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Intervista esclusiva, Stoner: "Mi aspettavo di più da Jorge Lorenzo"

Casey Stoner ha rilasciato un'interessante intervista esclusiva a Motorsport.com durante i test svolti a Sepang. Qui vi offriamo la prima parte, mentre la settimana prossima potrete leggere la seconda.

Casey Stoner, Ducati Team

Foto di: Ducati Corse

Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team, Michele Pirro, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team, Michele Pirro, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team

Si è ritirato cinque anni fa, ma Casey Stoner rimane ancora un'attrazione nel paddock della MotoGP. Il pilota di Southport ha partecipato ai primi test privati della stagione 2018 a Sepang, dove la Ducati gli ha chiesto di dare una prima valutazione della nuova Desmosedici dopo averla guidata per due giorni.

Per Jorge Lorenzo ed Andrea Dovizioso sembra essere arrivato il momendo di provare a ripetere ciò che l'australiano ha fatto nel 2007, quando ha regalato alla Casa di Borgo Panigale la sua prima ed unica corona iridata. Durante uno dei momenti di pausa, Stoner si è concesso per una chiacchierata con Motosport.com. Ecco la prima parte della sua intervista.

Considerando che non guidi più la MotoGP troppo spesso, come ti prepari per un test come questo? E dal punto di vista fisico come arrivi alla fine di queste sessioni?
"Fisicamente finisco molto stanco. Non c'è niente che puoi fare per prepararti a guidare una MotoGP. In realtà, lo puoi vedere anche con i piloti titolari: dopo il primo test pre-campionato, sono tutti distrutti. Dal mio punto di vista, il fatto di non guidare per cinque o sei mesi e poi venire a fare questo test, rende le cose un po' complicate. Faccio tutto ciò che è possibile, ma è difficile preparare i muscoli. Sono arrivato un po' impreparato a questi test in Malesia. E' nata la mia seconda figlia, Caleya Maria, e non ho avuto problemi a dormire, ma ho preso un virus che mi ha impedito di fare qualsiasi genere di allenamento per un paio di mesi. Tra la bambina, il virus e tutto, mi sono allenato solo durante l'ultimo mese ed è per questo che sono un po' impreparato".

In un momento come questo, quando devi decidere la strada da seguire con la moto nuovo, cosa ti ha chiesto la Ducati?
"Prendiamo come riferimento una configurazione standard, diciamo che la moto non è impostata per me. Cerchiamo un bilanciamento, poi cominciamo a provare nuove parti e a fare comparazioni. In generale, hai sempre gli stessi commenti dai piloti, o almeno quasi sempre. Cerchiamo di non seguire la direzione di un pilota, ma di comparare cose diverse: forcelloni, mappe del motore e cose di questo tipo. Io faccio molte comparazioni, ma l'ultima parola è sempre quella dei piloti, che devono dire cosa preferiscono".

Quanto sei stato vicino a correre un Gran Premio negli ultimi due o tre anni? C'è stata una possibilità reale?
"Certo che c'era. Sono stato vicino a tornare a correre in GP per due volte, ma la situazione e le circostanze non erano quelle giuste. C'erano due gare in cui ero abbastanza sicuro di correre, ma poi non è andata".

Ti sei sentito più competitivo con la Ducati del 2017 o con quella del 2007, con la quale hai vinto il titolo di campione del mondo?
"Nel 2007, ad eccezione del motore, la moto non aveva niente di buono. Avevo problemi ad entrare in curva ed anche in uscita. In frenata era buona ed andava molto bene sul rettilineo, ma era tutto molto difficile. Ora abbiamo un pacchetto migliore".

In termini generali, questa generazione della Desmosedici è la migliore che hai mai guidato?
"No, la moto del 2009 era davvero impressionante, nonostante non stessi lottando per il Mondiale perché non potevo (gli era stata diagnosticata un'intolleranza al lattosio). Ora tutte le moto sono diventate molto competitive, qualsiasi moto può vincere in qualsiasi momento. Diciamo che la nostra moto attuale è più equilibrata e che abbiamo più possibilità di fare risultato su ogni circuito".

Dovizioso ti ha sorpreso l'anno scorso?
"Sicuramente. Non posso mentire e non lo può fare neanche Andrea. Probabilmente anche lui ha iniziato la stagione senza aspettarsi di essere così competitivo. Detto questo, il suo atteggiamento, il metodo di lavoro e tutto il resto hanno funzionato molto bene l'anno scorso. E' sempre stato molto attento nelle gare: sapeva quando gestire le gomme e quando spingere. Ha fatto una stagione fantastica e forse l'unico punto negativo è stato che quando non vinceva, normalmente era un po' in difficoltà, troppo indietro. Ha perso tanti punti in queste situazioni".

E di Lorenzo cosa dici?
"Non mentirò: mi aspettavo di più da Jorge. Posso capire che nove anni con un costruttore sono lunghi ed è difficile quando si passa a guidare una moto molto diversa con cui bisogna prendere confidenza. Penso anche che Jorge abbia faticato ad adattarsi alle gomme Michelin quando hanno iniziato a modificarle un po'. Lo abbiamo visto diventare più forte con il passare delle gare, ma presumo che quest'anno potrà essere più spesso in lotta per il podio e per la vittoria. Vedremo, ma sì, mi aspettavo un po' di più da lui".

La nuova moto ti sembra più adatta a lui?
"Sì, sarà meglio per lui e per tutti guidare una Ducati. A Jorge piace guidare la moto in una maniera un po' particolare ma, come avete visto, ha iniziato a sentirsi più a suo agio alla fine dell'anno scorso e le sue prestazioni sono diventate simili a quelle di Andrea. Con stili di guida completamente differenti, sono arrivati allo stesso punto. Se facciamo qualche passo avanti, entrambi ne trarranno vantaggio".

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