Iscriviti

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia
Analisi

KTM: Portimao deve essere la gara della riscossa

L'avvio della stagione 2021 è stato al di sotto delle aspettative per la KTM, anche se Losail non è mai stata una pista amica. A Portimao però è la Casa austriaca è chiamata alla riscossa, perché a novembre aveva dominato con Miguel Oliveira.

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Il Gran Premio del Portogallo è solamente la terza gara della MotoGP 2021, ma per qualcuno rischia già di diventare uno spartiacque importante. Per la KTM il Mondiale è iniziato decisamente al di sotto delle aspettative, quindi la Casa austriaca è chiamata ad una riscossa, specialmente su una pista come Portimao dove neanche cinque mesi fa aveva dominato con Miguel Oliveira.

Dopo le tre vittorie dello scorso anno, a Mattighofen non si sono ancora azzardati a pronunciare la parola Mondiale, ma l'obiettivo per il 2021 era quello di provare ad inserirsi nella lotta per al vertice su tutti i circuiti. E la realtà non avrebbe potuto essere più distante da ciò nelle prime due uscite stagionali, anche se va detto che un debutto difficile era già stato messo in preventivo, visto che Losail è una pista storicamente poco amica per la RC16.

Nel corso del mese trascorso in Qatar, Danilo Petrucci lo ha spiegato chiaramente a più riprese: la KTM è una moto che ha nella trazione il suo punto di forza, ma che permette anche di frenare molto forte. E' chiaro che su un tracciato come quello qatariota, che offre un buon grip e che richiede soprattutto percorrenza e scorrevolezza, non potesse trovarsi esattamente come nel giardino di cosa.

La cosa era stata evidente fin dai test, ma il direttore tecnico Sebastian Risse non era parso troppo preoccupato da questo, anche se in un certo senso aveva messo le mani avanti: "I risultati non sono certamente quelli che avremmo voluto. Ma non siamo scoraggiati per questo. Sappiamo che il Qatar è una pista speciale. Sia che abbiamo avuto una stagione positiva o negativa, i risultati in Qatar sono sempre stati simili. Non riusciamo a sfruttare i punti di forza della nostra moto. I nostri punti deboli sono più evidenti che su altre piste e siamo consapevoli di questo".

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Dunque, anche se era lecito aspettarsi che sarebbero stati altri i marchi che avrebbero battagliato al vertice, è innegabile che le cose probabilmente siano andate anche peggio del previsto a Losail. Nella gara inaugurale, il GP del Qatar, Oliveira non è riuscito ad andare oltre al 13esimo posto. La settimana successiva ha fatto un po' meglio Brad Binder, anche se sicuramente non si possono fare i salti di gioia per un ottavo posto.

La musica quindi deve cambiare in fretta, anche perché la KTM è l'unica, oltre all'Aprilia che gode ancora delle concessioni, ad aver potuto mettere mano ai motori, bypassando il congelamento imposto dalla pandemia del COVID-19. Avendo perso i suoi vantaggi alla fine del 2020, ha ottenuto una deroga per questioni di affidabilità, visto che quest'anno avrà a disposizione meno unità e che queste quindi dovranno garantire un chilometraggio superiore a quanto stimato lo scorso anno in fase di progettazione.

Questo era una aspetto che in molti ritenevano potesse essere un grande vantaggio, ma che non sembra aver inciso più di tanto. Ma c'è chi pensa che la perdita delle concessioni possa rivelarsi uno svantaggio importante in termini di test, anche se non bisogna dimenticare che la KTM può sempre contare su un tester di altissimo livello come Dani Pedrosa. Indubbiamente, però, avere modo di preparare i Gran Premi con i propri piloti titolari era stata una delle carte vincenti del 2020.

L'occasione per mettere a tacere sul nascere ogni dubbio di crisi però è ghiotta, perché questo fine settimana si va a correre su una pista che invece ha già dimostrato di poter esaltare le caratteristiche della RC16: quello di Oliveira era stato un vero e proprio dominio nell'ultima gara del 2020, con pole position, vittoria e giro veloce, ma anche Pol Espargaro aveva portato un'altra RC16 ai piedi del podio. Se le difficoltà dovessero proseguire anche in Algarve, allora sì che sarebbero problemi.

Petrucci deve "capire" meglio la RC16

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Se c'è qualcuno che ha bisogno di trovare risposte importanti, questo è sicuramente Danilo Petrucci. Dopo tanti anni in Ducati, l'inizio dell'avventura in KTM è iniziata in salita. La RC16 è una moto a misura di "fantino" e il pilota di Terni non è ancora riuscito ad adattarla alla sua mole: ma basta pensare che ci sono ben 22 cm d'altezza di differenza tra lui e Pedrosa, che è il pilota che la sviluppa, per capire il motivo delle sue difficoltà.

Fino ad oggi, a Mattighofen avevano sempre dovuto mettere dei piloti piuttosto piccoli in sella alla RC16, mentre con "Petrux" si sono ritrovati con un ragazzone di 181 cm per 80 kg di peso. Una situazione che ha imposto di andare ad esplorare soluzioni inedite a livello di setting e di bilanciamento dei pesi. Inoltre, anche a livello aerodinamico il suo "ingombro" sta creando delle problematiche di velocità di punta, che non sono state risolte con una carena leggermente più grande che è stata omologata appositamente per lui.

"Tutti mi passano sul rettilineo perché sono troppo lento, e questo è un problema. Perdo tre decimi rispetto alle altre KTM sul rettilineo principale. Questo vuol dire che anche se sono più veloce di chi mi precede, perdo tanti metri in accelerazione e poi sono obbligato a forzare in frenata per riavvicinarmi. Purtroppo la RC16 è molto piccola per me: ho visto alcune foto e sembra quasi che io sia una Moto3 (ride)", ha spiegato Danilo dopo il GP di Doha, concluso al 19esimo, dopo che in quello del Qatar si era ritirato al primo giro per un contatto con Alex Marquez.

"Nelle prove libere sembrava che avessimo trovato delle indicazioni positive, ma in gara poi è stato impossibile rimanere con i migliori, perché nei primi giri mi soprassavano tutti in accelerazione. In frenata il feeling era buono, ma questo mi portava ad entrare in curva con troppa velocità, quindi le gomme si sono surriscaldate fin dal terzo giro. Probabilmente, per via della mia stazza, abbiamo fatto un assetto troppo estremo per la KTM", ha aggiunto.

E' lecito pensare quindi che per lui i problemi si siano amplificati, visto che si è ritrovato senza metri di paragone su una pista poco adatta alla sua nuova moto. Una pista sulla carta amica come Portimao potrebbe quindi essere un bell'aiuto per Danilo per trovare la strada giusta da seguire. E ne hanno davvero bisogno sia lui che la KTM.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente MotoGP: Ducati aspira a mantenere le sue sei moto nel 2022
Prossimo Articolo Márquez: "Ho ascoltato i medici e il mio corpo per tornare”

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Italia