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Intervista

Ecco perché il ‘gigante buono’ Petrucci mancherà alla MotoGP

I giorni di Danilo Petrucci in MotoGP sembrano contati, KTM sta cercando di riorganizzare completamente il team Tech3 per il 2022. Anche se la stagione 2021 del ternano finora non è stata eccezionale, il gigante italiano è diventato segretamente un top runner in MotoGP nell'ultimo decennio e ha portato con sé una personalità di cui lo sport mondiale ne ha maggior bisogno.

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Gold and Goose / Motorsport Images

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È difficile non essere entusiasti all’idea di vedere top rider della Moto2 di quest’anno passare in MotoGP nel 2022 con Tech3 e KTM. Remy Gardner, attuale leader del mondiale della classe intermedia, ha avuto la sua promozione confermata prima della pausa estiva, mentre il compagno di squadra rookie e principale avversario per il titolo Raul Fernandez è pronto per unirsi a lui, come Motorsport.com ha riportato il mese scorso.

Anche se la probabilità di due posti vacanti in Yamaha per il 2022 lascia la porta leggermente socchiusa, sembra che la griglia dell'anno prossimo sarà senza Iker Lecuona e Danilo Petrucci. La mancanza di esperienza nei gran premi e la sfortuna del Covid l'anno scorso rendono il licenziamento dello spagnolo un'eventualità amara. Ma è il ternano che mancherà di più alla griglia della MotoGP.

Petrucci, che nel 2017 ha definito Homer Simpson come suo idolo durante un giro di domande dei fan in una conferenza stampa pre-evento, ha portato con sé uno spirito divertente, avendo forgiato un percorso estremamente unico in MotoGP.

La sua carriera nelle gare su pista è iniziata nel 2006 nella Honda CBR600 Cup proprio in Italia, Petrucci è passato all’europeo Superstock 600 (che faceva parte del mondiale Superbike) prima di passare alle Superstock 1000cc a cavallo dello scorso decennio. Grazie alla seconda posizione finale nel 2011 e al titolo italiano Superstock, Petrux ha trovato un’occasione in MotoGP nel 2012.

Il ternano è stato ingaggiato dal team Ioda per guidare la CRT, che ha iniziato come una Aprilia ART prima che la squadra passasse a un telaio Suter e motore BMW a metà stagione. Nel suo percorso di tre anni con Ioda, Petrucci è entrato in top 10 una volta, conquistando un ottavo in una gara bagnata a Valencia alla fine del 2012. Una mancanza di risultati non era affatto sorprendente dato che il team Ioda era sempre apparentemente sull'orlo del fallimento.

An 11th place finish at Aragon was the best result of a disappointing 2014 with Ioda

An 11th place finish at Aragon was the best result of a disappointing 2014 with Ioda

Photo by: Bridgestone Corporation

“Sì, diciamo che la mia carriera è stata unica perché sono entrato in MotoGP nel 2012 e non ho mai guidato una moto da gran premio, gomme da gran premio, circuiti da gran premio”, ricorda Petrucci mentre si siede per una chiacchierata virtuale con Motorsport.com prima del GP di Germania.

“Era tutto completamente nuovo. Ero veloce, ma nessuno mi conosceva e non conoscevo nessuno nel paddock e nelle piste. Tutto il set-up che abbiamo fatto sulla moto per me era davvero un altro mondo. Inoltre quell'anno avevo una moto CRT che era forse la moto più lenta che abbia mai guidato, perché era anche più lenta della Superstock. Ma è un bel ricordo".

Pochissimi piloti che hanno guidato la CRT hanno proseguito la propria carriera in MotoGP. Infatti, di quel 2012, solo Aleix Espargaro (protagonista nella classe regina in sella al solido pacchetto ART gestito da Aspar prima di passare a Forward Racing per le regole Open nel 2014) e Petrucci sono i piloti ancora in griglia. Danilo, quindi, è stato uno dei "fortunati". Solo che la fortuna non ha avuto nulla a che fare con ciò.

Per il 2015 infatti Pramac gli ha offerto un solido passo avanti per guidare una Ducati. Era un'occasione d'oro che Petrucci non ha sprecato, surclassando senza sforzo il compagno di squadra Yonny Hernandez e conquistando il suo primo podio in una gara bagnata a Silverstone, dopo aver dato del filo da torcere a quelo che poi fu il vincitore della gara, Valentino Rossi, in condizioni per le quali Petrucci è diventato famoso come esperto. Tuttavia, non gli importa molto essere classificato come uno specialista del bagnato.

