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Ducati: ecco il cerchio carenato posteriore. Serve solo all'aero?

Gigi Dall'Igna è sicuro di trovare nello sviluppo aerodinamico della Desmosedici delle soluzioni innovative. Dopo le alette ai lati della carena che saranno vietate nel 2017, ecco la ruota posteriore carenata provata da Pirro.

Michele Pirro, Ducati Team, ruota posteriore carenata

Michele Pirro, Ducati Team, ruota posteriore carenata

Franco Nugnes

Gigi Dall'Igna, General Manager Ducati Team
Michele Pirro, Ducati Team
Michele Pirro, Ducati Team
Michele Pirro, Ducati Team, ruota posteriore carenata
Michele Pirro, Ducati Team
Ducati, alette
Ducati Team CFD rendering delle alette
Ducati Team CFD rendering delle alette
Ducati Team CFD rendering delle alette

Una la fa e cento ne pensa. Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse e guru tecnico della squadra di Borgo Panigale, ha imboccato il filone dello sviluppo aerodinamico in MotoGP e non vuole rinunciare a quello che è diventato un importante tema di ricerca.

Il veneto quest’anno ha lanciato le alette ai lati della carena della Desmosedici che ne hanno migliorato il comportamento in frenata e, soprattutto, limitando l’impennata della ruota anteriore in fase di accelerazione.

La Grand Prix Commission ha bocciato questa soluzione per il 2017, ma la Ducati non rinuncia al lavoro in galleria del vento che viene svolto nel wind tunnel della Fondtech, la struttura di Casumaro (in provincia di Ferrara) che era stata danneggiata dal terremoto dell’Emilia del 2012, e che è stata ripristinata da Jean Claude Migeot.

Michele Pirro, tester della Ducati, nelle libere di venerdì e di sabato con la terza Desmosedici iscritta come wild card al GP di San Marino ha provato una ruota posteriore carenata. Una cover in carbonio copre il cerchio Marchesini per ridurre le turbolenze che si generano con le razze, riducendo la resistenza all’avanzamento e permettendo di aumentare la velocità massima.

L’opportunità di pulire i flussi nel posteriore dovrebbe consentire un maggiore effetto d’estrazione d’aria dalla carena, per cui gli aerodinamici della Ducati stanno studiando al CFD come sia possibile riprodurre i vantaggi delle alette dando una specifica forma proprio alla carena da provare poi alla Fondtech per due giorni al mese.

La realizzazione, infatti, è ancora in fase prototipale e non è escluso che si possano vedere più avanti nella stagione soluzioni più evolute sia come disegno che come costruzione. Il regolamento della MotoGP, infatti, vincola quale può essere la superficie chiusa della moto e pone, quindi, dei vincoli.

Guardando a cosa sta succedendo in Formula 1, i vantaggi potrebbero non limitarsi solo al puro aspetto aerodinamico. Ma su questo tema il riserbo della Casa di Borgo Panigale è assoluto…

È stato particolarmente carino il siparietto a cui abbiamo assistito ieri nell’hospitality della Ducati: mentre Michele Pirro era in conferenza stampa dopo l’ottimo quinto tempo in qualifica, un giornalista ha chiesto al pilota di Martina Franca quali fossero i vantaggi delle ruota carenate. Dal fondo della sala un agitatissimo Davide Tardozzi faceva chiari segni al suo pilota di tacere…

La guerra alle alette portata avanti in modo particolare dalla Honda che ha spinto i Costruttori della Motorcycle Sports Manufacturers' Association (MSMA) a vietarle dal 2017 adducendo motivi di costi e di sicurezza (i profili si sono sempre staccati al minimo contatto con altri piloti e non hanno mai provocato alcun problema fisico), ha solleticato la reazione di Dall’Igna che è più che mai intenzionato a dimostrare come la Ducati sia in grado di introdurre delle soluzioni innovative sulle Desmosedici.

Le alette sono state il primo esempio, ma sulle Ducati arriveranno altre soluzioni interessanti che saranno destinate a far discutere. E conoscendo l’avversità di un mondo come quello del Motomondiale che è rimasto molto tradizionalista e poco aperto alle novità, è giusto temere che possano esserci ostacoli prima del tempo, per cui il riserbo della squadra di Borgo Panigale è più che giustificato…

 

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