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Ducati, dietro le quinte dello sviluppo del motore Desmodromico

Intelligenza artificiale, automatizzazione, modelli virtuali. Non è fantascienza, ma è quello che succede all’interno del reparto corse di Ducati. Anche nell’anno in cui lo sviluppo delle moto è limitato, a Borgo Panigale si guarda avanti, proprio come era successo con l’applicazione degli studi di aerodinamica.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Se tanto si era parlato delle nuove appendici aerodinamiche, con Ducati primo costruttore a introdurre le alette in MotoGP, pochi sanno che la Rossa è lanciata nel futuro anche per quanto riguarda lo sviluppo del motore Desmodromico, il gioiello di Casa Ducati. Questo grazie ad AVL, l’eccellenza tecnologica che lavora nell’ombra per proiettare il mondo delle due e quattro ruote in una realtà sempre più virtuale e automatizzata. 

“Quello che facciamo con Ducati é unico”. Classe 1976, Gianluca Vitale, ingegnere elettrotecnico, a 26 anni ha lasciato Napoli dove lavorava all’Istituto Motori CNR per Graz, in Austria, per dedicarsi all’intelligenza artificiale e alla virtualizzazione. L’Eldorado della tecnologia per cui lavora da 19 anni è proprio AVL Racing, un colosso nel settore del engineering service nell’Industria Automotive che conta ben 11.000 dipendenti e si distingue per una spiccata vocazione sportiva con un impegno in 15 campionati: dalla Formula 1 alla NASCAR, al DTM e in MotoGP con Ducati e lavora con tutte le aziende Automotive per il prodotto a livello globale.

“La collaborazione con Ducati è nata 4 anni fa quasi per gioco e da una mia grande passione per le moto e per l’eccellenza italiana, essendo andato via dall’Italia da tanti anni”, racconta Vitale, “il core business della nostra divisione è l’intelligenza artificiale e la virtualizzazione dello sviluppo del powertrain. È una cosa che si fa da tanto nelle quattro ruote, mentre per certi versi è pionieristico nelle due ruote. A differenza delle auto, infatti, le moto piegano e la piega è difficile da riprodurre in simulazione. AVL Racing voleva imparare di più del mondo delle due ruote, mentre il reparto di corse Ducati ha avuto accesso alla nostra tecnologia all’avanguardia”. Così è nata la collaborazione ed oggi AVL è partner tecnico di Ducati. 

Dettaglio della moto del Ducati Team, MotoGP

Dettaglio della moto del Ducati Team, MotoGP

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

“Il mondo delle moto è relativamente piú semplice di quello delle auto, i budget sono piú ristretti e quindi l’approccio allo sviluppo motori è di solito piú pragmatico. Questo ha portato le Case ad usare metodi tradizionali, mentre Ducati si è messa in gioco per esplorare i meandri dell’intelligenza artificiale e della virtualizzazione”.

I vantaggi sono evidenti. Nelle corse il tempo da dedicare allo sviluppo è prezioso e accorciare notevolmente i tempi consente anche di ottimizzare il budget, oltre alle prestazioni. “Quello che prima veniva fatto in manuale, oggi è completamente automatizzato. Non solo, la possibilità di avere dei modelli di riferimento e testare nuove mappature della centralina anche quando il motore non è in sala prova attraverso dei tool automatici permette di fare calcoli e stime in qualsiasi momento”.

Ma qual è la differenza tra il metodo tradizionale rispetto all’automazione? “L’ingegnere di sala prova si muove punto punto sulla mappa. Invece, per utilizzare il motore il meno tempo possibile, i nostri tool procedono per rampe, passiamo lentamente prendendo tutte le misure, tutti i punti intermedi. Sulla base di questi dati si creano dei modelli virtuali che servono poi per le varie mappature”.

L’innovazione è l’automazione del test, la rapidità dello svolgimento (circa un terzo più veloce rispetto al metodo tradizionale) e un’ampia modellistica sulla quale fare la mappatura. Stiamo parlando di tool di valutazione dati molto potenti che consentono di dare immediatamente dei risultati.  Notevole anche il beneficio delle prestazioni perché grazie a tutti i valori intermedi raccolti, gli ingegneri riescono a fare una mappatura più precisa dell’erogazione di coppia.

Il vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Il vincitore della gara Jack Miller, Ducati Team

Photo by: Dorna

Ma quanto dura un motore per la sala prova? “Si parla di ore, per cui l’ottimizzazione dei tempi significa risparmio in tempo di budget ma consente anche una maggiore performance perché procedendo per rampe, abbiamo un numero elevatissimo di dati e quindi di simulazioni”.

In Ducati, il team di lavoro di Gianluca Vitale si interfaccia direttamente con gli ingegneri del Reparto Corse: “il focus quest’anno è la rapidità nel processo delle mappature. Non ci interfacciamo direttamente con i piloti a livello tecnico, ma il mio sogno sarebbe incontrare un giorno Pecco Bagnaia”.

Dalla sala prova alla pista, il motore Desmodromico è un gioiello e i risultati si vedono.

Tre Ducati nei primi cinque posti. La classifica generale a metà stagione parla chiaro sui valori in campo. Fabio Quartararo è l’unico a far volare la Yamaha, dietro di lui l’armata rossa con Johan Zarco, secondo, Pecco Bagnaia, terzo e Jack Miller, quinto. Tre piloti in grado di giocarsi il titolo.

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