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Iannone: "Il lavoro più grande per far crescere la Suzuki credo di averlo fatto io"

Il pilota di Vasto, secondo a Phillip Island, è orgoglioso del lavoro fatto quest'anno insieme ai tecnici di Hamamatsu, che ha reso la GSX-RR molto competitiva. Però c'è anche un po' di rammarico per l'imminente separazione.

Il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP

Gold and Goose / Motorsport Images

Quella di Phillip Island sembrava un'occasione davvero ghiotta per Andrea Iannone per ritrovare una vittoria che a lui ed alla Suzuki mancava da un paio d'anni. Il grande ritmo mostrato per tutto il weekend del GP d'Australia lo aveva fatto indicare come il grande favorito per la gara di oggi. Tuttavia, un paio di erroririni di troppo e la battaglia con le Ducati gli hanno impedito di reggere il ritmo di Maverick Vinales, ma non di chiudere la gara al secondo posto, conquistando il suo quarto podio stagionale, il settimo per la Casa di Hamamatsu.

"Potevamo giocarcela, però può capitare di fare qualche errorino, perché dovevo spingere per cercare di arrivare sul rettilineo con un po' di margine per non farmi superare. E' andata così, ma alla fine sono stato bravo a riuscire a recuperare senza distruggere la gomma. La seconda posizione non è assolutamente un brutto risultato, soprattutto dopo una battaglia in cui ho dato il 100%. Alla fine ho fatto anche dei giri impressionanti, recuperando 1"5 su Vinales, però questo non è bastato" ha detto a caldo Andrea.

Poi il pilota di Vasto ha spiegato perché non è riuscito a sfruttare al massimo il potenziale della sua GSX-RR: "Le Ducati sono molto veloci sia in frenata che in rettilineo e noi quando siamo dietro di loro non riusciamo a sfruttare il nostro punto di forza, che è la percorrenza di curva e dell'inserimento, quindi alla fine abbiamo pagato questo. Abbiamo perso tempo dietro di loro".

In ogni caso, "The Maniac" ci ha creduto fino alla fine, anche se riprendere Vinales sarebbe stato quasi impossibile: "Ci ho provato ed ho anche rischiato di distruggere la gomma dietro. Negli ultimi due giri infatti avevo uno spinning ed uno slide impressionante, ma ho continuato a spingere perché volevo avvicinarmi il più possibile a Vinales. Ho recuperato 1"5 negli ultimi quattro giri, ma più di così era davvero difficile fare".

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E la convinzione è che i risultati quest'anno avrebbero potuto essere anche migliori se lui e la Suzuki avessero deciso di continuare insieme anche l'anno prossimo: "Penso che noi quest'anno siamo cresciuti bene. Sono certo che il nostro rapporto fosse continuato, anche delle altre gare sarebbero potute andare meglio, facendo gruppo e sull'onda entusiasmo. Ormai io sono fuori da questo team, quindi i risultati che riesco a fare valgono doppio".

Andrea non ha nascosto anche il dispiacere, perché pensa di aver contribuito, e parecchio, alla crescita della GSX-RR: "Mi dispiace, perché penso che dopo un anno sofferto come il 2017 ho dato delle indicazioni importanti ed ho fatto crescere la moto. Alla fine è inutile prendersi in giro, il lavoro più grande per questo sviluppo insieme agli ingegneri penso di averlo fatto io. Ci sono ancora tante cose da migliorare, ma non sta più a me dire in che direzione bisogna andare. Io mi limito solo a lavorare per il mio weekend. Ma penso che se avessimo continuato insieme, avremmo potuto fare di più".

Quando poi gli è stato domandato come mai secondo lui la Suzuki abbia deciso di prendere una strada diversa, ha aggiunto: "Non lo so e non lo capirò mai, è difficile da dire. Il 2017 è stato un anno complicato per entrambi ed hanno deciso così. Avere Andrea Iannone in un team come questo, molte volte è comodo, ma può anche essere scomodo. Perché Iannone è un pilota che vuole vincere e pretende determinate cose. Suzuki ha preso un collaudatore ed ha messo insieme un test team in Europa per permettere tutto ciò. Il 2018 è andato in modo diverso, penso di aver dimostrato molto, soprattutto quando è arrivato il materiale legato alle mie richieste, i risultati hanno iniziato a venire sia con me che con Rins. Alla fine io sono contento di questo, di aver contribuito alla crescita della Suzuki".

Il futuro si chiama Aprilia e Iannone è molto motivato. Chiede solo a tutti di avere pazienza e non lasciarsi andare a giudizi affrettati: "Mi aspetto di dover partire da zero, ma sono molto carico. L'importante è che voi giornalisti non ricominciate a dire che sono finito se faccio 15esimo. Lavorerò come ho fatto l'anno scorso e quest'anno e piano piano torneremo su. Bisogna aver fiducia, io non l'ho mai persa e la dimostrazione è che oggi dovete dire che c'è un grande Iannone".

Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont

Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: il vincitore della gara Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP, il terzo classificato Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: il vincitore della gara Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP, il terzo classificato Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
Podio: il secondo classificato Andrea Iannone, Team Suzuki MotoGP
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