Ecco cosa abbiamo imparato nella prima metà della MotoGP 2017
Completata la prima metà del campionato, il responsabile dei contenuti di MotoGP di Motorsport.com, Oriol Puigdemont, pone l'attenzione sugli aspetti più caldi del campionato.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Il Mondiale MotoGP ha raggiunto la sua metà con il GP di Germania ed ora affronta alcune settimane di riposo prima di tornare in pista all'inizio di agosto per il GP di Repubblica Ceca.
Dopo i primi nove appuntamenti della stagione 2017, che si sono conclusi con Marc Marquez in testa alla classifica, passiamo in rassegna gli aspetti più importanti di uno dei campionati più agitati dell'intera storia.
Marquez vive oltre il limite
Non sorprende che Marquez di sempre qualcosa di più per compensare ciò che manca alla Honda e lo abbiamo potuto vedere perfettamente lo scorso anno. Sembra che il campione in carica sia abituato a vivere al limite o addirittura oltre, anche se a volte non paga: dopo l'ottavo GP aveva già all'attivo 13 cadute, appena una in meno rispetto a tutto l'anno scorso. Tuttavia, ha avuto fortuna perché in nessuna di essere ha finito per infortunarsi. Marquez sembra essersi rassegnato a non aspettarsi molto dalla Honda, vedremo quindi se il suo talento ed il suo coraggio saranno sufficienti per lottare per il titolo fino alla fine. Lo spagnolo e la sua squadra vanno in vacanza in testa al Mondiale dopo la vittoria al Sachsenring e per il #93, che ha anche due ritiri, il peggio sembra essere alle spalle.
Vinales ha imparato una lezione dal campionato
Maverick Vinales sembrava imbattibile quando ha iniziato la sua prima stagione con la Yamaha, dopo un inverno brillante. E' stato inarrestabile nelle prime gare del calendario (Qatar ed Argentina). Poi è caduto ad Austin e nelle due gare spagnole (Jerez e Barcellona) ha avuto problemi dovuti alla carenza di grip. Tuttavia, se c'è una corsa che è stata un punto di svolta per lui è quella di Assen. Quell'incidente lo ha costretto ad uno zero in classifica, che gli è costato anche la leadership. Questo però si è trasformato anche in una buona lezione arrivata al momento giusto, quando ha ancora il tempo per combattere per tutto.
Valentino non può essere escluso
Sarebbe un errore molto comune finire per escludere Valentino Rossi, che negli ultimi anni ha dimostrato di essere in grado di trarre vantaggio dalla esperienza per compensare la mancanza di esplosività (cosa che ha senso dato che ha 38 anni). Nonostante non sia al 100% a suo agio con la Yamaha 2017, il pesarese è stato il migliore a gestire il campionato fino a Le Mans. Lì però la sua ambizione ha giocato contro di lui. Il "Dottore" ora è più attivo che mai dopo la bellissima vittoria di Assen, un successo che lo tiene in corsa per il titolo (è a soli 10 punti dal leader). Inoltre sembra essere più a suo agio con il nuovo telaio della M1.
L'anno di Dovizioso
Ovunque ci sia l'opportunità, Andrea Dovizioso si definisce un pilota concentrato sul campionato più che sulla singola gara. Questa costanza è la strategia migliore in una stagione instabile come questa, anche se a volte gli impedisce di attaccare. Quest'anno ci sono diverse variabili come la moto, le gomme o l'asfalto, che stanno regolando le possibilità di ciascuno in un fine settimana di gara. Prova di questo sono le due vittorie del forlivese (Mugello e Barcellona) e il fatto che abbia lasciato Assan da leader iridato per la prima volta nella sua carriera. Questo quindi potrebbe essere per Dovi l'anno per lottare per qualcosa di grande fino alla fine.
Lorenzo e il futuro
Da quando ha guidato la Ducati per la prima volta, Lorenzo ha ripetuto più volte la parola futuro. Il maiorchino ha ammesso che il suo processo di adattamente sta richiedendo più tempo del previsto, ma queste non sono parole di conforto per la Ducati, che lo ha assunto con l'obiettivo di puntare al titolo. Dopo 9 gare con la Rossa, Lorenzo è salito solamente una volta sul podio ed ha raccolto 65 punti, quasi la metà del suo compagno di squadra Dovizioso (123). L'esordio dello spagnolo non è stato tra i migliori in sella ad una Ducati: il suo nome è ovviamente dietro a quello di Casey Stoner, ma anche a quelli di Andrea Iannone, Loris Capirossi, Troy Bayliss e Valentino Rossi. Lorenzo festeggia i risultati di Dovizioso, ma la differenza tra di loro è molto chiara e forse inizierà a pagarne il prezzo.
