Lorenzo si difende: “Per me i social sono solo un gioco”
Dopo la polemica dei giorni scorsi, Jorge Lorenzo difende la propria posizione ritenendo di considerare i social solamente un gioco e afferma di andare fiero di dire ciò che pensa, perché questo è il suo modo di vedere il mondo.
Si è ritirato ormai quasi due anni fa, ma in qualche modo Jorge Lorenzo è sempre protagonista nel paddock della MotoGP. Il cinque volte campione del mondo, noto da sempre per la sua schiettezza, continua a far parlare di sé per i commenti social suoi (ormai ex) colleghi che invece sono ancora in piena attività.
L’ultima vittima del maiorchino è stato Cal Crutchlow, che alla sua prima uscita come collaudatore Yamaha è incappato in una caduta, suscitando il commento sarcastico di Lorenzo sui social. Questo ha innescato una discussione in cui sono intervenuti Jack Miller e Aleix Espargaro. Mentre ai piloti continua a non andare giù l’atteggiamento dello spagnolo, l’ex pilota si difende affermando, in un’intervista sul quotidiano spagnolo AS, che il mondo social deve essere divertimento e può permettersi di dire ciò che vuole.
“Prima di tutto, quando io rispondo a qualcuno sui social, non do l’importanza che invece gli altri danno – dichiara Lorenzo – Per me questo è una specie di gioco e mi diverte pure. Ho fatto un commento sulla caduta di Crutchlow, perché è successo un po’ quello che avevo detto qualche mese fa su Instagram e, in maniera ironica, ho scritto ‘lo avevo detto’. Poi sono intervenuti due piloti che per qualche motivo ce l’hanno con me. Miller, per quanto successo nel 2019 quando era sul punto di restare senza moto in Ducati, e Aleix per alcuni motivi che preferisco restino privati. Con la scusa di difendere un altro pilota, hanno approfittato di questa occasione per rispondermi. Mi conoscete, quando qualcuno mi attacca, non sono il tipo che sta zitto, così ho risposto”.
Tutti ormai infatti conosciamo il carattere di Jorge Lorenzo, che però non riflette sulle ripercussioni che il suo ‘gioco’ social può avere. Al maiorchino interessa poco: “Ho sempre difeso l’idea che mi piacerebbe un mondo in cui la gente dicesse ciò che pena. Io provo ad essere così. Ho sempre ammirato le persone così e ho sempre voluto essere in questo modo. Prima lo ero, però facevo attenzione perché rappresentavo molti brand, a cominciare dalla moto per finire agli sponsor. Ora che sono testimonial di molti meno brand e non devo dare spiegazioni a nessuno, sono ancora di più me stesso e dico ciò che penso. Penso che non ci sia nulla di male nel dire ciò che si pensa, essere diretti e quando qualcuno prova a disprezzarti o parla male di te, bisogna fermarlo e dirgli che se continua così può avere conseguenze. È il mio modo di pensare. Poi attualmente sono felice e conduco una vita che mi piace moltissimo. A volte succedono queste cose e nel bene e nel male io sono Jorge Lorenzo e ho sempre avuto questo pregio o difetto di dire ciò che penso”.
Lorenzo poi parla della stagione che sta per cominciare e che vedrà Pol Espargaro debuttare in sella alla RC213V, moto che sicuramente il maiorchino non ricorda con grande piacere. Eppure il catalano si è reso autore di un buon debutto con la Honda ufficiale: “È stato un buon esordio, è proprio davanti a Nakagami e Alex, questo è un ottimo segnale per Honda, perché dimostra che gli piace la moto, che non avrà problemi di adattamento. Poi c’è la questione di avvicinarsi ai tempi, pian piano. Ho sempre considerato Pol come un pilota molto veloce e molto aggressivo e, per quanto ho visto io in Honda, sembra che abbia le carte in regola per andare veloce. Mi auguro per lui e per Honda che si adatti bene come sembra di vedere. È solo un test e ogni circuito è a sé, però finire a sette decimi nel primo test è buono”.
L’ex pilota commenta ciò che vede in pista dalle Maldive, dove ora è in vacanza. Ma l’attività in pista dei piloti non gli fa venire voglia di indossare nuovamente tuta e casco e ritiene questa tappa conclusa: “Non tornerei indietro. Ora posso vivere cose che non ho potuto vivere fino ad ora e che mi piacciono molto. Penso di aver preso la decisione giusta. È vero che se avessi continuato a lottare per vincere gare e mondiali, ora starei ancora correndo. Se non avessi avuto l’infortunio di Assen nel 2019, l’anno scorso avrei corso per Honda e chissà come sarebbero andate le cose, con quello che è successo a Marquez. Ma non perdo un secondo nel pensare a ciò che sarebbe potuto succedere, perché mi sarebbero anche potute accadere cose peggiori o cose migliori. In generale, sono soddisfatto di quanto ho ottenuto e non rifletto molto su questa cosa”.
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