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Ducati: la vittoria di Aragon richiama il passato e guarda al futuro

Duellando contro Marc Marquez nel Gran Premio di Aragon, Francesco Bagnaia ha avuto la meglio e si è assicurato una prima vittoria in MotoGP che inseguiva da tempo. Marquez lo ha paragonato ad una vecchia conoscenza della Ducati e ora Pecco potrebbe finalmente iniziare a lottare costantemente per il successo.

Il vincitore della gara Francesco Bagnaia, Ducati Team festeggia la sua vittoria

Il vincitore della gara Francesco Bagnaia, Ducati Team festeggia la sua vittoria

Dorna

"Ho lottato molte volte contro Dovizioso. Pecco è stato quasi uguale ad Andrea, con un po' di velocità in più in curva". Il commento di Marc Marquez al termine del duello perso contro Pecco Bagnaia nel Gran Premio d'Aragon di domenica scorsa è un'osservazione estremamente pertinente in un fine settimana dominato dalla Ducati.

Bagnaia ha preceduto il compagno di squadra Jack Miller nella prima doppietta in qualifica della Ducati dal 2018, quando Jorge Lorenzo aveva preceduto Dovizioso proprio ad Aragon. Allora, la Ducati aveva già messo alla porta il maiorchino, mentre il rapporto con il forlivese stava iniziando a mostrare le crepe che poi hanno portato alla separazione.

L'atmosfera all'interno del box della squadra ufficiale Ducati lo scorso fine settimana era molto diversa da quella di tre anni fa. E domenica Bagnaia ha convertito la pole nella sua prima vittoria in MotoGP, proprio nel giorno in cui la Ducati celebrava il 50esimo anniversario del suo debutto nella classe regina. Ed è stata anche la prima affermazione della Casa di Borgo Panigale sul circuito spagnolo da quella datata 2010 di Casey Stoner, il suo unico campione del mondo.

Quando Bagnaia e Miller sono stati scelti per la squadra ufficiale nel 2021, la costa è stata messa in abbastanza in discussione dagli addetti ai lavori, visto che alle porte di Bologna avevano deciso di accantonare un tre volte vice-campione del mondo come Dovizioso ed un pilota che aveva già vinto due GP come Danilo Petrucci, in favore di due ragazzi di belle speranze che però non avevano ancora dimostrato molto in sella alla Desmosedici GP.

Bagnaia aveva vissuto un apprendistato difficile nel 2019. Arrivato da campione del mondo della Moto2, era stato velocissimo nei test pre-stagionali, ma poi per buona parte della stagione è stato incapace di adattare il suo stile di guida alle esigenze della Ducati. Nel 2020 invece ha mostrato dei lampi di talento, quando Pramac gli ha messo a disposizione una moto factory, e il miglior risultato è stato il secondo posto nel GP di San Marino. In quello di Andalusia ha visto sfumare un altro podio a causa di un problema meccanico, mentre in quello dell'Emilia Romagno è caduto quando era in testa e sembrava lanciato verso la vittoria. Inoltre è stato costretto a saltare Brno e le due gare al Red Bull Ring, piste sulle carta favorevoli, per un infortunio arrivato nel momento sbagliato.

Ma la sua fortuna lo ha completamente abbandonato nelle ultime cinque gare del 2020, nelle quali ha dovuto fare i conti con quattro ritiri. Risultati poco stimolanti per un pilota che si appresta a fare il salto nel team ufficiale. Tuttavia, anche se la decisione della Ducati potrebbe essere stata influenzata in parte dal desiderio di spendere meno a livello di ingaggi, Bagnaia ha lavorato duramente durante l'inverno per cercare di sradicare i suoi punti deboli, in particolare le sue difficoltà a mandare in temperatura la gomma anteriore.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Questo fattore non ha pesato molto nel caldo infernale di Aragon, ma tre podi nelle prime quattro gare (Qatar, Portimao e Jerez) sono stati una bella dichiarazione d'intenti. In Portogallo le cose sarebbero potute andare anche diversamente se in qualifica non gli fosse stato cancellato il tempo a causa di una bandiera gialla, costringendolo a prendere il via dall'11esimo posto. Al Mugello, aveva un passo con cui poter puntare alla vittoria, ma è scivolato quando era al comando al secondo giro, ammettendo di essere ancora turbato a causa della tragica scomparsa del pilota di Moto3 Jason Dupasquier, avvenuta il giorno prima. Infine, una gomma posteriore difettosa lo ha fatto precipitare dal secondo posto in griglia al 14esimo finale a Silverstone.

"Penso che ogni pilota abbia bisogno di tempo", ha detto Bagnaia dopo la vittoria di domenica. "Ho faticato molto il primo anno, solo a Phillip Island ho chiuso quarto, ma a circa 15 secondi dal primo. Il secondo anno è cominciato bene, ma a volte non ero così veloce. Quest'anno sono stato veloce, ma ho perso diverse possibilità di vincere: a Portimao ho perso l'opportunità di combattare con la bandiera gialla in qualifica, poi al Mugello sono caduto per un mio errore".

