Espargaró: “Nessun ingegnere Honda mi ha mai chiesto di KTM”
Pol Espargaro è arrivato nel 2021 nel team Honda dopo quattro anni come pilota ufficiale KTM, ma sorprendentemente nessuno in HRC gli ha mai chiesto informazioni sulla squadra rivale.
Pol Espargaro, Repsol Honda Team
Repsol Media
Stanco delle promesse non mantenute da Lin Jarvis, che lo doveva portare nel team ufficiale Yamaha, Pol Espargaro ha deciso di lasciare Tech3 a giugno del 2016 per accettare la sfida di KTM. La casa austriaca sarebbe entrata nel mondiale nel 2017 come costruttore.
Per quattro anni, lo spagnolo ha condotto il progetto di sviluppo della RC16, conquistando il primo podio della Casa di Mattighofen nel 2018, a cui se ne sono aggiunti altri cinque nel 2020, ma ormai aveva firmato con Honda.
Ingaggiando un pilota come Pol, che ha guidato lo sviluppo di una moto che da zero è passata ad essere in grado di vincere in MotoGP, risulta facile immaginare che la quantità di informazione di cui dispone possa essere utile per qualsiasi rivale. Ma sembra che questo non sia il caso di HRC.
In un’intervista esclusiva, Motorsport.com ha avuto l’opportunità di chiedere a Pol Espargaro se gli ingegneri HRC si fossero interessati ai “segretI” di KTM, soprattutto riguardo la fruttifera stagione 2020, in cui sono anche arrivate le prime vittorie nella classe regina. “No, la verità è che non hanno mai fatto domande e questa cosa mi ha sorpreso a volte”, riconosce Espargaro. “Ma Honda ha un modo di lavorare molto chiaro e non si concentra troppo su quello che fanno gli altri, interessa poco”.
“Honda crede davvero nel suo potenziale e penso sia normale. Hanno un muscolo incredibile, una forza enorme e dispongono di una tecnologia pazzesca che gli altri non hanno. L’unica cosa che Honda vuole fare è costruire una moto a modo suo e che funzioni, senza copiare gli altri”, analizza il catalano.
Ad ogni modo, sorprende che ingaggino un pilota che ha sviluppato una moto da zero senza chiedere nulla: “Evidentemente ci sono dei dettagli, io sono il primo che spiega cose con cui mi trovavo bene in passato, sia in KTM sia quando correvo in Yamaha. Questo può dare un apporto al team. Ma tutta l’esperienza che mi porto dietro non è una cosa di cui Honda si preoccupa troppo. Si appoggiano a me più per la guida e per ciò di cui ho bisogno per andare veloce, poi traggono le loro conclusioni. Il loro lavoro si basa più su questa informazione che con quello che posso spiegare loro di altri costruttori”.
Pol ha guidato il progetto KTM dal 2017, contando sull’inestimabile aiuto del collaudatore Dani Pedrosa a partire dal 2019, riuscendo nel 2020 a firmare il miglior anno per la casa austriaca dall’arrivo in MotoGP. Tuttavia, nel 2021, e in coincidenza con l’addio di Espargaro, lo sviluppo della RC16 sembra aver subìto una battuta d’arresto.
“Non sono d’accordo”, interrompe Pol. “Sono andati molto bene quest’anno, moltissimo. Ovviamente non sono stati costanti come ero stato io nel 2019, ma hanno fatto podi, vittorie e non penso che io ora manchi loro. Hanno due piloti veloci (Miguel Oliveira e Brad Binder) e dall’anno prossimo arriveranno due giovani velocissimi (Raul Fernandez e Remy Garnder). Non penso che la mia assenza abbia rappresentato un problema, hanno ottenuto risultati molto buoni nel 2021”.
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