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Ducati: il segreto del codone è una soluzione da Formula 1?

Esclusa qualsiasi diavoleria nello scarico, la Ducati Desmosedici GP 17 incuriosisce per il contenitore nel codone: c'è chi ipotizza uno smorzatore di vibrazioni (mass damper) e chi crede all'arrivo di sospensioni interconnesse...

La moto di Andrea Dovizioso, Ducati Team

La moto di Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Jorge Lorenzo, Ducati Team
Casey Stoner, Ducati Team
La moto di Andrea Dovizioso, Ducati Team
La moto di Jorge Lorenzo, Ducati Team
La moto di Jorge Lorenzo, Ducati Team
La moto di Jorge Lorenzo, Ducati Team

La Ducati Desmosedici GP 17 non ha niente di rivoluzionario nello scarico, perché il concetto che è stato mantenuto pure quest’anno è lo stesso del 2016, anche se l’andamento dei terminali Akrapovic è diverso. La farfalla che viene azionata da un motorino elettrico e che parzializza il passaggio dei gas nel tubo posto sul lato destro del codone, consente di avere un diverso effetto risonante nello scarico per migliorare la guidabilità del propulsore ai bassi regimi.

Per spiegare agli appassionati di MotoGP che non sono dei tecnici, bisogna dire che i primi due cilindri del V4 di 90 gradi scaricano in un due in uno che finisce nel terminale basso, sotto alla pedana di destra, mentre i due cilindri posteriori alimentano il tubo che arriva sotto al codone. È ipotizzabile che i due elementi siano raccordati da un piccolo collettore di collegamento e, quando si chiude la farfalla dello scarico a geometria variabile, i gas vengono orientati principalmente nello scarico basso.

Ma niente di più, almeno da non alimentare le voci che avevano preso consistenza su alcuni siti web secondo i quali la Ducati avrebbe usato in MotoGP dei nuovi brevetti Ducati che avrebbero permesso di creare alcuni effetti tipo Jet. A smentire ogni cosa è stato lo stesso Gigi Dall’Igna durante i test che la Casa di Borgo Panigale sta sostendo a Sepang prima con i collaudatori Michele Pirro e Casey Stoner e poi con i piloti ufficiali Jorge Lorenzo e Andrea Dovizioso.

Questo non significa che i tecnici diretti da Dall’Igna non stiano cercando delle soluzioni che possano permettere di ritrovare la down force che si era ottenuta con le alette vietate quest’anno dai regolamenti.

La carena che verrò omologata per la prima gara probabilmente si vedrà solo nell’ultimo test, ma alla Ducati pare che stiano studiando soluzioni alternative per sfruttare il potenziale di quello che è riconosciuto come il motore più potente della MotoGP.

E, allora, l’attenzione dei curiosi si è concentrata nel codone, dove lo scarico centrale ha fatto posto ad un contenitore in carbonio di non si sa che… C’è chi parla dell’uso di un mass damper, un sistema che smorza le vibrazioni che è stato vietato in Formula 1, ma non sembra quella la via percorsa...

In realtà non ci sarebbe da scandalizzarsi troppo se la Ducati seguisse un po’ le linee di sviluppo che hanno avuto certi team di F.1 che avevano dedicato energie e risorse alla messa a punto di sospensioni interconnesse fra l’anteriore e il posteriore, nel tentativo (molto riuscito da parte di alcune squadre) di controllare l’altezza da terra della monoposto traendo vantaggi non solo da un punto di vista aerodinamico, ma anche nella gestione delle gomme.

Si può traslare l’interessante concetto dalle quattro alle due ruote? La risposta ce l’aspettiamo dalla Ducati…

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