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Analisi

KTM coltiva talenti, ma occhio a non bruciarli come Red Bull

La KTM ha messo sotto contratto a lungo termine alcuni dei prospetti più interessanti del panorama del Motomondiale, come Raul Fernandez e Pedro Acosta. Con loro però non deve avere fretta come ne ha avuta con Iker Lecuona, "rottamato" in neanche 13 mesi, a meno che non voglia farsi la nomea di "Red Bull" della MotoGP.

Iker Lecuona, KTM Tech3

Iker Lecuona, KTM Tech3

Gold and Goose / Motorsport Images

Si può avere solo 21 anni ed essere già considerati un pilota rottamato dalla MotoGP? Anche se può sembrare un paradosso, questa è la dura realtà dei fatti per Iker Lecuona, ragazzo valenciano con cui probabilmente la KTM ha avuto troppa fretta in tutti i sensi.

Probabilmente abbagliata dall'operazione che era riuscita a Razlan Razali, che con la Petronas SRT era stato capace di trasformare una scommessa come Fabio Quartararo in un contendente al titolo, la Casa di Mattighofen ha provato a sua volta a puntare sulla linea giovane quando si è ritrovata costretta a riempire la falla generata in Tech3 dall'addio anticipato di Johann Zarco e dalla conseguente promozione del rookie Brad Binder nel Factory Team per il 2020.

Qui però va già fatto un distinguo importante: Quartararo non aveva ottenuto i risultati sperati in Moto3 e Moto2, ma si era affacciato nel Mondiale dipinto come un talento cristallino, che veniva già indicato come possibile erede di Marc Marquez e comunque nel 2018 aveva fatto vedere qualche lampo di classe in sella alla Speed Up nella classe di mezzo. In un certo senso, si poteva quindi parlare di rischio calcolato, anche perché la compagine malese aveva già nell'altro lato del box un pilota su cui fare affidamento come Franco Morbidelli.

Iker Lecuona, KTM Tech3

Iker Lecuona, KTM Tech3

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Lecuona invece era un giovane di belle speranze, che aveva fatto il salto nel Mondiale direttamente in Moto2 nel 2016 e quindi aveva avuto bisogno di tempo per iniziare a mostrare qualcosa di interessante, come il primo podio nella sua Valencia nel 2018 o quello ottenuto l'anno successivo in Thailandia. In mano aveva già un contratto per correre con Red Bull KTM Ajo nel 2020, il passo giusto per proseguire la maturazione in Moto2 in un top team. Dai piani alti però è arrivata una di quelle offerte difficili da rifiutare: il treno della MotoGP non è detto che passi una seconda volta nella carriera di un pilota, ma può anche diventare una lama a doppio taglio se le cose non vanno come sperato.

Senza saperlo, Lecuona si è ritrovato catapultato in un mondo più grande di lui proprio nel momento peggiore, perché la pandemia del COVID-19 ha reso a dir poco anomala la stagione 2020. Frenetica, con tante doppie gare e con pochissimo tempo per fare dei test (KTM aveva ancora le concessioni). Un contesto nel quale l'esperienza poteva fare la differenza quasi quanto il talento e se c'era qualcosa che mancava al ragazzo valenciano era proprio questa.

Innegabilmente, il suo è stato un debutto al di sotto delle aspettative, perché non è mai riuscito a fare meglio del nono posto (GP d'Austria e GP di Teruel), mentre l'altro rookie Brad Binder è stato capace addirittura di regalare la prima, storica, vittoria alla KTM in MotoGP a Brno e il suo compagno di squadra Miguel Oliveira, che poteva però contare su un anno in più d'esperienza, si è imposto sia in Stiria che in Portogallo. Come ciliegina sulla torta poi si è ritrovato costretto a saltare le ultime due gare della stagione: la prima per essere stato a contatto con un positivo al COVID-19 e la successiva per aver contratto lui stesso il virus.

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Brad Binder, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: KTM Images

A questo quadro già complicato di per sé, si è aggiunto un altro fattore a complicargli la vita: la KTM si è vista soffiare Jorge Martin, che dopo due anni con i suoi colori in Moto2 ha preferito svincolarsi ed esordire in MotoGP con la Ducati nel 2021. Un episodio che ha fatto scattare nella testa del CEO Stefan Pierer ed in quella del responsabile motorsport Pit Beirer il terrore di poter perdere altri talenti promettenti che avevano fatto la trafila nelle categorie addestrative con il brand austriaco.

Purtroppo per lui, di talento alle sue spalle ne è arrivato davvero tanto: in Moto2 è stato chiaro fin da subito che quest'anno la corsa al titolo sarebbe stata riservata solo ai portacolori Red Bull KTM Ajo, il figlio d'arte Remy Gardner ed il rookie dei record Raul Fernandez, che con i suoi sette successi da esordiente ha già eguagliato un certo Marc Márquez. Come se non bastasse, sulla scena della Moto3 ha fatto irruzione Pedro Acosta, che alla seconda gara nel Mondiale è stato capace di vincere partendo alla pitlane e la settimana prossima a Misano si giocherà il suo primo match point iridato.

