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Dovizioso: "Con questa Ducati non mi sento il secondo di nessuno. E mi godo il momento"

Il forlivese centra la decima vittoria con la Ducati e sale al secondo posto nel mondiale piloti dietro a Marquez, sfatando Misano, pista avara di soddisfazioni per lui. Andrea sorvola sulle voci di chi voleva convincere Lorenzo a restare in Ducati per evitare inutili polemiche.

Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team

Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team

Gold and Goose / Motorsport Images

Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team, con la bandiera italiana
Il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Podio: il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Il vincitore della gara Andrea Dovizioso, Ducati Team
Andrea Dovizioso, Ducati Team

Andrea Dovizioso vince nella pista di Valentino Rossi. A Misano non aveva mai ottenuto grandi risultati, per cui questa vittoria, la decima con la Ducati, assume un valore molto particolare. Il forlivese è secondo nel mondiale piloti con un distacco di 67 punti sul leader spagnolo, ma in un colpo solo ha superato sia Rossi che Lorenzo. Lo spagnolo con la caduta mentre era all’inseguimento di DesmoDovi, esce di scena dalla lotta mondiale e dalla Ducati.

Il romagnolo non lo dice apertamente, ma è rimasto infastidito dalle voci di chi ha parlato del tentativo di non far andare alla Honda Lorenzo, facendo montare le voci più strampalate che in qualche modo ha alimentato la squadra stessa. Dovizioso vincendo il GP di San Marino si è ripreso in mano il team di Borgo Panigale, centrando una delle vittorie più belle…

“Sì è una delle migliori per come l’abbiamo ottenuta e per il momento in cui siamo nel campionato. C’è stata una bella risposta: ho lavorato veramente bene, guidavo in modo fluido perché non si poteva forzare, ma la dimostrazione è stata data dal gap con gli altri piloti, perché è davvero strano vedere Jorge cadere a fine gara. Diciamo che sono riuscito a mantenere una velocità… comoda”.

Hai disputato una gara eccezionale, ma come mai ci si continua a stupire per i tuoi exploit?
“Perché per alcuni conta solo come è andata l’ultima gara, ma sappiamo bene che non può essere così…”.

Sei secondo nel mondiale e hai vinto due delle ultime tre gare Ducati. Ad Aragon proseguirete il momento positivo?
“Ad Aragon mi aspetto di essere veloce, però sulla carta è un’altra pista adatta a Jorge e mi immagino che voglia rifarsi in fretta, tanto più che l’anno scorso era andato molto forte. Ma, soprattutto, mi aspetto un Marc molto forte con la Honda. Lo spagnolo negli ultimi tre anni ha imparato a gestire il campionato: decide lui quando attaccare, ma sa risparmiarsi perché non dà più la vita per vincere. Quando ci sono le condizioni ci prova, altrimenti sta lì attaccato come oggi. Questo comportamento nel tempo ha pagato e lui ha imparato perché non era così. Ricordo che ad Aragon ci sarà un grosso problema di gomme”.

Dopo la pole di Jorge ti hanno dato fastidio i rimpianti Ducati per il maiorchino?
“La domanda è giusta, ma se rispondo con quello che penso scoppia un casino e allora limitiamoci a parlare del bello di questo weekend. Verrebbe fuori un polverone e non credo che sia il momento”…

Jorge è considerato un campionissimo anche quando sbaglia, mentre tu devi sempre dimostrare qualcosa…
“Sai perché succede? Perché la gente mi ha visto per alcuni anni in un certo modo e negli ultimi anni in un modo diverso e, forse, per questo dà più importanza a Jorge. Lui è riuscito a vincere relativamente presto con la Ducati, ma la maggior parte delle persone non conosce certi dettagli e sente spesso tante cavolate. E in ogni caso non deve sapere cosa succede all’interno di un team”.

“Ha sentito certe cose, ma sai che non si realizzeranno per cui ci passi sopra, e cerchi di stare concentrato per ottenere i migliori risultati perché contro Marc è dura. Perché Marquez è lì anche in quella che potrebbe essere sembrata una giornata no. Secondo me adesso stiamo lavorando in modo giusto, cercando di migliorare la moto per essere più competitivi possibili, senza pensare al campionato, ma è tutto lavoro che sarà buono per il prossimo campionato”.

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L’anno scorso a Misano non c’era Valentino ed è toccato a te difendere l’onore locale, quest’anno Rossi c’era, ma il Valentino sei stato tu: adesso il Santa Monica è casa tua?
“No, adesso non esageriamo. Rimane la casa di Valentino. Anche perché non è mai stata una pista nella quale ponevo grandi aspettative perché ho sempre fatto fatica, non è un tracciato che amo, ma è stato bellissimo vincere qua perché c’è stato un bel mix fra me e la Ducati, per il lavoro che abbiamo svolto insieme. Sono entrato in trance con la moto”.

Ti senti la prima guida Ducati?
“Non mi sento secondo di nessuno da quando sono in Ducati. Sono solo alcuni giornalisti che mi vedono così, ma non è un mio problema. Mi hanno visto correre in un certo modo e poi non accettano l’idea che sia cambiato, migliorato, maturato. Anche se ho ancora molte cose da imparare. Non si finisce mai di crescere…”.

La strategia l’avevi preparata prima della gara?
“La gara non l’avevo pensata così: l’obiettivo era controllare Jorge e preservare le gomme. Poi dipendeva da come andavano gli altri e come mi sentivo io. La strategia l’ho decisa in gara e ammetto di aver giocato un po’ con i tempi per vedere qual era la reazione degli altri piloti e così sono riuscito a gestire il gap…”

Jorge quando lo hai passato aveva un problema o ha fatto un errore…
“Non lo so, quando l’ho passato non era al 100% per cui è strano vederlo così, perché di solito cerca di andare via. È possibile che avesse qualcosa, perché sull’anteriore non si potevano tirare le frenate, e bisognava adeguarsi di conseguenza”.

Alla fine stavi controllando la corsa?
“Andavo al mio passo, ho alzato il ritmo di un paio di decimi ma non volevo forzare le staccate sull’anteriore. Jorge quando mi stava venendo a prendere stava andando molto veloce, ma si è preso un rischio. Non aveva senso fare errori, per cui io mi sono limitato a rispondere agli attacchi”.

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