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Darryn Binder: “La MotoGP è l’occasione della vita, non ascolto le opinioni”

Darryn Binder debutterà quest’anno in MotoGP, passando direttamente dalla Moto3 alla classe regina tra le numerose polemiche. Oggi si è presentato ufficialmente insieme al suo team, WithU Yamaha RNF, ed è pronto a smentire chiunque in questo momento ha dei dubbi sul proprio potenziale. Il sudafricano correrà con il pilota più anziano della griglia e conta di fare tantissima esperienza al suo debutto, lasciandosi alle spalle il malcontento di molti.

Darryn Binder, RNF Racing

Foto di: RNF Racing

L’annuncio del debutto di Darryn Binder in MotoGP aveva lasciato perplessi in molti, il pilota sudafricano sarebbe passato dalla Moto3 alla classe regina senza disputare nemmeno una stagione in Moto2. La situazione era poi precipitata a Portimao, dove un incidente in gara aveva impedito a Dennis Foggia di lottare per il titolo fino alla fine con Pedro Acosta. Le polemiche hanno sommerso Binder, che nel 2022 debutta in MotoGP con il team WithU Yamaha RNF.

L’ex team Petronas, sempre gestito da Razali, ha scommesso sul giovane sudafricano, che arriva in MotoGP guidando la M1. Ma in attesa di vedere Binder in azione, nello shakedown che precede i test in Malesia all’inizio di febbraio, la squadra ha tolto i veli alla moto che verrà affidata a lui e al suo compagno di squadra Andrea Dovizioso. Darryn Binder avrà dunque l’occasione di condividere il box con il pilota più anziano e più esperto della griglia, pertanto l’entusiasmo di cominciare a lavorare sulla moto è palpabile.

Nel giorno in cui vengono tolti i veli alla M1 del team WithU Yamaha RNF, Darryn Binder si mostra sorridente e motivato, pronto a mettersi al lavoro e affrontare la sua prima stagione in MotoGP. Il rookie è determinano a far bene e si lascia alle spalle le opinioni di chi non lo ritiene pronto né all’altezza della classe regina. Binder inoltre avrà al suo fianco suo fratello Brad, che pur correndo con un team diverso, gli sarà di grande aiuto. 

Ci sono state tantissime discussioni sul passaggio dalla Moto3 alla MotoGP, un po’ come era successo con Jack Miller. Come approcci a questa stagione e come ti stai preparando per questa accoglienza difficile? Stai lavorando con un mental coach per essere pronto?
“Ovviamente per me è un sogno che si realizza. Tutti vogliono correre in MotoGP un giorno, quindi quando si presenta l’opportunità non puoi rifiutarla. È la più grande occasione che io abbia mai avuto in tutta la mia vita, quindi l’ho colta. Chiaramente ci sono state diverse reazioni e molti commenti differenti, ma quando lavori tanto e qualcuno ti offre un’opportunità del genere non puoi non coglierla. Sono felicissimo di essere in MotoGP, non mi interessa davvero cosa dice certa gente. Non ho un mental coach, non ne ho davvero bisogno, sono una persona perfettamente felice e non mi occupo delle stupidaggini. Approccerò questa stagione come ogni altra, ovviamente cambierò qualcosa per quel che riguarda l’allenamento, ma ho fatto una off season normale in Sudafrica. Alla fine si tratta di una moto, con due ruote”.

In MotoGP non avrai solamente dei fan che erano contrari al tuo arrivo, ma anche alcuni addetti ai lavori e piloti stessi. Come convincerai i tuoi colleghi del fatto che meriti la MotoGP?
“Ma alla fine devo solamente scendere in pista e fare il mio lavoro, che consiste nel correre e fare del mio meglio. Ovviamente voglio lasciarmi alle spalle tutte le cose negative e guardare avanti. Sarà difficile dopo lo scorso anno, in cui ho commesso un errore. Ma io andrò in pista e farò del mio meglio, spero di poter avere belle gare e battaglie con gli altri piloti”.

