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Analisi

La MotoGP disegna un Mondiale in quarantena e con 16 GP

Con l'annuncio dell'inizio della MotoGP il 19 luglio a Jerez, Carmelo Ezpeleta spiega le condizioni che i membri del paddock dovranno rispettare, compresa una rigorosa quarantena prima dell'evento.

Franco Morbidelli, Estrella Galicia 0,0 Marc VDS

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Dorna, la società che gestisce la MotoGP, ha annunciato giovedì un accordo con le autorità locali per fare del circuito di Jerez la sede dell'inizio del campionato 2020, con una gara che si terrà il 19 luglio (Gran Premio di Spagna) ed una il 26 dello stesso mese (Gran Premio di Andalusia).

Nel bel mezzo della pandemia del COVID-19 e nella prima fase di riduzione delle restrizioni imposte in Spagna, fare previsioni sull'avvio di un campionato che, anche a porte chiuse, riunisce più di 1.000 persone in circuito, non è affatto facile.

Anche se c'è un accordo tra Dorna ed il Circuito di Jerez, saranno le autorità del governo spagnolo a dare il via libera all'evento. Per questo motivo Carmelo Ezpeleta e la sua squadra hanno elaborato un piano per garantire, per quanto possibile, la salute di un paddock blindato e in quarantena per ottenere l'approvazione del governo.

D'accordo con le squadre e con la FIM, Dorna è riuscita a ridurre a 1.300 il numero di persone necessarie per organizzare un Gran Premio. Di questi, la maggior parte è composta dai membri delle squadre.

Ogni team ufficiale potrà portare 40 persone, mentre quelle private 25. In Moto2 saranno ammessi 20 membri dello staff per ogni squadra e 15 per la Moto3. Inoltre, ci saranno i membri dell'organizzazione, della FIM, gli operatori televisivi, il personale medico ed i commissari.

Gran parte di questo personale risiede in Europa, compresa una parte significativa in Spagna, ma molti sono anche al di fuori del nostro continente. Gli ingegneri di team come Honda, Yamaha o Suzuki provengono dal Giappone, così come il pilota Takaaki Nakagami. Jack Miller invece è in Australia, così come alcuni meccanici di Valentino Rossi. Brad Binder invece dovrà arrivare dal Sud Africa.

Quarantena di 14 giorni prima di Jerez

Tutto questo personale sarà sottoposto ad una quarantena di due settimana prima del weekend di apertura a Jerez, quindi dovrà riuscire ad essere in Spagna l'1 luglio.

"Spero che da qui a luglio le misure non siano peggiori, ma migliorino" ha spiegato Ezpeleta in un podcast di MotoGP.com.

"Il piano è il seguente: in questo momento i cittadini extraeuropei dovrebbero venire in Europa almeno 14 giorni prima del primo Gran Premio. Poi, tutte le squadre, compresi gli addetti ai lavori europei, devono fare un test prima di lasciare il loro paese, e non dev’essere più tardi di quattro giorni prima del momento in cui entreranno nel paese dove si svolgerà il primo GP, in questo caso sarebbe in Spagna".

Questo significa che le 1.300 persone che si recheranno alla prima gara, quattro giorni prima della partenza dovranno sottoporsi ad un test per determinare se sono state infettate dal virus.

"Da quel momento in poi, arriveranno tutti col proprio test a certificare che, quattro giorni prima di venire in Spagna, non avevano il coronavirus e da quel momento in poi faremo anche un altro test quando arriveranno al circuito. Dopo di che, ogni giorno avremo una squadra di medici della clinica Quirón a controllare che le persone impegnate nell’evento non abbiano sintomi e controlleranno la temperatura di ognuno di loro. Poi ci sono una serie di protocolli da seguire nel caso in cui succeda qualcosa, come lo faremmo" ha aggiunto il CEO di Dorna.

Dietrich Mateschitz, CEO della Red Bull, Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna

Dietrich Mateschitz, CEO della Red Bull, Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna

Photo by: MotoGP

Per il primo weekend di gara è previsto di avere a disposizione 2.600 kit per il test al COVID-19, che Dorna sta cercando di ottenere con l'aiuto di Bridgepoint Capital. "Stiamo lavorando all'acquisto di 10.000 test per il Coronavirus, come abbiamo concordato con Bridgepoint" ha spiegato Ezpeleta qualche settimana fa.

Materiale che non si sa se sia già in possesso della società che organizza il Mondiale, ma visto che la Liga li ha già ottenuti per i calciatori professionisti, non c'è dubbio che anche Ezpeleta riuscirà ad averli.

Una volta terminato il primo Gran Premio, la maggior parte del personale alloggerà in hotel a Jerez, seguendo rigorose misure di sicurezza sanitaria in attesa del nuovo weekend di gara, che inizierà il giovedì successivo con nuovi controlli e test.

Un Mondiale di 16 gare?

Finora Dorna ha reso pubbliche solo le trattative con Jerez e l'accordo per disputare due gare. Ma sta lavorando duramente con altri circuiti per progettare un calendario europeo.

"La stessa procedura che dobbiamo fare con la Spagna, la faremo anche con gli altri paesi. Penso che all'inizio di giugno sarebbe possibile avere un calendario completo con gli appuntamenti in Europa, cercando di capire cosa si potrà fare fuori dall'Europa" ha spiegato Ezpeleta.

I circuiti contattati sono Barcellona, Aragon, Valencia, Red Bull Ring, Le Mans, Brno, Mugello e Misano e con molti di loro si sta portando avanti un discorso per la stessa formula di Jerez, ovvero con due gare in due weekend consecutivi.

"Sì, penso che, tranne che su due, oggi faremmo due gare in tutte le altre piste" ha aggiunto Ezpeleta.

Questi due circuiti sarebbero, in assenza di conferma, Brno e Le Mans, se le restrizioni in Francia non impedissero di disputare una gara.

Il problema per i circuiti è che, pur non dovendo pagare la quota Dorna per il Gran Premio, dovranno pagare per l'uso della pista, cosa che non tutti sono disposti ad accettare per due volte, quindi alcuni chiedono un compenso finanziario per la seconda gara.

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"Il tema principale è quello della sostenibilità" ha detto Andrea Albani, direttore del Misano World Circuit a Corsedimoto.com. "Se c’è la copertura finanziaria ci metteremo a disposizione, ma in questo momento già correre una gara è complicatissimo. Tra diritti da pagare alla Dorna e costi organizzativi, se le cose vanno bene normalmente riusciamo a stare in equilibrio, ma senza pubblico questo diventerebbe insostenibile".

"Stiamo valutando diverse opzioni con Carmelo Ezpeleta, ma la vedo difficile" ha ammesso Paolo Poli, direttore dell'Autodromo del Mugello, dove il Gran Premio perderebbe sicuramente tanto senza il pubblico.

Nonostante la reticenza dei tracciati italiani, Ezpeleta è ottimista e ritiene che quest'anno si possa ancora arrivare a disputare 16 gare.

"Se si potessero fare alcune gare fuori dall'Europa, allora sì. Stiamo gestendo un calendario tra le 12 e le 16 gare" ha detto.

Facendo due conti, si potrebbero fare due gare a Jerez, Barcellona, Valencia, Aragon e Red Bull Ring, una a Brno e Misano e forse una al Mugello e a Le Mans. In questo modo si potrebbe arrivare ad un numero tra 12 e 14 gare in Europa tra luglio e ottobre. Se poi la situazione dovesse migliorare fuori dall'Europa, si potrebbe pensere di organizzarne altre due o tre in Asia o in America fino alla fine di novembre.

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