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Analisi

Ducati-Dovizioso: il dietro le quinte del divorzio dell'estate

Ecco tutti i motivi del divorzio tra Dovizioso e Ducati, con la Casa di Borgo Panigale che potrebbe prediligere un nuovo ciclo affidandosi a Francesco Bagnaia.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Foto di: motosport.com

Quando sabato scorso ha annunciato la decisione di lasciare Ducati, Andrea Dovizioso ha fornito pochi dettagli preziosi sulle motivazioni che lo hanno spinto a fare questa scelta, ma in mezzo a tutte le ambiguità c'è stata una risposta che sicuramente pone un po' di luce sulla questione.

"Ci sono molti modi di correre. Il mio è quello di correre per cercare di vincere il Mondiale", ha detto Andrea a Motorsport.com. "Il panorama che vedo in Ducati mi ha portato a concludere che fosse meglio andare per strade diverse. Correre tanto per correre, per uno che è abituato a lottare per il vertice e stare al comando, non ha senso".

Se c'è un punto che "Desmodovi" ha voluto sottolineare è che qualsiasi disaccordo sui termini finanziari non è stato un fattore che ha portato alla rottura. Nel corso delle interviste televisive al Red Bull Ring, il manager di Andrea, Simone Battiestella, ha più volte affermato che non erano state soddisfatte alcune condizioni per poter affrontare la questione legata ai soldi.

Il fatto è che a questo punto l'offerta della Ducati non c'era più, mentre mesi prima questa c'è stata. La domanda ora è: cosa è successo? Cosa ha fatto cambiare la situazione sino a portare alla rottura? La risposta è avvolta in una ragnatela di fattori che possiamo cercare di dipanare.

La prima cosa da tenere in considerazione è l'impatto finanziario avuto dalla pandemia da COVID-19, che ha costretto la maggior parte delle squadre ad abbassare i compensi pagati ai top rider. La Ducati non fa eccezione e i nuovi budget che entreranno in vigore per compensare le recenti perdite non possono coprire i 6 milioni di euro che Dovizioso sta percependo in questo momento.

Quindi già il divario tra la cifra che il pilota potrebbe considerare adeguata al suo status e quella che il costruttore è in grado di pagare è già troppo ampio per cercare di colmarlo con un compromesso. Entrambe le parti hanno deciso di resistere e aspettare che l'altro potesse cedere, ma questo non è mai successo.

Al di là dell'aspetto economico, ci sono altri punti di conflitto che si potrebbero non assumere, soprattutto considerando che stiamo parlando dell'unico pilota ad essere riuscito a lottare con Marc Marquez nelle ultime stagioni. uno di questi è direttamente legato al pilota della Honda.

Il puro e semplice dominio di Marquez sulla strada dei sei Mondiali vinti degli ultimi 7 assegnati non ha mai lasciato indifferenti i vertici della Ducati. Questi non sono mai stati a corto di elogi per il catalano, arrivando persino a convincersi che batterlo per il titolo in condizioni normali non fosse un obiettivo realistico. L'infortunio al braccio che terrà Marquez fuori dai giochi almeno sino a Misano (13 settembre) offre a Dovizioso un'occasione d'oro per cercare di vincere il suo primo titolo iridato di MotoGP.

Ma è anche un'opportunità rara che si è presentata solo a causa di un insieme piuttosto unico di circostanze. Con Marquez in forma e in pista, in pochi oserebbero azzardare che Dovizioso potesse batterlo ora, non essendo stato ancora in grado di farlo. Tenendo conto di tutto ciò, la domanda che Ducati si è probabilmente posta è che se battere Marquez è impossibile, che senso ha continuare con un pilota che nel 2021 compirà 35 anni e che costa molto di più delle alternative a disposizione?

La conclusione a cui Ducati è arrivata è divenuta evidente, anche se c'è una cosa di cui potrebbero essere accusati è non dare a Dovi altro tempo per trovare un'altra squadra. Lo stesso Andrea, nella giornata di sabato, ha ammesso: "Non ho un piano B".

I due candidati principali a diventare i compagni di squadra di Jack Miller nel team ufficiale dal prossimo anno sono Francesco Bagnaia e Jorge Lorenzo. Il primo giustificherebbe la decisione della Ducati di privarsi di Dovizioso. La seconda scelta, quella di Lorenzo, farebbe ancora più discutere.

Nel 2021 Lorenzo avrà 33 anni, reduce dalla peggior stagione in assoluto in MotoGP nel 2019 con la Honda e una stagione di assenza dalle corse, avendo fatto solo il collaudatore per la Yamaha. Lorenzo è anche abituato a guidare per tanti soldi, molto più denaro di quanto Ducati possa attualmente permettersi.

Questo creerebbe dubbi sull'impegno di Jorge nella guida e sui rischi che il tre volte iridato di MotoGP potrebbe essere disposto a correre. Dall'altro lato, c'à il rapporto che Jorge ha sempre avuto con il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall'Igna. Proprio Gigi, assieme all'amministratore delegato di Ducati, Claudio Domenicali, avrà l'ultima parola.

"L'opzione di Jorge Lorenzo è stata sul tavolo e potrebbe esserlo ancora", ha ammesso lo stesso Dall'Igna al Red Bull Ring, pur insistendo sul fatto che anche Bagnaia sarebbe perfetto accanto a Jack Miller.

Gli infortuni non arrivano mai al momento giusto, ma per il giovane talento di Pramac - che aveva appena fatto un grande passo in avanti nel secondo turno a Jerez dove stava girando comodamente al secondo posto prima che la sua Ducati lo lasciasse a piedi - ropersi una gamba a Brno è stato particolarmente di buon auspicio.

La forma che il giovane torinese stava dimostrando nella sua seconda stagione completa sulla moto di grossa cilindrata fino alla caduta nelle prove libere in Repubblica Ceca era esattamente quello che la Ducati gli aveva chiesto da quando aveva firmato per loro alla fine del 2017, prima ancora di diventare campione del Mondo di Moto2 nel 2018.

"Pecco" è giovane, è italiano e ha tutte le qualità che Ducati richiede per pianificare la nuova era che lo attende.

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