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Iannone: “Ho iniziato a prendere la squalifica con filosofia”

Andrea Iannone ripercorre i suoi momenti dolorosi dopo la squalifica per doping e racconta di aver cambiato il suo approccio a questa nuova vita lontano dalla MotoGP. Tuttavia, il pilota di Vasto afferma di non aver mai smesso di allenarsi e di tornare in moto appena può.

Andrea Iannone, Aprilia Racing Team Gresini

Gold and Goose / Motorsport Images

La carriera di Andrea Iannone si è interrotta bruscamente alla fine del 2019, quando a campionato concluso delle accuse di doping lo hanno costretto a intraprendere una battaglia che ancora oggi gli impedisce di tornare in pista. Il pilota di Vasto è stato sospeso momentaneamente a dicembre del 2019 per essere risultato positivo a un controllo antidoping, ma l’ex portacolori Aprilia ha sempre professato la propria innocenza portando in tribunale le prove della sua “pulizia”.

In attesa di ulteriori sviluppi della vicenda, anche Aprilia, all’epoca team in cui militava Iannone, era rimasta in sospeso nella speranza di ritrovare il proprio pilota in sella alla RS-GP il prima possibile, visto che inizialmente la FIM aveva disposto una squalifica di 18 mesi, riconoscendo una possibile contaminazione alimentare. Ma la Casa di Noale si è trovata costretta a mettere in atto un piano B quando il 10 novembre 2020 il TAS di Losanna ha dato la sentenza definitiva: Andrea Iannone sarebbe stato squalificato per quattro anni.

Inutile era stata la controprova, un esame del capello a cui il pilota si era sottoposto volontariamente per dimostrare la propria innocenza. Sono passati ormai poco più di due anni dall’ultima gara di Iannone in MotoGP, ma in questo tempo non ha mai smesso di allenarsi né di cercare la motivazione. Il pilota di Vasto conclude la squalifica alla fine del 2023, e il sogno di rilanciarsi quando avrà 35 anni non è da escludere. In un’intervista a Verissimo, Iannone ripercorre i suoi primi passi nel mondo delle moto e il momento più duro della sua vita, quello della squalifica che però oggi ha imparato a vivere in maniera diversa.

“La mia passione per il motociclismo è iniziata da bambino, avevo 3 anni – esordisce il pilota ripensando agli albori della carriera – Penso che i miei genitori avessero sacrificato tutto quello che potessero sacrificare nella loro vita pur di dare a me la possibilità di perseguire questo sogno. Non c’è giorno in cui non ci penso, potevamo perdere tutto per colpa mia. Io mi ricordo questo aneddoto: eravamo a tavola a casa e avevo 13 anni. Bisognava iniziare a fare i primi sforzi economici importanti per poter fare il salto. Perché dalle minimoto dovevamo passare alle moto da gran premio, quelle che si vedevano in televisione, quindi il campionato spagnolo, l’italiano. Mio papà mi ha guardato e mi ha chiesto ‘ma vuoi continuare a giocare così come stiamo facendo o vuoi fare sul serio?’. Io quell’anno avevo vinto il campionato italiano nelle minimoto e gli avevo risposto che volevo continuare, volevo fare sul serio”.

Andrea Iannone, Aprilia Racing Team Gresini

Andrea Iannone, Aprilia Racing Team Gresini

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Come tutti i giovani atleti che sognano in grande, anche Andrea Iannone ha dovuto fare delle scelte sin da ragazzino, che lo hanno portato a dover sacrificare alcuni aspetti della vita ‘normale’: “Da lì sono iniziati i sacrifici veri, quelli un po’ più duri. Ma non solo economicamente, anche per me. Io alla fine ero un ragazzino e dovevo diventare un po’ grande. A quell’età hai voglia di divertirti, di vivere la tua età, andare col motorino. Magari il sabato sera uscire al pub con gli amici della scuola...io quelle cose le ho un po’ saltate, perché nei weekend ero alle gare e non a casa. Non è stato un sacrificio perché in quel momento era quello che volevo, però poi quando cresci ti rendi conto di aver perso alcune cose che non puoi recuperare, ma non me ne pento, anzi. Ne sono assolutamente felice e orgoglioso”.

Il debutto mondiale, le battaglie con Marc Marquez in Moto2, l’esordio in MotoGP e la vittoria con Ducati. La carriera di Iannone ha subìto una brutta battuta d’arresto nel 2019, in maniera totalmente inaspettata e dolorosa: “Penso di aver perso la mia vita ovviamente, mi svegliavo la mattina per allenarmi, andavo in moto. Quella è stata la vita che ho fatto sin da bambino fino a due anni fa. Quando te ne privano ti senti un po’ disorientato e ti chiedi ‘ma cosa è successo?’, tutto da un giorno all’altro. È stata una grande lezione di vita, che non si può spiegare. Come mi sono sentito quando mi hanno detto che sarei stato squalificato per quattro anni? Ho elaborato e capito con il tempo, già prima della sentenza avevo capito che questa era una cosa scritta e non è stato bello. Quando capisci le cose ancor prima che accadano non è mai bello perché ti chiedi come sia possibile che già sai come finisca e ancora debba esserci la sentenza”.

“Penso che sia stato molto complesso, mi sono sentito molto male e ho sofferto inevitabilmente. È molto difficile da raccontare, ma sono uno che reagisce abbastanza velocemente e cerca motivazione ogni giorno, da qualsiasi cosa. Quindi alla fine, dato che quello che è accaduto era così inspiegabile, ho iniziato a pensare che magari sarebbe potuto accadere qualcosa di peggio, di più grave. Allora doveva andare così. Quindi ho iniziato a prendere questa cosa con filosofia, ad accettarla. Ho iniziato anche un po’ a guardare intorno a me cosa mi offrisse la vita e oggi sono qua”, afferma con orgoglio.

Iannone poi continua ad affermare la propria innocenza, ricordando anche la spontaneità nel voler fare l’esame del capello. Nonostante la condanna, l’abruzzese continua ad allenarsi e, perché no, a sperare che il 2024 gli riservi qualche sorpresa: “Alla fine per 16 anni ho fatto qualsiasi tipo di controllo, anche fuori dalle gare, e sono sempre risultato negativo a qualsiasi tipo di sostanza. La cosa che più mi inorgoglisce è che mi sono proposto di fare l’esame del capello spontaneamente, senza che nessuno me lo avesse chiesto, e ovviamente è risultato negativo a qualsiasi tipo di sostanza. Io a fine 2023 finisco di scontare la squalifica, ma io non ho mai smesso di allenarmi, vado in moto quando posso. È un po’ complesso perché non ho la licenza, quindi devo trovare i giorni giusti per allenarmi con la patente di guida e non con quella da pilota, perché non ce l’ho più. La riavrò solamente tra due anni, quindi quando ci sono turni dove guidare con la patente, vado sempre”.

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