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Analisi

E' un Mondiale MotoGP che sembra sempre più matto

L'arrivo della Michelin e della Centralina unica nel 2016 ha dato vita ad un campionato MotoGP con molte alternative, che sembra essere ancora lontano dallo stabilizzarsi o forse addirittura più aperto, se guardiamo ai numeri.

Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Foto di: Miquel Liso

Marc Marquez, Repsol Honda Team
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Dani Pedrosa, Repsol Honda Team
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing, Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing
Partenza: Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing al comando
Maverick Viñales, Yamaha Factory Racing, Johann Zarco, Monster Yamaha Tech 3, Valentino Rossi, Yamah
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing leads
Andrea Dovizioso, Ducati Team

Al di fuori della conquista del titolo della MotoGP da parte di Marc Marquez, la scorsa stagione sarà ricordata come quella che ha avuto la bellezza di 9 vincitori diversi nella classe regina, una cifra senza precedenti in tutta la storia.

La principale responsabilità di questa instabilità va ricercata nell'arrivo di due importanti novità: il ritorno della Michelin nel Mondiale dopo sette anni d'assenza e l'entrate in scena della centralina unica.

Alla conclusione della prima stagione, la maggior parte degli attori in causa avevano detto che dopo un primo anno di apprendimento, la seconda stagione sarebbe stata molto più prevedibile e lineare, perché tutti avrebbero avuto una maggiore familiarità con le novità.

Tuttavia, i numeri relativi alle prime sei tappe del calendario indicano esattamente il contrario, con un campionato più pazzo che mai.

Per esempio, l'anno scorso a questo punto della stagione avevano vinto solamente in tre (Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Valentino Ross), mentre sono già quattro quelli che hanno vinto almeno un GP: Maverick Vinales, Marc Marquez, Dani Pedrosa ed Andrea Dovizioso.

Ma c'è di più: dopo le prime sei gare del 2016, il leader della classifica, che a quel punto era Jorge Lorenzo, aveva accumulato 115 punti, mentre Vinales che comanda in questo momento con 105, dieci in meno del connazionale.

Questo lascia presagire che le squadre non hanno ancora imparato a sfruttare tutti gli elementi in causa e questo è più comprensibile se si considera che la Michelin ha introdotto al Mugello una carcassa più rigida, molto simile a quella utilizzata nel 2016.

"Un'altra indicazione sono le cadute che abbiamo visto in questa prima parte del campionato. Tutti sono caduti almeno una volta" ha detto Randy Mamola. "Valentino, per esempio, è caduto a Le Mans perché pensava solo a vincere la gara ed ha provato a prendere l'iniziativa. Invece Maverick al Mugello ha preferito mantenere il secondo posto e non attaccare Dovizioso, pensando di più alla conquista del titolo" ha aggiunto l'ex pilota, oggi analista.

"Quello che è più sorprendente è che la superiorità di una moto più essere limitata ad un particolare circuito, come è successo alla Honda a Jerez, per una questione di combinazione di fattori. Quella stessa moto poi al Mugello è stata pessima" ha continuato lo stutanitense.

"Quest'anno il trend è questo, perché può vincere una Honda, una Yamaha o una Ducati, oppure che Marquez termina sesto come la scorsa settimana in Italia" ha osservato ieri Aleix Espargaro, in occasione della presentazione del GP di Catalunya.

"Questo fine settimana" aggiunge Mamola. "Sarà una buona occasione per capire se qualcuno è riuscito a trovare quella stabilità che finora nessuno è stato in grado di avere".

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