggiunto il limite delle gomme, quindi sarà ancora un problema per il futuro", aveva detto Takehiro Koyasu, ingegnere responsabile dello sviluppo della RC213V, con parole che oggi potrebbero suonare quasi profetiche.

Probabilmente un passo avanti in quella direzione è stato fatto nel corso dell'inverno, ma non grande come quello della concorrenza, quindi serviranno anche i feedback del miglior Marc per riportare in alto la Honda. Non bisogna dimenticare poi che il #93 in Algarve è salito a scatola chiusa su una moto che non aveva mai avuto modo di provare in precedenza e che quindi si è affidato agli assetti base di Bradl, proprio perché in questa prima uscita voleva badare soprattutto ad "ascoltare" il suo fisico.

Sabato ha già iniziato ad apportare alcune modifiche, ma è chiaro che ci potrebbe volere qualche weekend anche per trovare la strada giusta a livello di setting sull'ultima versione della quattro cilindri nipponica. Ma se davvero Marc pensa che l'obiettivo primario di questa stagione sia quello di ritrovare il pilota che era prima dell'infortunio, senza guardare troppo al Mondiale, sarà lui il primo a non avere fretta. Lui e la Honda hanno già dimostrato ampiamente di essere in grado di fare cose straordinarie insieme. Se ci riusciranno ancora una volta, sarà solo il tempo a dircelo.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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