Nel 2017 Petrucci ha vinto una battaglia interna al team con l’allora compagno di squadra Scott Redding per ottenere una Ducati factory-spec con i colori Pramac nel 2018. Nel 2019 inoltre, Jorge Lorenzo era stato estromesso dal team ufficiale Ducati e Petrucci, che rappresentava un'alternativa più economica, ha colto un'altra occasione d'oro, conquistando la sua prima vittoria al Mugello, al termine di una lotta emozionante con Marc Marquez e Andrea Dovizioso. Ha vinto di nuovo sul bagnato nel GP di Francia nel 2020.

Con i suoi 181 cm di altezza e 80 kg di peso, Petrucci è il pilota più grande della griglia. Questo è sempre stato un problema per lui durante la sua carriera: "Il fatto è che da quando sono entrato nelle gare su pista nel 2006 nella Honda CBR600 Cup in Italia, tutti i team in cui sono andato si sono lamentati della mia taglia. Questa è la storia della mia vita, poi anche in Superstock dicevano 'non possiamo essere veloci con la tua corporatura’. E poi in MotoGP è sempre stata una lotta, ma il fatto è che non sono grasso. Ho solo questa costituzione e lavoro molto".

Size has been a frequent obstacle to Petrucci throughout his MotoGP career

Size has been a frequent obstacle to Petrucci throughout his MotoGP career

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Nel suo primo anno sulla Ducati con materiale ufficiale nel 2018, Petrucci è riuscito a calare il suo peso fino a circa 75 kg. Questo era ancora circa 10 kg in più rispetto al secondo pilota più pesante, ma avere quel peso per il suo tipo di corpo si è rivelato problematico. Petrucci infatti aveva notato che “stava davvero una fatica riuscire a stare sulla moto”. Ha aggiunto un po' di peso, ma la differenza con il resto varia da 15kg a 20kg. Con le regole tecniche della MotoGP sempre più rigide negli ultimi anni, i margini sottili fanno la più grande differenza - e così, Petrucci è diventato una vittima della fisiologia.

Il passaggio della Michelin a una carcassa più morbida per la costruzione del suo pneumatico posteriore l'anno scorso è stato un grosso problema per Dovizioso, ma ancora di più per Petrucci. Questo ha portato a una stagione difficile finora sulla KTM, le dimensioni relativamente piccole della RC16 lavorano anche contro la sua costituzione più grande dal punto di vista aerodinamico. Nonostante la moto avesse vinto ben tre gare nel 2020, Petrucci sapeva che il suo 2021 sarebbe stato duro.

"Ho immaginato che sarebbe stata una sfida difficile – ha risposto quando Motorsport.com gli ha chiesto se fosse rimasto sorpreso di quanto sia difficile il 2021 – Dall'anno scorso, con il cambio di questo pneumatico, faccio un po' di fatica. La costruzione di questo pneumatico è piuttosto morbida, quindi quest’anno ho sempre lottato per mantenere il mio buon feeling sulla moto. Ma poi ho immaginato che sarebbe stata dura, non ci sono così tante grandi aree da migliorare, solo un sacco di piccole cose di cui ho bisogno per fare dei passi in avanti”.

"KTM mi sta aiutando molto, anche la squadra. Oltre i 200 km/h, comincio a non guadagnare velocità come gli altri, quindi in gara è un problema, soprattutto nei primi giri. E poi dall'anno scorso faccio fatica ad avere una buona velocità quando monto la gomma nuova. Ho sempre avuto una buona esperienza nel gestire la gomma posteriore quando è usata e sono sempre abbastanza veloce sul passo. Ma quando la gomma è nuova, è come se il posteriore non sostenesse il mio peso".

Nel 2021, Petrucci non è andato oltre il 17esimo posto in qualifica, rendendo il suo lavoro in gara più difficile. Il suo miglior risultato sull'asciutto è stato una nona posizione al GP d'Italia, mentre le condizioni da bandiera a bandiera a Le Mans hanno permesso a Petrucci di brillare, rimontando dal 17esimo al quinto posto. Ma il suo bottino dopo le prime nove gare del 2021 è di soli 26 punti, restando in un’anonima 17esima posizione nella generale.

Petrucci ha un grande sostegno all'interno di KTM, Pit Beirer ha dichiarato a Motorsport.com: "Abbiamo ancora un lavoro da fare qui in questo paddock, non abbiamo finito, non lasceremo il palco senza essere riusciti ad esibirci insieme. È un grande obiettivo da parte mia. Ma è un così bravo ragazzo, ci piace tanto, ci piace lavorare con lui".

