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Intervista

Esclusivo, Stoner: "Non vedo tutta questa crescita nel livello della MotoGP"

Ecco la seconda parte dell'Intervista a Casey Stoner che Motorsport.com ha realizzato al Sepang International Circuit, quando era impegnato nei test di MotoGP riservati ai collaudatori.

Casey Stoner, Ducati Team

Casey Stoner, Ducati Team

Ducati Corse

Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team, Michele Pirro, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner
Casey Stoner, Ducati Team, Michele Pirro, Ducati Team

Come vedi gli alti e bassi che ha avuto la Yamaha lo scorso anno?
"E' molto difficile da capire. Guardando dall'esterno, è impossibile dirlo. Maverick ha iniziato l'anno con molta fiducia, dopo essere stato veloce nel pre-campionato. Ma è molto facile perdere la fiducia e la direzione dopo un paio di cadute. E' ancora giovane e non ha molta esperienza in MotoGP. Possono cercare molte scuse sulla moto, ma penso che non sia cambiata così tanto nell'arco della stagione e quando i piloti di Tech 3 hanno usato lo stesso telaio, non hanno riscontrato gli stessi problemi".

Allora pensi che sia stata una questione di piloti...
"A mio parere, sì. Ci sono sempre dei pro e dei contro, ma passare dall'essere straordinariamente competitivi e i migliori a lottare per la top 10... C'è qualcosa in più del pacchetto secondo me".

Quando hai iniziato in MotoGP, l'impressione è stata che hai imposto una reazione a tutti. Pensi che Marquez stia facendo lo stesso?
"Penso di sì, ma allo stesso tempo è difficile da dire. Tutti dicono da anni che il livello continua a salire, ma per me, essere capace di tornare quattro anni dopo il ritiro e fare dei tempi simili ai migliori...Significa che non io non vedo tutta questa crescita. Penso che siano i trend a cambiare: quando focalizzarsi sulle linee, quando sulla guida e quando sul personaggio. Io correvo contro Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa e sono ancora lì a vincere delle gare e a lottare per il titolo. E' sempre una questione di adattarsi: stile di guida, molto, elettronica...".

E riguardo ai rischi che i rivali devono affrontare se vogliono lottare con Marquez?
"Io sono ancora in grado di fare gli stessi tempi con meno rischi, quindi penso che ci sia il modo di essere veloci senza rischiare troppo. Come ho detto, ci sono piloti in grado di vincere senza spingere come Marquez. Marc ha il suo stile ed è incredibile. Il modo in cui riesce a sentire quando sta per perdere l'anteriore e a riprenderlo è qualcosa che non ho mai visto in questo campionato. Senza dubbio, questa è la sua forza. Tutti hanno punti di forza, o le moto le hanno. Ci sono pro e contro per tutto. Rischiare è una cosa molto buona, ma se riesci a trovare il modo di fare le stesse cose con meno rischi è molto meglio".

Ti senti a tuo agio con la tua vita attuale? Quanto pensi di continuare a farla?
"Continuerò a farlo fino a quando smetterò di divertirmi a guidare, quindi dovrò vedere in futuro quando succederà. Ma finché riesci a goderti il piacere della guida, poi da parte mia mi piace lavorare più a stretto contatto con gli ingegneri. A volte è difficile ottenere i risultati che vorresti, ma io cerco sempre di spingere anche in questo ruolo: Jorge e Dovi sono i miei piloti, quindi devo fare di tutto per aiutarli ad essere più competitivi. Più hanno successo e più mi sento orgoglioso per averli aiutati a riuscirci. Quando correvo, ho sempre apprezzato il nostro collaudatore e ora so quanto lavorava duramente".

Com'è lavorare per gli altri quando sei stato due volte campione del mondo?
"Non ha più niente a che fare con prima. Parliamo dell'assetto, per esempio. Facciamo la prima uscita, cerchiamo un bilanciamento e se è giusto, teniamo lo stesso per l'intero test. Forse possiamo cambiare l'altezza della moto, ma solo per capire che differenze ci sono. Ma in realtà, non cambiamo il setting. Da quando mi sono ritirato, non ho mai cambiato un set-up per essere più veloce sulla moto. Una volta trovata una buona base, la utilizziamo per fare delle comparazioni".

Ti sei ritirato quando avevi 27 anni e ora ne hai 32. Sei sorpreso dal fatto che Rossi stia ancora correndo a 38 anni?
"Non proprio. Ognuno è fatto a modo suo. Mick Doohan, per esempio, ha iniziato a vincere dei titoli molto tardi ed ha continuato a farlo anche nella metà dei trenta. Le persone che fanno le gare di Iron Man, che sono tra le più in forma al mondo, solitamente danno il meglio tra i 35 ed i 40 anni. Dire che c'è una fascia d'età per fare certe cose è stupido. Se Valentino ama ancora correre ed è competitivo, non c'è motivo per cui debba ritirarsi. E' ancora una delle opzioni migliori per un team factory e porta un grande valore al campionato".

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