Mentre nelle categorie inferiori i piloti KTM dominavano la scena, in MotoGP si sono ritrovati a fare i conti con una RC16 che nelle prime uscite ha avuto un rendimento al di sotto delle aspettative, almeno fino a quando al Mugello sono arrivati un nuovo telaio ed una nuova benzina per i due piloti factory. Un pacchetto che ha permesso ad Oliveira di imporsi a Barcellona (successo poi bissato da Binder in Austria, ma in una gara rocambolesca), ma che nel box del team Tech3 è arrivato troppo tardi, quando ormai i giochi per il futuro erano praticamente fatti.

Raul Fernandez, Red Bull KTM Ajo

Raul Fernandez, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Lecuona quindi si è ritrovato ad essere scartato dalla MotoGP dopo neanche 13 mesi dalla sua prima gara (lo scorso anno il campionato era cominciato a metà luglio a causa della pandemia), quindi senza avere neanche il tempo di maturare: l'annuncio ufficiale di Gardner è arrivato subito dopo il Mugello, nei primi giorni di giugno, ma a chiudergli definitivamente la porta è stato quello della promozione di Fernandez, avvenuto in occasione del Gran Premio di Stiria, che ha completato la line-up Tech3 per il 2022.

E la cosa curiosa è che Iker le cose migliori ha iniziato a farle vedere subito dopo, rischiando di salire sul podio nel pazzo GP d'Austria caratterizzato dall'arrivo della pioggia, concluso poi al sesto posto, ma soprattutto chiudendo settimo sull'asciutto a Silverstone.

Per certi versi, il percorso di Lecuona può ricordare quello di un ex pilota di Formula 1, il suo connazionale Jaime Alguersuari. Il catalano era stato gettato nella "vasca degli squali" a soli 19 anni da Helmut Marko, che lo ha messo al volante della Toro Rosso a stagione in corso nel 2009, con un'esperienza ridotta nelle formule addestrative, per poi scaricarlo due anni più tardi, proprio quando stava iniziando a dimostrare che tutto sommato un posto nel Circus se lo poteva meritare.

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Lecuona è riuscito a trovare un buon paracadute, perché il prossimo anno sarà un pilota ufficiale della Honda nel Mondiale Superbike, ma ora la KTM deve stare molto attenta a non commettere gli stessi errori già fatti dal suo sponsor principale, Red Bull, che con la sua filiera ha bruciato troppo in fretta diversi talenti promettenti: basta pensare a Sébastien Buemi, poi tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans, o al due volte campione di Formula E Jean-Éric Vergne. Non si può non ricordare poi la facilità con cui ha "retrocesso" Daniil Kvyat e Pierre Gasly o con cui ha lasciato andare Carlos Sainz Jr., trovandosi costretta a guardare altrove per avere un pilota da affiancare a Max Verstappen.

Fernandez ed Acosta sono sicuramente due grandi talenti, probabilmente i due più interessanti del panorama futuro, ma vanno preservati e gli andrà dato il tempo per crescere e maturare senza dare giudizi affrettati. Cosa che al momento sembra essere già un po' sfuggita di mano a Beirer, considerando che Raul non ha nascosto che avrebbe preferito proseguire un altro anno in Moto2 piuttosto che approdare alla corte di Hervé Poncharal (ma dietro a questo malumore c'era anche il corteggiamento di SRT), e che ad Acosta è già stato fatto un contratto che prevede il suo sbarco in MotoGP nel 2024. Forse un passo più lungo della gamba per un ragazzo che ha già fatto vedere cose fenomenali, ma ha pur sempre solo 16 anni e non ha mai guidato neppure una Moto2.

Senza dimenticare che in casa ci sono già due piloti giovani, che però possono vantare un buon bagaglio di esperienza oltre ad aver già vinto tutti i cinque Gran Premi portati a casa da KTM: Binder ha già un contratto fino al 2024 e a breve dovrebbe arrivare il rinnovo anche per Oliveira. Ma anche il figlio d'arte Gardner, che a tre gare dal termine è leader in Moto2, merita una chance per mettersi in mostra senza troppe pressioni. Toccherà quindi a Beirer metterli tutti nelle condizioni di sfruttare il loro talento e di non pestarsi i piedi a vicenda. Se non ci dovesse riuscire, la MotoGP rischierebbe davvero di aver trovato il suo Helmut Marko.

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing

Miguel Oliveira, Red Bull KTM Factory Racing

Photo by: KTM Images

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