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Analisi

Ecco perché l’approdo in Ducati di Bagnaia è “merito” di Rossi

La nascita della VR46 Academy e la rivoluzione in Ducati nata dopo il divorzio da Valentino Rossi sono stati due elementi chiave per l'approdo di Bagnaia nel team di Borgo Panigale.

Francesco Bagnaia, Pramac Racing

Foto di: MotoGP

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Dopo una lunga meditazione, la Ducati ha deciso che nel 2021 nel team ufficiale saranno presenti i due piloti quest’anno impegnati in Pramac, Jack Miller e Francesco Bagnaia. La scelta di Pecco al posto di Andrea Dovizioso, però, non è stata una sorpresa.

In Ducati si è assistito ad un cambio della guardia, salutando un Andrea Dovizioso che ha messo anima e cuore nello sviluppo della Desmosedici GP, un’arma che nel paddock non è mai stata sottovalutata.

Dopo un 2013 privo di successi, Dovizioso ha fatto tornare la Ducati una moto vincente nel 2016 e sebbene sia stato Andrea Iannone a porre fine all’astinenza della Casa di Borgo Panigale, Dovizioso ha rivendicato il suo ruolo di prima guida all’interno del team quando Jorge Lorenzo è diventato suo compagno di squadra l’anno successivo.

Purtroppo il declino nei risultati, passati dalle sei vittorie del 2017 alle quattro del 2018 sino alle sole due dello scorso anno, ha coinciso con un declino dei rapporti tra il pilota ed il team ed una fiducia reciproca che è andata via via scemando.

Andrea Dovizioso. Per il pilota di Forlì il 2020 è stata una stagione letteralmente deludente

Andrea Dovizioso. Per il pilota di Forlì il 2020 è stata una stagione letteralmente deludente

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Fino a quando il contratto di Dovizioso con la Ducati non scadrà non sapremo mai se il pilota di Forlì sia stato in cima alla lista dei desideri della Casa di Borgo Panigale, ma il fatto che non sia stata presentata alcuna offerta prima che le parti si allontanassero definitivamente fa pensare che non lo fosse.

In Ducati ci si era guardati attorno osservando con attenzione Maverick Vinales, Fabio Quartararo e Joan Mir per il 2021, ma il primo ha rinnovato il suo contratto con Yamaha, mentre il francese è stato promosso nel team ufficiale della Casa giapponese e lo spagnolo è stato confermato in Suzuki.

Portare Miller da Pramac al team Ducati ufficiale è stato un passo verso la giusta direzione, specie considerando la giovane età di Jack, ma Miller ha una buona esperienza in MotoGP ed avrebbe potuto e dovuto ottenere più dei nove podi centrati a partire dal 2018.

Se da un lato sarebbe stato comprensibile puntare su Johann Zarco, così come far tornare all’ovile Lorenzo, sin dall’inizio della stagione 2020 era apparso palese come la scommessa migliore sarebbe stata quella di puntare su Bagnaia.

Pecco aveva firmato con la Casa italiana nel 2018, prima ancora di conquistare il titolo in Moto2, e questo fa capire l’alta considerazione che ha Ducati per Bagnaia. La stagione di esordio in MotoGP è stata particolarmente sofferta, specie per adattare il suo stile in frenata alla moto italiana, e ad inizio anno in Ducati hanno voluto vedere i progressi di Pecco prima di prendere una decisione sul suo futuro.

Ed i progressi sono stati immediati. Sin dal secondo appuntamento di Jerez Pecco è riuscito a qualificarsi in prima fila ed è stato in lotta per il successo prima che un guasto tecnico mettesse K.O. la sua moto. Nonostante i due podi centrati dal suo compagno di team in Austria, Bagnaia non è stato in grado di proseguire la sua striscia positiva a causa di una frattura alla gamba rimediata nelle libere della Repubblica Ceca.

Quando è tornato in pista, però, Pecco è stato subito in grado di conquistare il secondo gradino del podio al GP di San Marino e nel successivo appuntamento di Misano ha rischiato di conquistare il primo successo nella categoria prima che una scivolata mettesse fine ai suoi sogni.

Francesco Bagnaia, una caduta improvvisa ha messo fine ai suoi sogni di successo al ritorno dopo l'infortunio

Francesco Bagnaia, una caduta improvvisa ha messo fine ai suoi sogni di successo al ritorno dopo l'infortunio

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Anche la grande rimonta dal 14° posto in griglia in Catalogna sino al sesto finale è stato un risultato di grande rilievo. Che il contratto di Miller sia di un anno con opzione per il secondo, mentre quello di Bagnaia sia di due, fa capire quanto la Casa italiana creda in Pecco.

E’ stato lo stesso Valentino Rossi ad evidenziare la crescita di Bagnaia in questa stagione: “Pecco sta guidando molto bene, perché con il suo stile è in grado di usare la Ducati in modo perfetto. E' anche in grado di risolvere alcuni problemi che la Ducati ha, ma sta anche sfruttando al massimo alcuni vantaggi come il motore e l'accelerazione. La Ducati è una moto ad alte prestazioni, ma non è facile da guidare”.

