Allarme Ezpeleta: "Può darsi che non si corra nel 2020”
Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna, contempla la possibilità che la stagione 2020 della MotoGP non si possa disputare per gli effetti del Coronavirus. Scatta l'allarme in MotoGP...
Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna
Akhil Puthiyedath
La pandemia del COVID-19 che ha fermato l’intero pianeta ha già costretto a rimandare sei gran premi. Per prima è arrivata la cancellazione della gara della MotoGP in Qatar, dove hanno corso solo Moto3 e Moto2. Successivamente sono stati posticipati gli appuntamenti della Thailandia, di Austin e dell’Argentina, che sono stati spostati alla fine della stagione. Gli ultimi a crollare sono stati i Gran Premi di Spagna e Francia, che ancora non hanno una data fissata. Inoltre, l’incertezza generata dalla propagazione del virus lascia pensare che nei prossimi giorni si aggiungeranno alla lista anche Italia e Catalogna.
In questo modo, le previsioni più ottimiste portano a pensare che si inizi dal Gran Premio di Germania, previsto per il 21 giugno. Questa potrebbe essere la data in cui il campionato inizierà se l’impatto del Coronavirus inizia a diminuire. Tuttavia, al momento nessuno si azzarda a dare una data certa sul ritorno alla normalità e si arriva addirittura a dire che ci potrebbe essere la possibilità che la stagione 2020 non venga disputata.
“Nel peggiore dei casi pensiamo questo – afferma Carmelo Ezpeleta in un’intervista con La Razón, giornale spagnolo – bisogna contemplare questa ipotesi, ma abbiamo tempo. Ovviamente potremmo non correre, ma spero di no. Non per le gare, ma per l’umanità”.
Il CEO di Dorna si mostra aperto a qualsiasi tipo di cambiamento, a condizione che si possa correre appena le condizioni lo permetteranno: “Contempliamo alternative di qualunque tipo. È meglio fare una gara a porte chiuse che non farla. Sicuramente le condizioni economiche per un promotore che non può avere il pubblico non sono le stesse. Una volta cancellato Le Mans, vedremo Mugello e Catalogna, che sono le successive. Non posticiperemo nulla all’improvviso, ragioneremo gara per gara, come abbiamo fatto con Jerez. Se un giorno abbiamo il semaforo verde, vediamo in che condizioni potremo farlo”.
Anche se il regolamento della FIM stabilisce un numero minimo di gare per rendere valida una stagione, le circostanze eccezionali che stiamo vivendo attualmente fanno sì che questa cifra possa calare: “Il regolamento dice che bisogna disputare un minimo di 13 gare, in condizioni normali. Ma non è questo il caso. In accordo con la FIM faremo ciò che potremo, quando potremo e come potremo. Inoltre se potessimo disputare un campionato di 10 gare, io sarei felicissimo. Proviamo a farne di più, ma se in queste circostanze fossimo in grado di farne 10 significherebbe che l’umanità sta bene, che è la cosa più importante. Le gare ora passano in secondo piano”.
Dorna ha annunciato questa settimana una serie di aiuti economici alle squadre per sopravvivere all’assenza di entrate per mancanza di gare: “La preoccupazione ora è di mantenere vive le squadre. Ci stiamo preoccupando per la salute economica dei privati e stiamo gestendo aiuti affinché possano sopravvivere per i prossimi tre mesi. Se non ci sono gare, non prendono soldi dagli sponsor ma devono continuare a pagare. Per questo diamo una serie di aiuti per farli sopravvivere”.
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