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Intervista

Lorenzo: "Per la sicurezza dei giovani rider servono più penalità"

Il campione maiorchino, mentre ad Austin si corre la MotoGP, è stato al Porsche Experience Center di Franciacorta per guidare una 911 GT3 nell'ambito del Porsche Festival. Motorsport.com ha parlato con Jorge che ha fatto il punto sul mondiale delle due ruote: "A Quartararo basteranno i punti di vantaggio che ha in carniere per vincere il mondiale. Ad Austin si correrà regolarmente: certi problemi a volte accadono".

Jorge Lorenzo

Si è confuso fra il nutritissimo pubblico del Porsche Festival che si sta svolgendo oggi e domani allo strepitoso Porsche Experience Center di Franciacorta, ma non è passato inosservato. Jorge Lorenzo ha avuto modo di apprezzare cosa la Casa tedesca è in grado di riservare ai suoi clienti a corollario del penultimo appuntamento della Carrera Cup Italia.

Il maiorchino, cinque volte campione del mondo sulle due ruote (due in 250 e tre in MotoGP) è stato uno degli ospiti dell’impianto bresciano inaugurato in pompa magna meno di un mese fa…

“Sono rimasto impressionato dalla struttura che ha realizzato Porsche Italia in Franciacorta perché ero stato qui una decina di anni fa ed è cambiata tantissimo: non ha niente a che vedere con il passato, ogni aspetto dell’impianto è stato migliorato. E sono contento di aver avuto la possibilità di scoprire il tracciato con una Porsche 911 GT3 con la quale mi sono divertito tantissimo”.

Sei attratto dalle auto? Ma da grande cosa vorrai fare?
“Io? A dire il vero mi sento già grande: dopo una carriera in MotoGP è arrivato il momento di godermi la vita, con tranquillità e senza troppi sacrifici”.

Allora gettiamo uno sguardo alla MotoGP, secondo te ad Austin si può correre?
“Non sono troppo informato, ma ho letto che ci sono tante buche sulla pista e ne stanno parlando con la Safety Commission per analizzare cosa è meglio fare, ma si correrà sicuramente”.

Non sarebbe meglio andare a ispezionare le piste prima dei Gran Premi per evitare questo tipo di problemi?
“Nella MotoGP ci sono le persone dedicate a questo lavoro, ma l’esperienza mi dice che questi problemi a volte possono capitare. Nessuno è perfetto, le cose che si sono viste ad Austin possono succedere”.

Rispetto alla tragedia di Dean Berta Vinales quale atteggiamento avresti avuto? Saresti stato dalla parte di chi ha deciso di fermarsi come la SBK o era giusto tornare in pista al più presto?
“Sono scelte personali che si devono prendere al momento e che non si possono giudicare: se stai lottando per un campionato e sei in lotta per i punti la decisione di non correre non è una scelta facile”.

Cosa si potrebbe fare per migliorare la sicurezza ed evitare la tragedia di rider giovanissimi?
“Credo che la sicurezza dei tracciati sia stata migliorata. Così come le protezioni dei piloti e mi riferisco al casco, alla tuta che vengono costantemente aggiornate, ma per evitare che i piloti prendano meno rischi si potrebbero inasprire le penalità per quando si esagera nella guida. Questa è l’unica cosa che mi viene in mente”.

E la lotta per il mondiale è una partita a favore di Quartararo?
“Beh, Fabio si trova in una situazione favorevole perché ha un vantaggio in fatto di punti e poi è un pilota molto consistente che non commette errori e ha una velocità pura che è la migliore insieme a quella di Pecco Bagnaia e di Marc Marquez. I punti che ha nel carniere saranno quelli che faranno la differenza, perché se non succederanno fatti eclatanti saranno sufficienti per laurearlo campione del mondo”.

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