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Dovizioso è sicuro: "Nel 2019 Ducati si giocherà il Mondiale. Abbiamo un'ottima base"

Il forlivese della Ducati ha confermato nell'ultima giornata di test a Jerez i feedback dati a Valencia sulle nuove componenti e si è mostrato ancora veloce con le coperture Michelin. Questo lo fa tornare a casa tranquillo e felice del lavoro svolto.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso è riuscito a chiudere i test di Jerez de la Frontera nella maniera desiderata, ovvero prendendo parte all'ultimo giorno di prove nonostante una mano acciaccata nella caduta di ieri pomeriggio e, soprattutto, confermando i feedback riguardo le nuove componenti della Ducati Desmosedici GP già provate nelle prove di Valencia di 2 settimane fa.

"Fortunatamente stanotte è andata bene e mi sono svegliato con meno dolore di ieri, quindi erano solo botte. Questo mi ha permesso di fare un test normale e un lavoro migliore di ieri. Oggi siamo riusciti a confermare il feeling avuto a Valencia, mentre ieri avevamo avuto delle difficoltà. Questo era importante e l'unico obiettivo che avevamo. Per quanto riguarda il materiale nuovo, dovevamo solo dare la direzione e i feedback, questi sono stati chiari in entrambe le piste e sia per quanto riguarda me che per quanto riguarda Danilo. Questo penso proprio che sia la cosa più importante dei test".

Dovi ha chiuso all'ottavo posto nella giornata odierna, ma ha terminato il proprio test con quasi 2 ore d'anticipo rispetto all'esposizione della bandiera a scacchi in quanto il programma preparato dalla Ducati era ormai completato. Per la cronaca, in quel momento Dovizioso era in testa, con altre tre Ducati nelle prime 5 posizioni. Eppure Andrea continua a dire di non guardare al cronometro, perché i suoi responsi contano molto meno rispetto ai risultati delle gare.

"Oltre a questo abbiamo confermato una buona velocità con gomme usate e questo è molto importante. I tempi di fine giornata contano molto poco perché siamo tutti molto vicini e dipende da come usi le gomme. Sono contento e torniamo a casa tranquilli. Logicamente stiamo cercando qualcosa di più ma i test della MotoGP sono così. Dobbiamo usare le ore giuste della giornata per provare poche cose ma nel modo giusto".

"Questi sono stati i migliori test invernali da quando sono pilota Ducati, ma è normale che sia così. C'è stata un'evoluzione continua e se lavori bene è normale che vada così. Non è scontato, ma è normale. Avere alti e bassi vuol dire che prendi decisione sbagliate, invece tutti i piloti Ducati dimostrano quanto siamo andati bene e il buon lavoro fatto".

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Ducati ha sviluppato un metodo di lavoro in cui può far provare diversi componenti a molti suoi piloti e questo può facilitare lo sviluppo della moto. Non è un caso che nelle due sessioni di test post-Mondiale le Rosse abbiano mostrato diverse cose interessanti, a partire dalle ali apparse sul codone delle Desmosedici di Alvaro Bautista e Danilo Petrucci.

"Stiamo provando tante cose. Il lato positivo è che, per come è strutturata Ducati, è in grado di gestire e seguire tutte le moto che sono in pista in un ottimo modo e questo dà la possibilità di provare tante cose. Dà anche la possibilità a tanti piloti di provare certe cose con alcuni piloti e altre con altri. Questo velocizza lo sviluppo. Bisogna stare attenti perché si può fare contusione, ma stiamo facendo un bel lavoro".

"Difficile dire se la Ducati sia la moto più competitiva. E' normale che i piloti avversari parlino della nostra moto come la migliore. Dicono sempre questo delle altre moto, credo sia una caratteristica dei piloti. Io ho corso con 3 moto differenti e posso dire che fino a quando non provi le altre moto non si può mai sapere come vanno. Alla fine contano solo i risultati delle gare. Ora abbiamo una base molto buona e quest'anno abbiamo dimostrato di averla in tante condizioni. Sappiamo però che ci giochiamo il campionato contro avversari fortissimi e dobbiamo continuare a lavorare".

"In questo momento abbiamo una buona base della moto e non dobbiamo fare grossi cambiamenti. Quindi non sono preoccupato nel prendere una direzione che possa essere sbagliata. Sono 6 anni che io e Ducati lavoriamo insieme e direzioni sbagliate non ne abbiamo mai prese. Magari siamo riusciti a risolvere del tutto alcuni problemi, ma direzioni sbagliate non ne abbiamo mai prese, che io ricordi. Non è questo che mi preoccupa, ma migliorare ciò che ci manca. Cerchiamo di migliorare i nostri lati negativi".

Dovizioso, inoltre, ha sottolineato ancora una volta come la Ducati possa lavorare su una base molto buona. La Desmosedici ibrida con cui i piloti di Borgo Panigale hanno lavorato a Jerez de la Frontera hanno dato ottimi riscontri così come le nuove componenti. Per questo motivo Andrea non ha nascosto il suo obiettivo e quello che tutti i ducatisti sperano in vista del 2019.

"L'anno prossimo per noi sarà un momento importante così come lo è stato il 2018. Ogni campionato fa storia a sé. Possiamo fare tanti discorsi, ma alla fine non contano nulla. Dobbiamo approcciare nel modo giusto la stagione e dobbiamo lavorare bene quest'inverno sia per quanto mi riguarda che per quanto riguarda la Ducati e arrivare pronti all'inizio della prossima stagione. Partiremo per giocarci il campionato sicuramente e partiamo da una base molto buona".

Da Valencia in poi, Andrea si è trovato a lavorare con un nuovo compagno di squadra. Partito Lorenzo verso altri lidi, il nuovo compagno di box del forlivese è Danilo Petrucci. I due hanno già iniziato a collaborare per sviluppare la moto, ma è ancora troppo presto per dare un giudizio sull'operato del ternano.

"Non è ancora possibile valutare l'apporto di Danilo. Quando avviene un cambiamento ci sono sempre pro e contro. Come ho già detto quando hai un campione come Lorenzo in squadra c'è sempre qualcosa di speciale che può torare fuori e avere input che sono sempre positivi. Ma a volte possono crearsi situazioni in cui si portano a casa meno punti in campionato di quanti si potrebbero avere. E l'obiettivo è vincere il campionato. Il lavoro che abbiamo fatto assieme con Danilo è stato molto tranquillo e abbiamo dato gli stessi feedback, ma non basta. Possiamo fare assieme un lavoro ancora migliore a partire dai prossimi test in Malesia assieme agli ingegneri. Vediamo se sarà possibile. Potrà farci bene a entrambi".

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