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Dovizioso: "Per la Ducati è il momento di parlare del futuro"

Il forlivese è molto deluso dopo il sesto posto di Austin e crede che la Ducati abbia bisogno di pianificare una svolta importante, perché con la velocità attuale della Desmosedici non si può lottare per il campionato.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso, Ducati Team
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Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team

Il GP of the Americas si è concluso con il sesto posto per Andrea Dovizioso, ma in casa Ducati la delusione sembra essere davvero grande. A preoccupare il forlivese non è tanto il risultato finale, quanto il gap di 14" dai migliori su una pista che in passato era stata favorevole alle Desmosedici.

"Quello che sta succedendo adesso non va bene. Vediamo gara per gara e magari a Jerez riusciremo ad essere più vicini dell'anno scorso, ma al momento non riusciamo ad essere competitivi quanto vorremmo" ha detto "Desmodovi" dopo la gara di Austin.

Quando gli è stato chiesto se a Borgo Panigale è già scattato un piano d'emergenza, ha aggiunto: "Non c'è un piano ben preciso e questo è l'aspetto più importante. Adesso è arrivato il momento di metterci al tavolino e parlare del futuro. Non si può più parlare di Jerez, di Le Mans o del Mugello, perché siamo un team ufficiale e questa non è la velocità che può permetterci di giocarci il campionato".

Tra le altre cose, Andrea parla di mesi per trovare una svolta, quindi sembrano prospettarsi delle gare complicate per la Ducati: "Che sia fine stagione o il prossimo anno, questo dipende da tutta un'altra serie di fattori. Non avendo un piano sotto mano, non si può fare un pronostico di quanti mesi ci possano volere per fare un cambiamento".

La campanella d'allarme poi suona di nuovo quando Dovizioso sottolinea che non c'è un problema specifico da risolvere, ma una moto da migliorare nel suo complesso: "Bisogna parlare della moto a 360 gradi. Non c'è un aspetto più grave su cui dobbiamo lavorare. E' sempre un mix di tanti aspetti che devono funzionare insieme".

Insomma, tolto il secondo posto in Qatar, questo inizio di 2017 è stato una bella doccia fredda, ma l'unica cosa che si può fare ora è continuare a lavorare a testa bassa: "Non siamo assolutamente contenti e non siamo nella situazione in cui vorremmo essere, però non voglio chiamarla disastro. Io adesso devo essere calmo, non ha alcun senso fare delle sparate. Bisogna stare calmi e lavorare, ma sono io il primo ad essere deluso e a sapere i limiti della moto. Abbiamo del tempo davanti e dobbiamo lavorare".

Informazioni aggiuntive di Oriol Puigdemont

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