Iannone ha chiesto le controanalisi: l'esito il 7 gennaio?
Il pilota dell'Aprilia ha chiesto che venga analizzato anche il secondo campione di urine prelevato a Sepang, dopo che nel primo era stato riscontrato positivo ad una sostanza che fa parte degli steroidi anabolizzanti androgeni esogeni. Per i test però è una corsa contro il tempo.
Andrea Iannone, Aprilia Racing Team Gresini
Gold and Goose / Motorsport Images
Andrea Iannone ha fatto il primo passo, ma ora può solo aspettare. Il pilota dell'Aprilia, risultato positivo ad un controllo antidoping effettuato in occasione del Gran Premio della Malesia e sospeso provvisoriamente dalla FIM, ha infatti presentato la sua richiesta di analizzare il secondo campione di urine prelevato a Sepang per dare il via alle controanalisi.
Un passaggio fondamentale per quello che verrà nelle prossime settimane, ma che ora gli imporrà di avere pazienza durante le feste natalizie, perché bisognerà attendere l'anno nuovo per avere l'esito, come spiegato dal legale del pilota di Vasto, Antonio De Rensis, alla Gazzetta dello Sport.
"La richiesta delle controanalisi è stata effettuata, ora bisogna aspettare i tempi: la data presumibile dell’esito è fissata per il 7 gennaio. Solo allora sapremo il dato certo delle sostanze e il quantitativo rilevato, fondamentale per tutta la dinamica. Fino ad allora servono prudenza e cautela" ha detto De Rensis.
Se il secondo test dovesse dare esito negativo, per Iannone si sarebbe trattato solo di un brutto sogno. Nel caso in cui dovesse esserci un secondo risultato positivo, invece, la situazione potrebbe complicarsi, anche perché ci sarebbe solamente un mese di tempo prima dell'inizio dei test collettivi a Sepang. Anzi, l'Aprilia godendo delle concessioni farà debuttare la RS-GP 2020 nello shakedown che scatterà il 4 febbraio.
In quel caso ci sarebbe certamente un ricorso alla Corte Disciplinare Internazionale, anche perché Iannone avrebbe comunque diritto a difendersi per dimostrare di non aver assunto volontariamente questa sostanza che fa parte degli steroidi anabolizzanti androgeni esogeni proibiti dalla WADA e la pista ritenuta più probabile al momento rimane quella della contaminazione alimentare.
In particolari legate a possibili carni trattate con steroidi che Iannone potrebbe aver mangiato nelle cinque settimane passate in Asia tra il GP della Thailandia e quello della Malesia.
Il problema è che la Corte Disciplinare Internazionale ha a disposizione fino a 45 giorni per depositare il suo verdetto dopo l'udienza. Questo vuol dire che Andrea rischierebbe molto seriamente di saltare i test di Sepang, a meno che non voglia richiedere la sospensione del blocco dell'attività sportiva, mossa che il regolamento gli consente, ma che per il momento i suoi legali sembrano aver voluto preservare proprio come asso nella manica.
Nel caso in cui dovesse andare male anche questo passaggio, ci potrebbe essere un ulteriore grado di giudizio al TAS, ma è chiaro che i tempi diventerebbero sempre più lunghi e per Iannone sarebbe praticamente impossibile essere regolarmente al via della stagione 2020.
Il primo scoglio da superare però ha già una data fissata, quella del 7 gennaio. Fino ad allora, il resto possono essere solamente congetture.
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