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Analisi

La MotoGP trova una nuova stella in Martin, ma manca un leader

L'esplosione immediata del rookie della Ducati Pramac ha aggiunto un nuova stella all'elenco sempre più lungo dei piloti che possono ambire a fare grandi cose in MotoGP. Per lui, come per tanti altri, si prospetta un grande futuro, anche se al momento all'orizzonte non si vede ancora un talento capace di prendere l'eredità di quella leadership che è stata prima di Valentino Rossi e poi di Marc Marquez.

Jorge Martin, Pramac Racing

Jorge Martin, Pramac Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

L'assenza forzata di Marc Marquez ha permesso alla MotoGP di veder sbocciare tanti talenti nella scorsa stagione e basta guardare la classifica dello scorso Mondiale per rendersene conto. Sul fatto che Joan Mir fosse un pilota di indiscusso valore non ci sono mai stati dubbi, ma nessuno probabilmente avrebbe scommesso di vederlo diventare campione del mondo al suo secondo anno nella classe regina, per di più riportando la Suzuki al titolo dopo ben 20 anni.

Così come l'altra grande rivelazione della stagione è stata Franco Morbidelli: dopo un 2019 difficile, nel quale aveva perso i galloni di uomo di riferimento del box della Yamaha Petronas a favore dell'astro nascente Fabio Quartararo, il pilota italiano è rinato nel 2020. Nonostante dovesse fare i conti con una M1 "Spec A", quindi non avendo a disposizione il pacchetto più aggiornato della Casa di Iwata, si è portato a casa ben tre vittorie (solo Quartararo è riuscito a fare altrettanto).

Ma sono tanti i nomi che si potrebbero aggiungere a questo elenco: Miguel Oliveira, vincitore di ben due GP con un dominio totale nella gara di casa a Portimao. Brad Binder, diventato il primo capace di vincere nell'anno dell'esordio dopo un certo Marc Marquez, o Pecco Bagnaia, che per tanti motivi non è riuscito a concretizzare il suo potenziale, ma si è guadagnato comunque un posto nel team ufficiale Ducati. Erano invece già più attese, ma abbiamo assistito anche all'esplosione di Quartararo e di Jack Miller.

Nel 2021 sono bastate appena due gare per aggiungere a questo bouquet una nuova stella, con Jorge Martin che è riuscito a bruciare le tappe in sella ad una Ducati ufficiale gestita dal Pramac Racing. Nel Gran Premio di Losail, il pilota spagnolo ha conquistato la sua prima pole position ed il suo primo podio in MotoGP, chiudendo terzo dopo aver comandato la corsa per ben 18 giri.

Jorge Martin, Pramac Racing

Jorge Martin, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Risultati che hanno subito fatto scattare paragoni scomodi, perché anche Marquez nel 2013 firmò la sua prima pole position alla seconda gara nella classe regina, ad Austin, anche se poi in Texas Marc completò il weekend perfetto con la vittoria. E pure il primo podio del pilota di Cervera ha avuto come teatro il tracciato di Losail, ma per il pilota della Honda in quel caso si trattava del debutto assoluto.

Lo stesso Jorge non ha nascosto il suo stupore per la rapidità con cui si è adattato a questa nuova dimensione, ammettendo però che fare tutti i test e ben due GP sullo stesso tracciato è stato sicuramente di grande aiuto.

"Onestamente la moto non è così difficile da guidare come pensavo all'inizio, ma c'è anche da dire che mi sto adattando molto in fretta. Anni fa, si svolgevano tanti test su piste differenti, oggi abbiamo potuto lavorare in pre-stagione solo in Qatar, però eccomi qui sul podio, sfruttando il fatto di aver girato tanto su questa pista".

Classe 1998, nato a Madrid, di Martin si parla benissimo fin da quando era un ragazzino e basta andare a ripercorrere un po' la sua carriera per rendersi conto che questo non accadeva affatto a sproposito. Per esempio, quando muoveva ancora ai primi passi, nel 2014, ha conquistato il titolo della Red Bull Rookies Cup, monomarca KTM che spesso funge da trampolino di lancio verso il Mondiale. Con sei successi, a fine stagione ha avuto la meglio su un certo Mir.

I primi due anni nel Mondiale non sono stati semplici, perché si è trovato a guidare una Mahindra, non esattamente la moto più competitiva del lotto. Nonostante questo, nel 2016 è riuscito a dare qualche saggio del suo talento e a Brno, sotto alla pioggia, è arrivato il primo podio iridato, con un secondo posto alle spalle di John McPhee. Risultato che lo ha fatto notare, permettendogli il salto in uno dei team più importanti della griglia, il Gresini Racing.

Con la squadra di Faenza la musica è cambiata subito e, anche se ha dovuto aspettare la gara conclusiva di Valencia per centrare la prima vittoria, probabilmente avrebbe potuto lottare per il Mondiale nel 2017 se un infortunio non lo avesse costretto a saltare le gare del Sachsenring e di Brno. Il 2018 però è stato l'anno della definitiva consacrazione, con sette vittorie e la corona di campione del mondo conquistata al termine di una grande battaglia con gli italiani Fabio Di Giannantonio e Marco Bezzecchi.

