Dovizioso: "Nel 2015 il passo avanti più grande, ma poi le cose cambiano"
Il forlivese della Ducati pensa positivo, ma aggiunge: "Ora non possiamo più accontentarci. Ho un quadro più chiaro dopo le ultime 3 stagioni. Lavoreremo dall'interno per cambiare le cose".
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Gold and Goose / Motorsport Images
Andrea Dovizioso e la Ducati si apprestano a vivere il primo fine settimana di gara europeo del Motomondiale dopo le prime tre prove disputate oltreoceano. Il pilota forlivese, però, sa che dovrà affrontare una delle piste che peggio si sposano alle caratteristiche della sua Desmosedici 2017.
Nonostante questo presupposto, Andrea cerca di pensare positivo, perché dall'avvento delle Michelin le gare sono state rese meno scontate da un continuo lavoro di sviluppo sulle gomme da parte della Casa francese.
"Come sappiamo Jerez è una pista molto importante per capire la nostra competitività. nelle ultime stagioni qui abbiamo sempre fatto molta fatica, per questo è molto importante. A differenza dello scorso anno troveremo gomme che saranno migliori per noi. Lo saranno anche per gli avversari, ma credo soprattutto per noi. Lo scorso anno Michelin fece calare parecchio il grip della gomma posteriore dopo Jerez, invece qui abbiamo gomme diverse. Potremmo essere più competitivi e trovare meno limiti rispetto allo scorso anno".
"Si fa sempre fatica a fare pronostici perché da quando è rientrata la Michelin c'è una continua evoluzione delle gomme, quindi solo quando inizi a girare venerdì mattina ti rendi conto della velocità che puoi avere, dunque vedremo domani".
Dopo la fiducia che ha fatto trasparire nel suo primo intervento, Andrea ha spiegato quali sono le caratteristiche della pista andalusa che rendono difficile la vita ai piloti Ducati.
"Questa è una pista stretta e piccola per la MotoGP. Non è il massimo per la Ducati. Nel pimeriggio si alza molto la temperatura rispetto alla mattina e il grip cala. Poi ci sono curve lunghe e questa non è una delle caratteristiche migliori per la nostra moto".
Terminata l'analisi sul tracciato di Jerez, Andrea è tornato a parlare della situazione del team di Borgo Panigale. La Desmosedici, almeno al momento, non fornisce prestazioni all'altezza delle aspettative.
"Ci aspettavamo di più dalle nostre prestazioni nelle prime tre gare. A parte la sfortuna dell'Argentina, alla fine in campionato sarei potuto essere avanti, com'è capitato nelle ultime stagioni. Siamo quarti ma potevamo anche essere più avanti. Però a parte il Qatar non ci siamo giocati il podio e non possiamo essere felici. Sono state comunque gare importanti perché ci hanno fatto capire pregi e difetti della nostra moto, della nostra situazione e questo ci servirà per migliorare e capire cosa fare per migliorare".
"Fare dei test prima delle gare serve sempre, trovi piccoli dettagli che però non ti fanno fare troppa differenza. Nella nostra situazione non ci si gioca le vittorie. Quando devi fare solo piccole rifiniture tutto fa la differenza, per noi al momento non è così e fare test non cambierebbe troppo".
A rendere meno competitive le Ducati è arrivata anche l'assenza delle ali dovuta al nuovo regolamento tecnico. I guai della Desmosedici si sono rivelati piuttosto grossi in piste come Austin, ma l'assenza delle appendici aerodinamiche non sempre creerà lo stesso disagio ai piloti.
"In ogni pista sono successe cose diverse. Sin dal primo test ad Austin sono successe sempre cose diverse. Ad Austin abbiamo perso tanto senza le ali. Il risultato finale ci ha mostrato l'importanza dell'assenza delle ali. In certe piste perdiamo poco, in altre molto. E' una variabile incostante".
Poi, ecco spiegato perché la nuova carena non è ancora stata portata in gara: "Se non ti giochi il campionato per forza c'è frustrazione. Noi volevamo giocarci il campionato e non ci riusciamo. Non possiamo essere felici. Per quanto riguarda la carena, che non abbiamo ancora usato, c'è da capirne i pregi e i difetti. Se non l'abbiamo ancora usata vuol dire che i pregi non sono maggiori dei difetti".
"Noi siamo stati molto bravi a creare un'ottima base della moto nel 2015. Quello è stato il vero grande step in avanti. Poi fare i passi successivi è davvero complicato. C'è poi differenza riuscire a giocarsi le vittorie per tutto il campionato e il Mondiale stesso. Dal 2015 a oggi non ci siamo riusciti, è palese. Dopo 2 anni ho un quadro più chiaro della situazione e quindi vedo le cose in maniera diversa rispetto al 2015. C'era anche l'euforia per aver fatto un grande step, ma è normale. Ci vuole più tempo di quanto mi aspettassi. Internamente cercheremo di risolvere e migliorare la situazione".
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