Pedrosa c'è
Dani Pedrosa ha iniziato la sua 12esima stagione in MotoGP più motivato che mai grazie al ruolo che Sete Gibernau ha assunto nel suo box. Durante la prima parte dell'anno, il pilota catalano ha vinto a Jerez e sembra ancora in grado di lottare per il titolo. Dopo la pausa estiva, Pedrosa affronterà le gare decisive, in cui le sue ambizioni saranno pesate entro le gare asiatiche. Questa nuova versione dello spagnolo sembra in grado di approcciare meglio le difficoltà, quelle legate alle gomme per esempio. La sua nuova mentalità sembra avergli dato solo vantaggi.
La Suzuki ha commesso un errore con Iannone
Finora, se qualcuno ha deluso, questo è senza dubbio Andrea Iannone. Ha compromesso il fantastico progetto della Suzuki. Qualcuno pensava che avrebbe potuto rendere allo stesso livello di Vinales, ma sicuramente nessuno si sarebbe aspettato le sue attuali performance. Iannone ha raccolto solo 28 punti e si trova 16esimo in campionato. Il suo miglior risultato è un settimo posto ottenuto ad Austin. La Casa di Hamamatsu è in una situazione difficile perché il suo pilota di punta ha un contratto di due anni, ma tutti pensano che non possa gestire una situazione così per un'altra stagione. Tuttavia, non ci sono molto opzioni per sostituirlo e sicuramente il pilota di Vasto non renderà semplice la cosa. Una cosa però sembra piuttosto chiara: l'unica opzione è il divorzio.
Zarco e Folger, due nuovi invitati al tavolo dei migliori
Se Iannone è stato la sorpresa negativa di questa prima parte dell'anno, i due rookie della Yamaha Tech 3 sono esattamente l'opposto. E' un piacere godersi le gare di due piloti come Johann Zarco e Jonas Folger. Sono due ragazzi fuori dall'ordinario ed hanno messo in difficoltà anche uno come Valentino Rossi. Questi due sono anche una prova dell'alto livello della Moto2, una categoria in cui apparentemente la meritocrazia prevale sugli altri fattori. Il francese ed il tedesco sono appena dietro ai primi cinque contendenti al titolo e senza dubbio le loro performance saranno cruciali per le sorti del campionato.
La conferma di "Petrux"
Alcuni dubitavano della scelta fatta dalla Ducati affidando una Desmosedici GP ufficiale a Danilo Petrucci nel 2017. Tuttavia, la crescita mostrata dal pilota di Terni sembra aver dato ragione ai vertici di Borgo Panigale. I due podi di Mugello ed Assen, dove è arrivato ad un soffio dalla vittoria, lo confermano come una delle pirme alternative ai big della MotoGP e, come Zarco e Folger, l'italiano potrebbe svoltere un ruolo fondamentale per le sorti del campionato su alcune piste.
Linea verde per l'Aprilia
L'Aprilia sta andando nella direzione giusta. Allo stesso tempo, la sua progressione dimostra l'alto livello di complessità della MotoGP. La sesta posizione ottenuta da Aleix Espargaro in Qatar ha alzato le aspettative, ma presto si sono verificati diversi problemi relativi all'affidabilità del motore. Ora credono di aver trovato la fonte di questi problemi e questo potrebbe essere il modo migliore per fare un passo avanti e cercare di essere sempre nella lotta.
KTM e la realtà della MotoGP
Se si dovesse giudicare l'attuale livello della KTM dalle aspettative che aveva creato il marchio stesso, è evidente che questo inizio in MOtoGP non è stato eccellente. Ma una cosa è il target ed un'altra è la realtà che gli austriaci dovranno affrontare prima di raggiungerlo. La KTM ha un piano adeguato e dispone di risorse sufficienti per progredire rapidamente. E' un percorso lungo e sconnesso, ma i ragazzi di Mattighofen sanno come muoversi su di esso.
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