Iannone: "Riconosciuta la mia innocenza, ma ho perso"
Il pilota dell'Aprilia ha sottolineato ai microfoni di Sky Sport 24 che il suo è il primo caso di contaminazione alimentare che abbia portato ad una squalifica per doping di 18 mesi. Per questo farà ricorso al TAS.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
La sentenza che ha condannato Andrea Iannone a 18 mesi di squalifica per doping rischia di restare nella storia, perché il portacolori dell'Aprilia è stato di fatto scagionato, essendo stata riconosciuta la contaminazione alimentare per la sua positività, ma per lui c'è stata comunque una pena importante.
Il pilota di Vasto ha commentato la cosa a caldo ai microfoni di Sky Sport 24, spiegando che sta provando a guardare le cose in maniera positiva, in vista anche dell'appello che presenterà sicuramente al TAS, essendo anche forte di un esame del capello che non presenta sostanze dopante fin dalla scorsa estate.
"La notizia dello stop questa mattina mi ha colpito molto, non ce l'aspettavamo per com'erano andate le cose. Guardiamo la sentenza in modo positivo, è stata riconosciuta la mia innocenza, anche se fondamentalmente abbiamo perso perchè siamo stati squalificati lo stesso per 18 mesi. Faremo certamente ricorso al TAS. Ma poteva anche andare molto peggio" ha detto Iannone, che era risultato positivo al Drostonalone in occasione del Gran Premio di Malesia dello scorso anno.
Andrea non si è voluto sbilanciare su quando potrà tornare in pista, anche se ancora una volta ha sottolineato l'incongruenza della sentenza, ma pure il grande lavoro dell'avvocato Antonio De Rensis: "Non lo so, ma una cosa certa: il mio è il primo caso per contaminazione alimentare che abbia portato a una sospensione. Ringrazio il mio avvocato, mi ha trattato come un figlio, senza di lui la situazione in questo momento sarebbe sicuramente diversa".
"Questo periodo è stato il più duro di tutta la mia vita, molto difficile da accettare. Ho pensato di tutto, non è stato facile ma ogni giorno ho cercato di trovare la forza per andare avanti e dimostrare la mia innocenza. Ancora non ce l'ho fatta al 100%, ma questo è il mio obiettivo. Poi voglio tornare in moto il prima possibile".
Di fatto, la sua squalifica gli è stata inflitta per non aver prestato attenzione all'elenco delle sostanze non consentite. Anche in questo caso, però, il #29 si è difeso dicendo che per chiunque è impossibile sapere che tipo di carne sta mangiando quando si siede in un ristorante.
"Quando andiamo nei ristoranti non abbiamo la possibilità di scegliere carne contaminata o non contaminata, nessuno di noi sa cosa sta mangiando con certezza. In questa sentenza c'è un'incongruenza tra regolamento e ciò che noi viviamo, bisognerà capire in futuro se sia possibile trovare un punto d'incontro" ha concluso.
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