Petrucci ha anche detto che il collaudatore Dani Pedrosa - il suo opposto in termini di dimensioni e peso, che farà un'apparizione come wildcard nel Gran Premio della Stiria del mese prossimo - è stato regolarmente in contatto con lui fornendogli della idee per aiutarlo.

Slippery conditions at Le Mans brought out the best in Petrucci

Slippery conditions at Le Mans brought out the best in Petrucci

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Ma lo pneumatico posteriore è troppo morbido per Petrucci, che fisicamente non può perdere più peso di quello che ha già, quindi fatica a qualificarsi bene. Questo a sua volta ostacola le sue gare. Inoltre la sua dimensione gli fa perdere la velocità massima sui rettilinei - un problema ulteriormente ostacolato nei primi giri da un serbatoio pieno di carburante. E con una MotoGP così serrata, non ci sono più grandi guadagni da fare. Così Petrucci ammette che i suoi problemi nel 2021 “Non sono un problema di KTM, ma un problema mio".

Petrucci ha offerto la sua soluzione ad alcuni dei suoi guai: "Ho bisogno di tagliarmi le spalle per essere più veloce sul dritto". Lo ha detto con un grande sorriso sul suo volto, che mostra esattamente la sua capacità di sorridere sulle domande riguardanti i suoi problemi nel 2021. Ecco perché la MotoGP sarà un posto più povero senza Petrucci nel 2022.

Il ternano ha percorso una carriera insolita in MotoGP e la sua è una vera storia in cui si parte da zero per arrivare alle stelle: ha iniziato con il tristemente poco competitivo e sottofinanziato team Ioda, per poi scrivere il suo nome nei libri di storia come vincitore di una gara di MotoGP su una Ducati ufficiale. Con quel trionfo è diventato uno dei pochi che possono dire di aver lottato con un Marquez in forma e di averlo battuto in una gara per la vittoria. Quando si guardano i nomi di coloro che hanno fatto lo stesso - Valentino Rossi, Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Alex Rins - ci si rende conto che Petrucci sta tenendo una compagnia piuttosto incredibile.

Certo, è probabile che appaia non troppo in alto - o per niente - in qualsiasi lista dei più grandi piloti MotoGP di tutti i tempi con il passare degli anni, ma probabilmente sa anche questo: "Sono completamente soddisfatto di quello che ho fatto perché sono stato l'unico che è stato in grado di fare questo cambiamento e poi durante questi anni anche di vincere gare e stare sul podio. Sicuramente il mio sogno è quello di vincere il mondiale, non so se è ancora possibile, ma di sicuro sono felice per quello che ho fatto".

Tuttavia, non è nemmeno degno di svanire nell'oscurità. E la sua storia è tutt'altro che finita. Sembra impensabile che non riceva qualche offerta decente per il Mondiale Superbike per il 2022, anche se ammette che i problemi che lo trattengono in MotoGP saranno probabilmente solo amplificati su una Superbike e quindi "non è una cosa che voglio provare".

Petrucci celebrates victory over Marc Marquez and Ducati team-mate Andrea Dovizioso at Mugello in 2019

Petrucci celebrates victory over Marc Marquez and Ducati team-mate Andrea Dovizioso at Mugello in 2019

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

In linea con la sua carriera unica fino ad oggi, Petrucci ha rivelato a Motorsport.com che vorrebbe passare al moto rally e affrontare la Dakar dopo la sua carriera in MotoGP: "Una cosa che volevo provare da molto tempo è cambiare completamente, visto che la mia carriera è stata unica. Voglio correre i rally e voglio provarli perché sono abbastanza bravo nel fuoristrada. Ho già provato a navigare e diciamo che se non posso andare più veloce, almeno posso andare sulla distanza. Voglio provare, sono abbastanza vecchio per la MotoGP ma non per il moto rally e ho ancora tempo per imparare. Vediamo cosa mi porta il futuro".

Forse un’opportunità nella Dakar potrebbe arrivare con KTM. Beirer è sicuramente pronto per questo. Se si dedicasse alla Dakar, Petrucci potrebbe diventare il primo pilota della storia a vincere il famigerato rally raid, avendo vinto anche in MotoGP. Anche se questo pezzo di storia non dovesse accadere, per lo meno egli arricchirà il mondo dell'off-road con i bei momenti che ha portato in MotoGP negli ultimi 10 anni...

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Danilo Petrucci, KTM Tech3

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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