Guidotti: "Dura lasciare Pramac, ma KTM è una sfida personale"
Nella sua prima apparizione pubblica da quando è approdato in KTM, Francesco Guidotti ha detto di aver lasciato il Pramac Racing perché gli mancava lavorare in una struttura ufficiale, precisando che il suo ruolo sarà quello di tenere unita la squadra.

Con il mercato piloti 2022 che non ha regalato scossoni, l'addio di Francesco Guidotti al Pramac Racing è stato uno dei fatti più significativi dell'inverno in MotoGP.
Non tanto per il suo arrivo in KTM, dove aveva già lavorato anni prima, ma perché si tratta di un cambio di scenario che ha colto di sorpresa la maggior parte degli attori coinvolti. In primo luogo, Paolo Campinoti, proprietario del team satellite della Ducati, dove Guidotti ha avuto un ruolo chiave come team manager.
Nel suo nuovo ruolo di direttore sportivo della Casa austriaca, il manager italiano ha parlato ai media in occasione della presentazione del programma MotoGP della KTM, prima di partire per Sepang, dove la settimana prossima inizieranno i primi test del 2022.
Quando si tratta di definire il suo ruolo, Guidotti si vede come un mix tra uno psicologo ed un coordinatore del gruppo, la cui principale aspirazione sarà quella di mantenere il senso di appartenenza in un team di oltre 40 elementi.
Dovrà anche fare da ponte tra la struttura ufficiale, che schiera la coppia di piloti formata da Brad Binder e Miguel Oliveira, ed il team Tech3, che invece porterà in pista Remy Gardner e Raul Fernandez, la coppia di rookie che si è contesa il titolo della Moto2 nel 2021, con l'australiano ad uscirne vincitore alla fine.
"Non sono venuto a Mattighofen con l'idea di cambiare qualcosa o qualcuno. Ho trovato tecnici molto motivati. KTM non ha bisogno di cambiamenti, ma di cose da coordinare e organizzare meglio", ha spiegato Guidotti.
"KTM mi ha chiesto di tenere uniti tutti i membri del team. Devo cercare di mantenere tutti calmi e fare in modo che lascino i problemi a casa. Non sono venuto qui per imporre qualcosa. Voglio solo raggiungere il nostro obiettivo rimanendo fedele alla filosofia KTM", ha aggiunto.
Quando gli sono state domandate le ragioni che lo hanno portato a lasciare il Pramac Racing, Guidotti ha speso solo delle buone parole per la squadra che ha rappresentato negli ultimi anni, anche se ha spiegato che la sfida che gli è stata offerta era troppo attraente per rinunciare.
"Lasciare Pramac è stata una decisione molto difficile, ma tornare in un team ufficiale è qualcosa di speciale. Lavorare in fabbrica, per uno come me che è così appassionato di moto, ti porta in un'atmosfera diversa. Ti permette di essere molto più coinvolto nello sviluppo tecnico. Non ho lasciato Pramac perché mi trovassi male, ma perché questa è una sfida personale", ha detto Guidotti.
Quando si è appresa la notizia della sua firma, si è discusso parecchio della tempistica, che aveva permesso a Guidotti di vedere da vicino la Ducati GP22 nei test di Jerez. Tuttavia, sia il marchio di Borgo Panigale che il diretto interessato hanno chiarito che non c'è motivo di preoccuparsi per questo.
"Non sono un tecnico, la mia esperienza è più sportiva, quindi non posso portare niente dal punto di vista tecnico", ha concluso.
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