Rispetto agli anni scorsi, cosa hai cambiato della tua preparazione fisica?
“Quando sono tornato in Sudafrica ho iniziato un nuovo programma di allenamento con un nuovo allenatore. Mi sono concentrato di più sull’acquisizione della forza fisica per guidare una moto più grande. In questo senso sto facendo più palestra di quanta ne facessi prima. Devo tirare fuori il meglio di me e arrivare più forte che posso. Mi devo abituare a una moto più grande. Mi sono divertito durante questa off season, ora scenderò in pista per un paio di giorni di test, lavoreremo passo dopo passo”.

Chi ti conosce dice che sei una persona gentile. Ma la tua immagine pubblica è un po’ diversa da quella che descrivono le persone che ti conoscono.
“Non so perché avvenga questo, le persone che mi conoscono, sanno come sono. Venendo dal Sudafrica e non conoscendo troppe persone, tengo i miei amici molto stretti ed è normale che ognuno si faccia un’opinione. Ma non posso essere infastidito da questa cosa, le persone che mi sono vicine continuano a motivarmi e tenermi il morale alto”.

Quando ti hanno proposto la MotoGP, ti sei chiesto ‘perché a me’? Ti sei fatto questa domanda?
“Non me lo sono chiesto per niente. Ho detto ‘grazie, sono pronto!’. A parte gli scherzi, credo che questa sia più una domanda da fare al reparto management. Per quanto mi riguarda, il piano originale era di stare in Moto3 con Petronas e proseguire il percorso, andare in Moto2 e poi vedere se riuscivo ad arrivare in MotoGP. L’anno scorso tutto è cambiato, hanno creduto in me e mi hanno dato questa opportunità e devo sfruttarla al massimo. Spero di dimostrare loro che la scelta che hanno fatto è stata giusta”.

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Si dice che il primo avversario è il tuo compagno di squadra. Ma tu hai anche tuo fratello in MotoGP. Cambierai il detto affermando che il tuo primo avversario è tuo fratello?
“Al 100%! Alla fine io e Brad corriamo insieme, passo dopo passo vedremo. Ma chiaramente questo è l’obiettivo!”

Qual è il tuo sentimento nel correre con tuo fratello?
“Sarà davvero incredibile correre con mio fratello, corriamo insieme da quando eravamo piccoli in Sudafrica. Abbiamo trascorso insieme due anni in Moto3, ma io ero molto novello e avevo tante cose da imparare. Ma non abbiamo mai avuto l’occasione di lottare insieme a questo livello, quindi sarà sicuramente una cosa speciale”.

Passi dalla Moto3 alla MotoGP, ma il tuo compagno di squadra è un pilota di grande esperienza. Ti ascolterà e ti aiuterà? Inoltre hai tuo fratello, gli farai domande e gli chiederai consigli? Preferisci rivolgerti ad Andrea Dovizioso o Brad Binder?
“Se cerco informazioni buone sul setup e cose riguardanti la MotoGP, la miglior persona con cui posso parlare è Andrea, perché è nel mio stesso team, con la mia stessa moto e ha tantissima esperienza. Ovviamente posso parlare anche con mio fratello, ma lui guida una moto completamente diversa. Nell’insieme sarà bello parlare con lui della MotoGP in generale, per esempio sulle gomme. Ma da parte mia sarà meglio parlare con Andrea, è nel mio stesso box e le nostre moto sono simili, non vedo l’ora di condividere il box con lui e imparare da Dovizioso”.

Razali ha detto che la manovra è stata un grande rischio e tu hai affermato che hai colto subito l’occasione. Ma durante la trattative c’è mai stato un momento di dubbio?
“È stato sicuramente un grande rischio, non si tratta di quanto velocemente arrivi in MotoGP, ma quanto ci resti. Quando ci arrivi, vuoi rimanerci più tempo possibile, ma io non avrei mai potuto rifiutare un’offerta del genere. È sempre stato il mio sogno, e anche quello di tante altre persone.

Tutti ti comparano con Jack Miller, ma ci sono stati tanti altri piloti che hanno corso poco in Moto2 ma hanno fatto bene in MotoGP, come Vinales o Mir. Guardi a loro come un esempio?
“Guardando loro, Miller ha saltato un passaggio ma le circostanze sono state diverse. Altri piloti hanno corso in Moto2 un anno e poi sono andati forte, anche pensando a Raul Fernandez. Ovviamente mi motivano. Credo di potercela fare e di poter andare veloce”.

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