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Intervista

Ezpeleta: "I fischi non mi interessano affatto"

Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna e grande capo del Campionato del Mondo MotoGP, condivide le sue impressioni sul momento che sta vivendo il Mondiale con i lettori di Motorsport.com in un'intervista esclusiva.

Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna Sports

Gold and Goose / Motorsport Images

Former Spanish King Juan Carlos with Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna Sports
Carmelo Ezpeleta, Dorna Sports Chief Executive Officer
Carmelo Ezpeleta, Dorna Sports Chief Executive Officer
Carmelo Ezpeleta, Chief Executive Officer DORNA
Podium: winner Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, second place Valentino Rossi, Yamaha Factory Ra
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Polesitter Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Polesitter Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, second place Marc Marquez, Repsol Honda Team, third
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Race winner Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing

Carmelo Ezpeleta parla veloce, forte e chiaro, e in questa chiacchierata con Motorsport.com il CEO della Dorna non tenta di fuggire dalle domande, indipendentemente da quanto possano essere imbarazzanti. Il manager catalano dirige il campionato che probabilmente cresciuto di pinegli ultimi dieci anni. Alla fine della scorsa stagione la MotoGP stata sotto ai riflettori per diverse settimane, per tutta la lunghezza del conflitto tra Valentino e Marc Marquez, un episodio che, se potesse, Ezpeleta vorrebbe cancellare.

Direbbe che la MotoGP sta vivendo il suo miglior momento di sempre?
"Io la penso così ma spero che il meglio debba ancora venire. Tutte le iniziative che abbiamo portato avanti per rendere il campionato pidivertente, competitivo e sostenibile sono stati ripagati. L'anno prossimo, con l'arrivo della KTM ed un nuovo sistema commerciale, miglioreremo ancora".

In che parte questo successo dovuto al management e quanto invece a quello che succede in pista?
"Quello che accade in pista la parte più importante. Il successo è il risultato del lavoro fatto molto tempo fa. Al momento sono 25 anni da quando nata l'unione tra Dorna, FIM, MSMA ed IRTA. E' la celebrazione di un modo di lavorare. Quando siamo arrivati tutte le parti stavano combattendo tra di loro, era un mondo differente. La IRTA era arrabbiata con la FIM e non credevano molto in noi. Dunque, abbiamo cercato di convincere tutti del metodo che avevamo bisogno di implementare. E' più facile ottenere successo quando si è tutti d'accordo".

Tra le mosse fatte per rendere il campionato pisostenibile, quali misure saranno applicate oltre a quelle giimplementate come la centralina unica?
"E' stato stabilito un nuovo sistema commerciale. Dal 2017, ogni costruttore che metterà le moto a disposizione dei team ad un prezzo di massimo di 2,2 milioni di euro, otterrà un bonus di 2 milioni. E i team satellite avranno a loro volta 2 milioni di euro, quindi si potranno pagare quasi interamente i costi del leasing".

Gli Stati Uniti rappresentano un lavoro incompiuto per la MotoGP?
"Il nostro handicap che il campionato si svolge su un calendario che non è comodo per gli USA. Se non abbiamo avuto gare dal 1995 e poi ci sono voluti 10 anni per tornare a Laguna Seca, è anche perchè non c'erano tracciati omologati. Abbiamo fatto molto bene lì e questo ci ha portati ad approdare anche ad Indianapolis e ad Austin. Quello che succede è che gli USA sono un paese e non un'unione di paesi. I costruttori hanno un rappresentante per ogni paese e il primo anno hanno concentrato tutti gli sforzi su Laguna Seca e questo ha avuto un ritorno incredibile. Ma quando siamo arrivati ad Indianapolis hanno dovuto dividere il budget e questo ha reso l'evento meno sostenibile. Ecco perchè pensiamo che sia meglio avere un solo Gran Premio, concentrando tutti i nostri sforzi su Austin, piuttosto che tre".

Cosa si sente di dire alle persone che criticano il campionato perchè lo vedono come una battaglia tra spagnoli ed italiani?
"La gente avrebbe bisogno di avere un po' di memoria. Prendo nota di tutto e mi sono scritto chi ha vinto fin da quando sono arrivato (nel 1992). Ci sono 20 italiani, tre tedeschi, sette australiani, quattro francesi, uno svizzero, un ungherese, quattro americani, sette giapponesi, 22 spagnoli, due di San Marino ed un britannico. Durante i 15 anni precedenti al nostro arrivo vincevano solo gli americani e gli australiani. Si tratta di cicli che cambiano, non una coincidenza. Perché c'erano gli americani? Primo, perché il mercato principale dei costruttori giapponesi è quello americano ed erano interessati ad avere i piloti da quel paese. Alla fine, dipende dalla popolarità del tuo prodotto e dai ragazzi che ci sono in sella. Non c'è nessuno al mondo che crede di essere migliore di Marquez, Lorenzo, Rossi e Pedrosa. Da dove vengono? Vengono da dove vengono. L'atletica è uno sport globale? Allora perché vincono sempre i giamaicani? Hanno degli yogurt diversi in Giamaica? No, è solo che ci sono tante persone che gli insegnano a correre. E in un paese così piccolo tutti sognano di diventare come Bolt".

