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Dovizioso: "Non lo chiamerei stato di grazia, perché quello non dura"

Il pilota della Ducati ribadisce che il quarto successo stagionale è merito del lavoro costruito un tassello alla volta e di un'ottima strategia utilizzata in gara. Ora si sente a tutti gli effetti un contendente al titolo iridato.

Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team, il secondo classificato Maverick Viñal
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso non vuole sentir parlare di stato di grazia dopo la sua quarta vittoria stagionale in MotoGP, arrivata oggi a Silverstone, che lo ha proiettato nuovamente in vetta alla classifica iridata con 9 punti di margine su Marc Marquez costretto alla resa dalla rottura del propulsore della sua Honda.

Secondo il pilota della Ducati, infatti, lo stato di grazia è qualcosa di passeggero destinato a passare, quello che sta vivendo lui invece è qualcosa che ha costruito un tassello alla volta e lavorando duramente.

"Non lo chiamerei stato di grazia, quanto consapevolezza di quello che stiamo facendo. E' più aggiungere tasselli e migliorare più che uno stato di grazia, perché di solito lo stato di grazia non dura molto e non credo che sia questo il caso" ha detto "Desmodovi".

Poi è passato a raccontare la corsa odierna,spiegando che ancora una volta la strategia e la gestione delle gomme hanno avuto un peso fondamentale. E' grazie a questa che è riuscito ad avere qualcosa in più rispetto alle due Yamaha di Valentino Rossi e Maverick Vinales (a loro volta entrambi molto pericolosi in ottica iridata, rispettivamente a -26 e -13) nel finale.

"Questa gara è stata stranissima. O meglio, dopo averla fatta capisco tante cose: in molte gare in prova si spinge, ma poi alla domenica non puoi guidare così. In tanti sono veloci in prova, ma in gara devi essere più costante e gestire le gomme. Questa situazione mi ha permesso di migliorare, perché stamattina perdevo mezzo secondo nel T4 e non avevo idea di recuperarlo. Facendo diversi giri dietro agli altri sono riuscito a limare questa differenza e quindi ho potuto gestire le gomme, arrivando alla fine con un po' più di grip rispetto a Valentino" ha spiegato.

"Non ho visto Maverick gli ultimi due giri, che è stato fortissimo. Sono riuscito a girare 2'02"0 il grip che avevo in trazione, perché in percorrenza perdiamo ancora qualcosa. Non eravamo i più veloci, ma la differenza l'ha fatta la mia strategia. Quando Marc mi ha passato immaginavo che volesse andare davanti, quindi l'ho ripassato subito per andare davanti a Maverick e continuare a salvare le gomme, perché mancavano troppi giri. E' stata una strategia che ha fatto la differenza, perché io e Maverick stavamo controllando e infatti alla fine Valentino ha dovuto alzare il ritmo e ne abbiamo approfittato" ha aggiunto.

Nel finale Maverick Vinales ci ha provato a rifarsi sotto, ma Andrea è riuscito a non perdere la calma: "Mi ero accorto di lui e infatti ho staccato forte alla 16 all'ultimo giro e sono andato lungo. Però è stato un lungo che forse mi ha un po' salvato, perché ho rischiato che mi passasse, però riuscendo a chiudere la curva ho evitato che lo facesse nella curva dopo".

Quando poi gli è stato chiesto di dare un titolo alle sue quattro vittorie di quest'anno, dopo averci pensato un po', ha detto: "Sono state quattro vittorie molto diverse. Mugello direi 'il sogno', Mugello 'lo stratega', in Austria direi 'muscoli o palle'. Oggi invece 'confort zone'".

Anche se con ancora sei gare da disputare, per ora non ne vuole sapere di parlare di campionato, da oggi Dovizioso si sente a tutti gli effetti uno dei principali candidati nella corsa al titolo 2017 della MotoGP.

"Oggi credo che sono entrato definitivamente nella lotta per il Mondiale. Fino ad oggi ne facevo parte, ma sempre con il dubbio che prima o poi sarei calato. Vincendo una gara ancora diversa, su una pista così complicata, non essendo veloci durante le prove, ci considereranno al 100% nella lotta. Credo che non avendo mai lottato per il campionato, gli avversari non mi considerassero in grado di lottare fino alla fine, invece il pacchetto Dovizoso-Ducati sta funzionando molto bene. Comunque è sbagliato parlare troppo di campionato, soprattutto perché parliamo di una stagione che vive molto sull'instabilità, quindi può cambiare tutto da un momento all'altro".

E ora c'è la gara di casa a Misano, dove si presenterà da leader: "Arrivare a Misano primo in campionato è qualcosa di surreale e di bellissimo, però sappiamo che non è una pista ottima per la nostra moto, quindi dovremo lavorare bene nel corso del weekend".

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