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Ducati: la doppietta di Jerez è una "svolta" epocale

Sono almeno tre le svolte a cui abbiamo assistito a Jerez: quella della Desmosedici GP, che finalmente "gira" anche su una pista stretta. Quella della stagione di Jack Miller, che ha risposto con una vittoria ad un avvio di stagione deludente. E la trasformazione di Pecco Bagnaia in un top rider a tutti gli effetti, arrivata con la leadership in campionato.

Jack Miller, Ducati Team taglia per il primo il traguardo e vince il GP di Spagna

Jack Miller, Ducati Team taglia per il primo il traguardo e vince il GP di Spagna

Gold and Goose / Motorsport Images

Ci sono certe gare che possono rappresentare un punto di svolta per una stagione o per la carriera di un pilota. Il Gran Premio di Spagna di MotoGP potrebbe esserlo in un senso più ampio della parola, perché una doppietta Ducati su una pista che storicamente le è stata ostica è davvero una svolta che potremmo quasi definire epocale.

Prima del successo di Jack Miller, per ritrovare un'altra vittoria di una Desmosedici sul tracciato andaluso bisogna tornare quasi agli albori dell'avventura della Casa di Borgo Panigale in MotoGP, nel 2006, quando Loris Capirossi aprì la stagione con un clamoroso successo, favorito anche dall'uscita di scena di Valentino Rossi, abbattuto da Toni Elias alla prima curva.

Da allora, Jerez aveva regalato più dolori che soddisfazioni agli uomini in Rosso. Del resto, parliamo di una pista che per caratteristiche sembra più adatta a quelle moto che hanno un grande turning ed una buona percorrenza di curva, come per esempio la Yamaha, piuttosto che ad una che ha i suoi punti di forza nel motore e nella staccata.

Indubbiamente, negli ultimi anni alle porte di Bologna avevano già fatto dei progressi da questo punto di vista e, infatti, nel 2020 Pecco Bagnaia era stato tradito dal motore quando era saldamente in seconda posizione nel Gran Premio d'Andalusia, ma i recenti piazzamenti a podio a Jerez erano stati accolti quasi come delle vere e proprie vittorie.

E' vero che senza il problema fisico che ha colpito Fabio Quartararo nella seconda parte di gara probabilmente oggi staremmo parlando di un doppio podio piuttosto che di una doppietta, ma resta il fatto che comunque Miller fosse ad un solo secondo dal francese quando ha accusato il calo. Inoltre, una Ducati così competitiva obiettivamente non si era mai vista a Jerez.

Segno che probabilmente ora le Rosse sono veramente pronte per essere competitive su ogni tipo di tracciato, anche perché in queste prime quattro gare sono le uniche moto ad essere salite sempre sul podio insieme alle Yamaha.

Ad incuriosire, semmai, è che i due marchi sembrano essersi quasi invertiti i terreni di caccia: le M1 hanno vinto a Losail, dove c'è un rettilineo da oltre 350 km/h, pur avendo evidenti limiti in termini di velocità di punta. Le Desmosedici GP a Jerez, nel regno del turning. Ed è proprio per questo che la parola più appropriata da utilizzare è "svolta".

Miller raddrizza una stagione iniziata male

Podio: il vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Podio: il vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Ma questa non è stata la sola svolta del weekend, perché se c'era qualcuno che ne aveva un bisogno incredibile era sicuramente Jack Miller. Dopo un finale di 2020 ed un inverno da protagonista, in molti lo indicavano come uno dei favoriti nella corsa al titolo, ma soprattutto come l'uomo di punta della Ducati.

Appena si è cominciato a fare sul serio, però, "Jackass" ha deluso le aspettative: è tornato dal Qatar con due noni posti e tante polemiche per il contatto, secondo molti deliberato, con Joan Mir nel GP di Doha, ma anche con un problema di sindrome compartimentale da combattere. A Portimao è andata anche peggio, perché la sua gara è finita dopo pochi giri a causa di una scivolata.