Rossi che correrà per altri due anni la miglior notizia che potesse arrivare?
"Beh, forse non la migliore, perché vorrebbe dire che, quando si ritirerà avremmo un problema. Valentino è un pilota fantastico. Dimenticate il fatto che sia simpatico, che è molto seguito o altre cose. La cosa più importante è che è molto veloce. E poi, più di tutto, è un ragazzo che ama stare qui e noi amiamo averlo con noi. Rinnovare il suo contratto per altri due anni a 37 anni, significa che si sente di poter essere ancora competitivo. Ora sta ancora correndo, ma penso che rimarrà coinvolto, con la VR46 Riders Academy. E' una buona notizia che lui continui, ma dobbiamo pensare ad andare avanti quando smetterà, indipendentemente dal fatto che lui rimanga in una squadra o meno. Non dimentichiamoci che il nome più popolare in Formula 1 è Ferrari, un uomo che non ha mai gareggiato".

Ecclestone ritiene che la Ferrari ed il GP di Monaco bastino per allestire un campionato...
"Bernie è molto intelligente. Io ho bisogno di qualcosa di più di una Ferrari per mandare avanti il campionato".

Non è preoccupato di come potranno reagire i tifosi quando non ci sarà più Valentino?
"Non posso pensare altro che ci dovremo concentrare per provare a fare il miglior lavoro possibile. Lui può continuare quanto vuole, ma sappiamo che nessuno è eterno. Finchè lui sarà qui, è perfetto. Il giorno che non ci sarà più proveremo a trovare altri elementi e a farli funzionare. Ci sono cose che si possono fare indipendentemente dal fatto che Valentino corra o si ritiri. Perché la gente non può continuare a supportarlo anche quendo smetterà? Ferrari non ha corso quasi mai, eppure il colore rosso ed il Cavallino Rampante sono i due simboli più importanti della Formula 1".

Il fatto che né Rossi né Marquez fossero felici per come finita la passata stagione, significa che le cose sono state gestite nella maniera corretta?
"Non credo che quello che successo sia stato buono per la MotoGP. In quella situazione, per come stavano le cose, il livello di popolarità sarebbe stato comunque elevato. Forse dipende dai paesi, ma in quelli che normalmente ci seguono, non sarebbe cambiato molto. Quella situazione non ci ha aiutato, almeno nel modo che ci sarebbe piaciuto".

Ma non si può negare che questa onda d'urto abbia generato tanta attenzione...
"Potrei sbagliarmi, ma a mio parere non è stata un beneficio per noi. Se avessi potuto evitarla, l'avrei fatto. Tutti hanno visto cosa è successo, dobbiamo trarre le nostre conclusione e lavorare su quelle. Non credo che abbiamo bisogno di quel tipo di pubblicità, anche se siamo stati al centro del mondo per un paio di giorni".

Cosa pensa delle conseguenze che ha portato? Dei fischi, per esempio...
"Non mi interessano affatto i fischi. Si possono commettere degli errori nella gestione del campionato se si vuole controllare l'opinione pubblica. Si tratta di una reazione spontanea di alcune persone, contro o a favore di qualcuno. E hanno il diritto di farlo fino a quando non saranno varcati certi confini. Non posso fare in modo che un uomo dimentichi qualcosa che era importante per lui e per la quale si è sentito offeso. Lui e i suoi tifosi prendono le decisioni ed io non posso fare nulla per fargli cambiare idea. Quello che voglio evitare è che vengano superati certi confini o che certe cose vengano portate in pista. Escluso questo, se fischiano, non è troppo negativo. Messi viene fischiato al Bernabeu e Ronaldo al Camp Nou, ma riescono ad andare oltre".

Intende dire che i piloti sono troppo sensibili?
"La fama ha aspetti positivi e negativi. Quando è successa la questione di Valentino, sono stato insultato da ambo i lati, ma ho accettato la cosa. In primo luogo perché ci sono persone che pensano che abbiamo preso le parti di qualcuno e questo mi preoccupa. Quindi abbiamo deciso di smettere di essere parte dell'organo sanzionatorio. C'erano persone che pensavano che avevamo penalizzato Rossi ingiustamente ed altri che pensavano il contrario. Ecco perché ci siamo fatti da parte, così non potranno più accusarci di nulla. C'è chi pensa che sono amico intimo di Valentino e che lo aiuto, altri invece che gli spagnoli hanno dei vantaggi per via della loro nazionalità. Non ho altra scelta che convinvere con questo, perché non posso controllarlo e perché è sempre stato così: 30 anni fa i piloti si odiavano già".

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