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Lorenzo: "Un peccato non aver potuto guidare la M1 2020"

Lo spagnolo è sceso oggi in pista in sella alla M1 del 2019, ma avrebbe preferito guidare la moto di quest'anno per poter dare indicazioni più dettagliate al team.

Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Dopo aver saltato i primi due giorni di prove, Jorge Lorenzo è tornato oggi in sella alla Yamaha completando 46 giri. Già sabato scorso la Casa di Iwata aveva annunciato che lo spagnolo sarebbe sceso in pista soltanto nell’ultima giornata di prove con l’obiettivo di familiarizzare con la M1 2019.

Soltanto per ragioni logistiche Lorenzo non ha potuto mettersi in sella alla moto 2019. La Yamaha, infatti, non è riuscita ad avere pronte più di 2 moto 2020 in Malesia.

Lo spagnolo non ha nascosto un certo rammarico nel non aver potuto provare l’ultima evoluzione della M1 per comprenderne appieno il potenziale.

 

“Per alcuni motivi la Yamaha non mi ha fatto provare la nuova moto. Sarebbe stato interessante dare la mia opinione. In questi due giorni ho rilevato due punti deboli su cui bisogna lavorare: ci mancano i cavalli e la velocità. Questa moto non è cambiata molto da quando sono andato via”.

Il maiorchino, che ha ottenuto il ventesimo tempo con un ritardo di 1,3 secondi da Fabio Quartararo, ha percorso 46 giri trovandosi bene fisicamente avendo già recuperato dagli infortuni che lo hanno tormentato nel 2019. Jorge, però, non ha nascosto di doversi ancora allenare per essere al 100%.

“Non ho avuto la possibilità di provare un time attack, ma al momento ho necessità di fare un po’ di cardio per diminuire il mio peso”.

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La decisione di tornare come collaudatore in Yamaha è stata una sorpresa per la Honda. Lorenzo ha voluto spiegare le ragioni di questa scelta.

“Quando ho annunciato il mio ritiro, la Yamaha si è interessata molto a me. Come collaudatore non avrò alcun tipo di stress, anche se mi mancherà l’adrenalina di poter essere in gara. Quando sei in lotta per il titolo riesci a compensare tutti i momenti negativi, ma quando non hai questa possibilità le sensazioni non sono buone e nemmeno pensare di aver vinto cinque mondiali aiuta”.

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