A Jerez quindi aveva assoluto bisogno di ritrovare il miglior Miller e bisogna dire che non ha sbagliato un colpo, anche se questa volta lo ha aiutato un pelino anche la sorte: alla fine della FP3 si era ritrovato 11esimo per pochi millesimi, ma la cancellazione dei tempi di Franco Morbidelli gli ha permesso di entrare direttamente in Q2, nella quale ha artigliato una grande prima fila grazie anche alla scia di Bagnaia.

La sua sembrava una prestazione un po' "alterata" dall'aiuto del compagno di squadra, ma in gara ha dimostrato che non era affatto così, perché è stato l'unico in grado di rimanere al gancio di Quartararo e quindi ne ha potuto approfittare quando Fabio è andato in crisi. A rendere ancora più bella questa sua seconda vittoria nella classe regina, la seconda targata Ducati, è stata l'emozione, che lasciato venire fuori anche qualche lacrima, e che ha fatto capire quanto avesse bisogno di una gara come quella di ieri.

"So che all’apparenza sono uno molto sicuro di sé, ma nelle ultime settimane ho fatto tanta fatica a fidarmi di me e questo è il punto fondamentale, fidarmi di ciò che so fare in moto. Ho avuto tanti dubbi su me stesso", ha detto dopo il trionfo.

"Non ringrazierò mai abbastanza Ducati per l’occasione che mi ha dato di essere qui in questa posizione. È un sogno che si avvera, vincere portando questi colori, è un sogno che ho da tutta la vita. Gigi, Paolo, Davide, fino a Claudio...grazie, grazie dei messaggi delle ultime settimane e di credere in me, significa tantissimo per me".

Bagnaia leader: ora manca solo la vittoria

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Un'altra svolta era già in atto e forse ha preso forma definitivamente a Jerez: la trasformazione di Pecco Bagnaia in un top rider. Il secondo posto è valso il terzo podio stagionale all'ex campione del mondo della Moto2, ma soprattutto gli ha permesso di prendere per la prima volta nella sua carriera la leadership del Mondiale nella classe regina. "Il campionato è ancora lungo, ma proveremo a continuare così", ha detto Pecco, cercando di non dare troppo peso alla classifica.

Il piemontese sembra aver instaurato un grande feeling sia con la moto che con la squadra e questo gli ha permesso di ritrovare quella convinzione e quella consapevolezza dei propri mezzi che nel 2018 lo avevano portato sul tetto del mondo nella classe di mezzo. "So che se spingo posso andare veramente forte e questo mi aiuta molto. Ma soprattutto, la cosa che fa di più la differenza è la confidenza che sto avendo con la moto. Riesco ad entrare e spingere subito. Qualsiasi modifica facciamo la sento in ogni particolare, quindi è una confidenza che mi mancava e che sono riuscito a ritrovare di nuovo", ha spiegato.

Ora gli manca solo un ultimo clic, quello della prima vittoria in MotoGP, ma se continuerà così c'è da scommettere che non dovrà aspettare ancora troppo. Anche perché ora arrivano piste che sulla carta sono favorevoli alla Rossa come Le Mans, ma soprattutto come Mugello e Barcellona.

Tra le altre cose, nella battaglia da giocare con armi completamente diverse con la Yamaha, Pecco sembra convinto che il cavallo vincente sia il suo, almeno in ottica gara, e che se c'è qualcosa da recuperare sulle M1 è soprattutto legato alla qualifica.

"Loro hanno tantissima trazione e quando siamo dietro ci vanno via in uscita di curva. Ma fortunatamente noi abbiamo un grande vantaggio in termini di velocità di punta e in staccata: arriviamo 10 km/h più forte e freniamo nello stesso punto o forse anche oltre, ma riusciamo lo stesso a fermare la moto. In ottica gara, il nostro bilanciamento forse è quello un po' migliore, ma dobbiamo essere un po' più incisivi con la gomma nuova".

Jack Miller, Ducati Team

Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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