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Dovizioso da record a 356 km/h, ma: "Non siamo riusciti a lavorare"

Il forlivese ha accusato un problema al motore della sua Ducati, poi ha trovato una gomma morbida che non ha reso come sperato ed è solo 12esimo. Il botto di Pirro lo ha spaventato, ma non toglierebbe il dosso del Mugello.

Andrea Dovizioso, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Se il Mugello deve essere la gara del riscatto, sicuramente il weekend del GP d'Italia non è cominciato nel migliore dei modi per Andrea Dovizioso. Il pilota della Ducati arrivava in Toscana con grandi ambizioni, ma oggi si è dovuto accontentare di un 12esimo tempo che al momento lo tiene fuori dal gruppo dei piloti che domani avranno accesso diretto alla Q2.

Bisogna dire però che la sua sessione pomeridiana è stata molto sfortunata, perché prima è stato fermato da un problema al propulsore della sua Rossa. Poi, quando è saltato sulla seconda Desmosedici GP, ha dovuto fare i conti anche con una gomma soft che non ha reso come avrebbe sperato (ma era quella già scaldata fornita nell'allocazione dalla Michelin).

"Abbiamo avuto un problema al motore. Adesso stiamo guardando i dettagli per capire che cosa è successo e perché. E' una cosa che non deve, ma può capitare, anche perché era un motore che aveva un po' di chilometri. In ogni caso non è un grosso problema" ha detto "Desmodovi".

"Il più è che non siamo riusciti a lavorare oggi, perché con il tempo che ci era rimasto alla fine, abbiamo messo delle gomme a mescola morbida sulla seconda moto, perché volevamo fare la comparazione come da programma, ma non funzionavano. Non aveva senso per me fermarmi, perché non potevo usare altre gomme, perché altrimenti non le avevamo per domani e domenica. Questa è la cosa che mi fa essere un po' deluso ed arrabbiato perché abbiamo bisogno di lavorare per essere pronti per la gara" ha aggiunto.

Oggi il forlivese ha fatto anche segnare il nuovo record di velocità della MotoGP, andando a toccare i 356 km/h: "Fare i 348 o i 356 non cambia niente. Il problema è fare il salto alla San Donato senza ali, che è molto più pauroso da fare, perché la moto non è tanto stabile, perché non ha tanto carico davanti. Non usandole, ogni volta che ci arrivi sai che lo devi prendere in un certo modo e non puoi permetterti di sbagliare. Le prime volte che lo fai ti dici: mi fa questo effetto perché ho 32 anni o perché ogni anno andiamo più forte? Però i limiti fisici si sono estesi".

Ovviamente ad Andrea è stato chiesto del terribile incidente del collaudatore Michele Pirro, decollato ad oltre 300 km/h in staccata alla San Donato, fortunatamente con conseguenze che non sembrano troppo gravi. La visione di Dovizioso è molto simile a quella di altri colleghi.

"Non ho ancora chiesto nei dettagli se hanno capito cosa è successo, ma a vedere le immagini sembrava che non frenasse, magari perché aveva preso una sbacchettata. Poi non frenando, forse lui ha tenuto la leva premuta e ad un certo punto l'anteriore si è bloccato di scatto, quindi a quella velocità è successo quello che è successo. La dinamica ha creato un volo in aria pazzesco e non è stato bello vedere quelle immagini. E' davvero un peccato per Michele, ma fortunatamente sembra che stia bene, almeno da quello che ci hanno detto".

Anche a lui quindi è stato chiesto se non sarebbe il caso di rimuovere il dosso sul rettilineo di partenza, ma a differenza di altri piloti, pur ammettendo che è un tratto che a volte fa paura, non va toccato perché è molto caratteristico del tracciato toscano.

"E' vero che è abbastanza complicato da gestire quel punto, soprattutto quando sei in gara con degli altri piloti. Quando sei da solo, riesci a fare la linea che vuoi e sai gestirti. Quando sei in corsa e sei condizionato dagli altri e dalle scie, si complica molto. E' un po' pericoloso, ma è un punto spettacolare del Mugello. Va bene parlarne per cercare di migliorare alcuni aspetti, ma bisogna capire quando ha senso cambiarli".

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