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Dovizioso: "Troppi ragazzini? Sono poco maturi anche i grandi"

Anche il pilota della Yamaha Petronas, che è curioso di scoprire la M1 su un tracciato molto diverso come Austin, si è introdotto sul dibattito sulla sicurezza nelle categorie propedeutiche, riservando questa stoccata ad alcuni colleghi.

Andrea Dovizioso, Petronas Yamaha SRT

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La MotoGP è pronta per tornare in pista ad Austin dopo due anni dall'ultima apparizione sul saliscendi texano, ma oggi al Circuit of the Americas si è parlato soprattutto di quanto è accaduto lo scorso fine settimana a Jerez de la Frontera, con la tragica morte del 15enne Dean Berta Vinales, cugino del pilota di MotoGP Maverick, durante la gara della Supersport 300. Il terzo giovanissimo ad aver perso la vita nelle categorie formative quest'anno dopo Jason Dupasquier ed Hugo Millan.

Anche il debrief di Andrea Dovizioso si è aperto proprio parlando dell'argomento, anche se il forlivese ha cercato di fare un punto della situazione senza dare troppi giudizi, ritenendo che una singola opinione non possa aggiungere troppo ad un dibattito che invece ha bisogno di essere condiviso e costruttivo.

"E' un po' complicato, bisognerebbe fare dei ragionamenti con calma e anche con altre persone. L'opinione di una sola persona non serve a niente. Bisogna riunire chi corre in moto, chi fa i regolamenti, chi costruisce i circuiti e ci sono tanti discorsi da fare. L'unica cosa che mi viene da dire, perché è palese è che nonostante siano stati fatti dei salti in avanti enormi a livello di sicurezza, perché le piste sono molto più sicure, per le cadute in cui tu rimani in pista non c'è alcuna soluzione al momento", ha detto Dovizioso.

"Essendo migliorata tanto la sicurezza, a volte ci si dimentica quanto sia facile che accada quello che è successo lo scorso weekend. Le gare di moto sono pericolose e, per quanto ci si spinge al limite, forse ne succedono anche poche di queste cose. A livello di età e di come vengono fatte certe cose, si potrebbe parlare, ma non voglio entrare troppo in questi aspetti", ha aggiunto.

"E' vero che oggi si anticipa tanto e ci sono sempre più giovani che corrono. Magari c'è meno esperienza e c'è troppa voglia di arrivare, però poi non è che vedi atteggiamenti tanto maturi da parte dei piloti più grandi. E' per quello che non voglio sentenziare troppo, ma sparare senza essere obiettivi o costruttivi non serve, quindi dico solo che mi dispiace per quello che è successo", ha proseguito.

Quando poi gli è stato domandato se ritiene che i piloti debbano avere un ruolo più attivo nel dibattito sulla sicurezza, ha detto: "Sicuramente farebbe bene e potrebbe essere utile parlarne. Come in tutte le cose, però, ci sono delle dinamiche con dei soldi dietro, quindi non basta un'opinione per cambiare il regolamento. Se si vuole cambiare qualcosa a livello di età, va fatto un lavoro importante, grosso ed anche a lungo termine. Quando ci sono degli investimenti dietro, non puoi cambiare delle cose da un giorno all'altro. Va bene parlare se uno ha delle idee costruttive, ma poi bisogna vedere quanta apertura c'è per trovare una soluzione".

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Passando all'attualità del weekend, gli è stato fatto notare che fino ad ora ha faticato abbastanza ad essere veloce con la Yamaha, chiedendogli quindi se pensa che guidare una vecchia "Spec B" possa rendere utile il suo contributo anche nell'ottica dello sviluppo della M1 2022.

"Io non so come sia la M1 2021 o come sarà la 2022, ma sono abbastanza sicuro che il DNA della moto sarà quello, per questo penso che sia importante avere a disposizione queste gare da usare un po' come se fossero test, che mi daranno del tempo per lavorare e capire la moto. Fare i due giorni di test a Misano dopo aver già fatto una gara mi ha permesso di sfruttarli di più, anche se in questo modo era impossibile fare un buon risultato dovendo salire su una moto nuova per me. Questo è il modo migliore per lavorare per me in questo momento, anche a livello di feedback che posso dare agli ingegneri in rapporto alle moto che ho guidato in passato. E penso che questi possano essere molto importanti per loro e per lo sviluppo della moto".

Secondo Andrea, è proprio una questione di adattamento alla moto a tenerlo lontano dalle posizioni che contano più che i dieci mesi di assenza dalle gare: "Io non sono stato tanto lontano dalle moto, ma quando tu fai dei test e 13 gare hai degli automatismi che non puoi avere quando riparti dopo 10 mesi. Ma stiamo parlando di dettagli quando fai la qualifica e di quando sei al limite. Non ho percepito delle mancanze dovute al fatto di essere stato fuori per tanto tempo. Però è ovvio che come entri al primo turno del weekend alla 13esima gara dell'anno è diverso rispetto alla prima. Se fossi rientrato con la Ducati, forse avrei fatto meno fatica, quindi i risultati fatti a Misano sono soprattutto frutto di una moto diversa".

Austin è una pista molto differente, con tanti bump, quindi potrà essere molto utile per ingrandire il suo bagaglio d'esperienza con la M1: "Sono contento di essere qui, perché questa è una pista completamente diversa da Misano. Questo è molto importante per il mio adattamento, per capire se avrò lo stesso feeling o se cambierà rispetto a Misano. Penso che i bump potrebbero non essere un problema troppo grosso per la nostra moto, ma che sarà un po' più il grip ad incidere sui movimenti della moto sui bump".

Riguardo ai pronostici per il weekend, Marquez potrebbe avere qualcosa in più degli altri dal punto di vista della velocità, ma fa fatica ad indicarlo come favorito: "Se avessi puntato dei soldi su chi pensavo che avrebbe vinto alla domenica, ne avrei persi parecchi in questi anni, quindi forse non sono la persona giusta per fare un pronostico (ride). Penso che Marc potrà essere molto competitivo, ma che potrebbe fare fatica a vincere, perché questa pista è molto adatta al suo stile di guida ed alla Honda, ma è anche una delle piste più impegnative dal punto di vista fisico. Poi sarà interessante capire le condizioni della pista, perché quelle avranno un effetto importante per tutti. Inoltre ci sarà la nuova carcassa posteriore da considerare, perché l'ultima volta che abbiamo corso qui è stata nel 2019 e non c'era ancora".

Infine, ha detto la sua su una delle notizie di giornata, lo sbarco della Formula 1 in Qatar: "Ci bucano anche quella (ride). Per noi piloti di moto non è bello quando venti macchine di Formula 1 vanno sulla nostra stessa pista, perché vanno talmente tanto forte in curva che quel povero asfalto soffre. Ma vogliono fare più gare possibile e quindi è così".

Andrea Dovizioso, Petronas Yamaha SRT

Andrea Dovizioso, Petronas Yamaha SRT

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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