Jorge Martin, Del Conca Gresini Racing, Fausto Gresini

Jorge Martin, Del Conca Gresini Racing, Fausto Gresini

Photo by: MotoGP

Non a caso, domenica la prima dedica è stata proprio per Fausto Gresini, che purtroppo non c'è più dopo essersi arreso al COVID-19 il mese scorso: "Oggi è stata una bella lotta e ammetto che il mio obiettivo non era andare sul podio! E' meraviglioso e lo dedico a Fausto Gresini, che ha creduto in me fin dall'inizio della mia carriera".

Dopo il trionfo nella classe entrante, inevitabilmente, si è scatenata una guerra per cercare di guadagnarsi i suoi servigi e la prima a riuscire ad allungare le mani sul talento del madrileno è stata la KTM. La Casa austriaca lo ha portato in Moto2, prospettandogli un futuro insieme anche in MotoGP. Proprio come in Moto3, l'inizio dell'avventura nella classe di mezzo non è stato semplice, perché la moto di Mattighofen era davvero complicata da guidare (chiedere anche a Bezzecchi per conferma). Alla distanza però Jorge è riuscito a farsi notare anche questa volta, con un terzo posto in Giappone ed un secondo in Australia.

A fine anno, KTM ha confermato il suo impegno in Moto2, ma ha deciso di non realizzare più internamente i propri telai, affidandosi a quelli della Kalex. E a parità di armi con i principali concorrenti Martin è sbocciato definitivamente: in Austria ha colto la prima vittoria e nel GP di Stiria ha concesso il bis, vedendosi poi portare via il successo per essere andato oltre i limiti della pista all'ultimo giro, guarda a caso proprio da quel Bezzecchi che come lui aveva faticato nel 2019 sulla KTM.

A rovinargli i piani sul più bello però è arrivata la positività al COVID-19: proprio quando era pienamente in corsa per il titolo, lo spagnolo è stato costretto a saltare le due gare di Misano. Un doppio zero pesantissimo, se si considera che per lui il campionato si è concluso al quinto posto, ma con un ritardo di appena 45 punti nei confronti del campione Enea Bastianini.

Jorge Martin, Red Bull KTM Ajo

Jorge Martin, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

A questo punto è entrata in scena la Ducati, che è riuscita subito ad ammaliare Martin, offrendogli un contratto biennale con trattamento da pilota ufficiale. La KTM le ha provate veramente tutte per convincerlo a non abbandonarla, ma la pandemia del COVID-19 ha ostacolato i suoi piani, perché il ritardo nell'inizio della stagione le ha impedito di ottenere i risultati che avrebbero fatto scattare automaticamente l'opzione per il rinnovo.

La sensazione comunque è che Jorge avrebbe fatto tutto il possibile per arrivare a Borgo Panigale, perché vedeva nella Desmosedici GP una moto molto adatta alle sue caratteristiche, come ha sottolineato proprio dopo la bellissima impresa di Losail.

"Ha tanti punti di forza da imparare a sfruttare, sta a me e al team capire come farlo. So che è una grande moto, adatta al mio stile di guida. Riesco a frenare forte, a fermarla e ad aprire bene il gas; la Desmosedici su questi aspetti fa paura, quindi ero già convinto di salirci sopra, anche prima di parlare con Gigi Dall'Igna".

Chiaramente nessuno pretende che Martin si ripeta subito a Portimao e lui stesso è consapevole che questo grande exploit non significa che abbia già completato la maturazione necessaria per un rookie: "Sinceramente, sono un debuttante e il mio obiettivo, per ora, è arrivare in Top 10. Su altre piste sarà molto diverso perché in Qatar abbiamo girato per oltre 10 giorni, quindi c'era la possibilità di fare bene, specialmente se parti dalla Pole Position. Diciamo che se a Portimao e Jerez arriverò in Top 10, allora sarò felice, con la speranza poi di andare un po' più avanti al Mugello, attorno al sesto-settimo posto".

Il segnale che ha lanciato però è indubbiamente di quelli forti, andando anche lui ad aggiungersi all'elenco delle nuove stelle della MotoGP. Una lista che diventa sempre più lunga, ma nel quale continua a mancare la presenza di un leader carismatico capace di andare a colmare il vuoto che è stato lasciato dall'infortunio di Marc Marquez e dal declino della leggenda Valentino Rossi. Lo spagnolo della Honda ormai è prossimo al rientro, che si spera possa avvenire già da Portimao, ma il grande dubbio è uno: se tornerà ad essere quello di sempre, una di queste nuove stelle riuscirà ad ergersi a sua alternativa o finirà per affrontare ogni volta un avversario diverso?

Jorge Martin, Pramac Racing

Jorge Martin, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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