Il cambio di costruzione delle gomme posteriori Michelin per il 2020 ha dato grossi grattacapi alla Ducati. Dovizioso odia questa gomma perché la sua costruzione ad alta aderenza lo ha privato della sua capacità di staccare tardi ed inserire la moto in curva come era abituato a fare. Il compagno di squadra Danilo Petrucci - che l'anno prossimo andrà alla KTM - ha avuto gli stessi problemi, notando in Catalogna che ora la moto è estremamente sensibile alle variazioni di frenata del motore. I piloti Pramac, invece, hanno avuto molti meno problemi, Bagnaia in particolare.

Dopo aver faticato in frenata lo scorso anno, questo è diventato adesso il punto di forza di Bagnaia. E' in grado di esercitare una pressione molto minore in frenata ma sufficiente a far fermare la moto per poter portare la velocità in curva in percorrenza. Il nuovo pneumatico posteriore offre anche un'ottima tenuta di strada, e lo stile naturale di Bagnaia gli permetterà quasi certamente di sfruttarne i vantaggi, riducendo al minimo i problemi di turning per i quali la Ducati è famosa.

Andrea Dovizioso ha voluto sottolineare le qualità di Bagnaia in frenata e le sue problematiche in questa stagione: “Pecco è in grado di frenare più tardi e di fermare la moto con meno pressione. E’ una cosa difficile da fare perché se sei lento, e vuoi migliorare, normalmente spingi di più e freni in modo più aggressivo e con più intensità. Quello che mi chiede il team è totalmente all’opposto e per me è molto difficile ricreare quello che fa Bagnaia perché non ho mai frenato in quel modo”.

“Quando ci provo non ho la sensazione di riuscire a frenare la moto. Normalmente ogni pilota Ducati frena molto forte, ma quando lo fai non funziona e questa è la spiegazione delle nostre difficoltà. Dobbiamo cercare di essere più veloci, ma frenare in modo dolce quando ci si avvicina alla curva. E’ molto difficile da fare”.

Con le misure di risparmio introdotte a seguito della crisi derivante dal coronavirus è lecito aspettarsi che la Ducati non cambierà molto il prossimo anno e quindi si può ritenere che Bagnaia possa essere legittimamente uno dei candidati per il titolo. Le difficoltà che ha incontrato nell’ultima parte della stagione, infatti, sembrano essere più imputabili alle condizioni climatiche che ad un reale problema di Pecco.

Con la sua guida “dolce”, il piemontese ha bisogno di più tempo dei compagni di marchio per portare la gomma anteriore in temperatura. E nei weekend quasi invernali di Aragon e Valencia per lui è stato particolarmente difficile riuscire a sfruttare il potenziale della Desmosedici GP. Ma con un calendario di gare europee disputate nel periodo giusto dell’anno e con temperature accettabili c’è da scommettere che ritroveremo il Bagnaia che aveva stupito fino a Misano.

Tuttavia le basi per questo sogno sono state gettate quasi un decennio prima. L'ingresso di Bagnaia nella squadra ufficiale Ducati avviene 10 anni dopo l’accordo tra Rossi ed il team di Borgo Panigale a metà del 2010. Valentino aveva siglato un accordo biennale per il 2011 e il 2012, ma come tutti sanno è stato un disastro totale. Nel 2011 Rossi ha conquistato un solo podio in tutta la stagione e si è piazzato settimo in campionato ottenendo così la sua peggiore posizione in classifica nella classe regina (risultato ripetuto poi nel 2019).

Il secondo anno ha visto dei lievi miglioramenti, grazie anche al passaggio dal telaio in fibra di carbonio a quello, più convenzionale, in alluminio, ma alla fine di quella stagione la relazione tra Rossi e Ducati è finita così come il sogno di un pilota italiano in grado di conquistare il titolo su una moto italiana.

Valentino Rossi e la Ducati. Un amore durato due anni e mai sbocciato

Valentino Rossi e la Ducati. Un amore durato due anni e mai sbocciato

Photo by: Ducati Corse

Questo divorzio, però, si è rivelato fondamentale per la Ducati. Gran parte delle ragioni per cui Rossi non ha avuto successo è stata la mancanza di volontà da parte del reparto corse della Ducati di lavorare in modo coerente con il team di Rossi guidato dall'asso Jeremy Burgess. Quando Ducati ha ingaggiato l'ex Aprilia Gigi Dall'Igna come direttore generale per il 2014, ha rivoluzionato e reso competitivo il reparto corse, insegnandogli a lavorare in modo più intelligente. Due anni dopo Ducati ha ricominciato a vincere in MotoGP.

Nello stesso periodo Rossi ha dato vita alla Vr46 Academy fornendo a Bagnaia, così come ad altri promettenti piloti italiani, l’ambiente perfetto per crescere.

Bagnaia è ormai diventato un vero pilota di punta della MotoGP, mentre la Ducati è di nuovo in grado di lottare per il campionato nella classe regina. E per molti versi, entrambe queste situazioni, direttamente e indirettamente, sono scaturite da Rossi...

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