"Dunque, ogni volta mi mancava qualcosa. E questo fine settimana abbiamo lavorato in maniera perfetta, quindi non penso che sarà facile vivere un altro weekend, perché non toccare davvero nulla sulla moto è incredibile".

Bagnaia ha detto che fondamentalmente non ha toccato la sua Ducati per tutto il fine settimana per quanto riguarda il set-up. E' stato veloce fin dall'inizio, un'inversione di tendenza rispetto alla doppietta di Aragon del 2020, quando aveva faticato tantissimo a causa delle basse temperature, qualificandosi sempre fuori dalla top 15 e cadendo in entrambe le gare. Al contrario, con il giro della pole di sabato ha battuto di oltre tre decimi il record di Marquez che resisteva da sei anni.

Nonostante questo, Bagnaia credeva che il pilota della Honda fosse messo meglio di lui a livello di passo gara. Aragon è un circuito che gira in senso antiorario come il Sachsenring, dove Marc ha vinto a giugno, quindi lo spagnolo era indicato da molti come il favorito per la vittoria. Anche se non è ancora al 100% della forma fisica, ha sottoposto Bagnaia alla guerra mentale che in gara Marquez ha riservato a tanti altri piloti in passato.

Bagnaia ha preso il comando al via e Marquez ha subito scavalcato Miller alla prima curva, iniziando a seguire la sua Ducati come un'ombra. Cosa che ha continuato a fare per tutti i 23 giri in programma. Entrambi hanno girato con un passo strepitoso, mantenendosi sull'1'48" alto fino al 21esimo giro, quando hanno iniziato a duellare. Dietro di loro invece Joan Mir, terzo al traguardo, è salito sopra l'1'49" già dall'11esimo giro con la sua Suzuki.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Bagnaia ha ammesso di aver commesso quattro errori nel corso della sua gara, dall'esterno comunque è stato praticamente impossibile accorgersene. Il ducatista è stato capace di assorbire tutta la pressione portata da Marquez e riteneva che rimanere davanti lo avrebbe tenuto in una posizione più comoda rispetto a dover attaccare.

"Penso che fossi nella posizione ideale, perché quando si inizia a battagliare nell'ultima parte di gara su una pista come questa, con poco grip, è più facile difendersi, perché chi attacca può finire facilmente largo", ha spiegato Bagnaia.

Infatti, Marquez ha tentato ben sette sorpassi nei tre giri conclusivi. Non sentendosi forte nelle curve a destra come in quelle a sinistra, il suo piano d'attacco è stato condizionato anche dalla sua forma fisica. Così ha sferrato i suoi attacchi alle curve 5 e 15 nel corso del 21esimo e del 22esimo giro, poi alle curve 1, 5 e 12 nel giro conclusivo. Ogni volta però è finito largo e Bagnaia è stato bravo ad incrociare immediatamente e a rimettersi davanti.

Il commento di Marquez sul fatto che Bagnaia sia come Dovizioso, ma con una maggior capacità di far girare la moto, è un fattore chiave nel successo di Pecco. Per cominciare, la Ducati GP21 è probabilmente la miglior moto che hanno realizzato da Borgo Panigale dopo quella che vinse il titolo nel 2007. Sia Miller che Bagnaia hanno notato a Silverstone e successivamente ad Aragon che il passo avanti della moto rispetto agli anni precedenti era stato più che evidente. Ma anche l'anno scorso, l'elemento del repertorio di Bagnaia che ha impressionato i suoi rivali è stata la sua capacità di far girare la Ducati molto meglio degli altri piloti.

E naturalmente, l'unico pilota che è stato capace di imporsi ripetutamente nei duelli testa a testa con Marquez è stato Dovizioso. Dunque, sembra che in Bagnaia la Ducati abbia trovato un pilota simile al forlivese per certi aspetti, ma in altri addirittura migliore del connazionale capace di vincere 15 Gran Premi nella classe regina.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La fiducia della Ducati in piloti del calibro di Bagnaia, Miller e Jorge Martin ha dimostrato di essere stata ben riposta nel 2021, ma anche il sesto posto di Enea Bastianini ad Aragon, su una vecchia GP19 di Avintia, suggerisce che anche un quarto giovane si appresta a fare cose molto interessanti per il marchio bolognese.

Ma la prima vittoria di Bagnaia era attesa ormai da tempo. Prima dello scorso fine settimana, il team manager Davide Tardozzi aveva detto al nostro collega Oriol Puigdemont di fare attenzione a Pecco. E dopo la gara di domenica, gli ha ribadito di essere impaziente di vederlo in azione a Misano.

La sensazione è che questo successo possa aver finalmente spezzato le catene che sembrano trattenerlo da quando è approdato in MotoGP. Con la fiducia di aver battuto Marc Marquez in un duello testa a testa, c'è da essere convinti che d'ora in avanti vedremo un Bagnaia addirittura più forte.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Dorna

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