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Analisi

Come cambia l’inizio della stagione con l’assenza di Marquez?

La decisione di Marc Marquez di non disputare le prime due gare della stagione MotoGP denota un’evoluzione della sua veduta delle gare, oltre ad avere implicazioni nel resto del team e dei rivali in griglia di partenza.

Marc Marquez, Repsol Honda Team

Foto di: Repsol Media

Il comunicato diramato da HRC lunedì a mezzogiorno ha colto di sorpresa la maggior parte del paddock, che dopo gli ultimi test di Marc Marquez al Montmelo e a Portimao dava per scontata la partecipazione dello spagnolo alla gara inaugurale della stagione questo fine settimana a Losail. Joan Mir ha incontrato Marquez la scorsa settimana nella palestra dell’hotel in Qatar, dove il catalano si era recato per la somministrazione della prima dose del vaccino contro il Covid. Lì lo aveva visto allenarsi duramente e questa cosa lo aveva portato a convincersi dell’imminente rientro. Nel podcast ‘Por Ojeras’ di Motorsport.com il campione del mondo in carica aveva affermato: “L’ho visto bene, sicuro correrà”.

Sulla stessa linea erano anche Fabio Quartararo e Valentino Rossi, tanto per citare due nomi che avevano scommesso sulla sua presenza in griglia di partenza domenica. Tuttavia, nessuno di loro (e di noi) aveva accesso alle visite mediche che venivano svolte e lo spagnolo ha optato per la via meno rischiosa, prendendo una decisione che porta con sé degli aspetti interessanti che non devono passare inosservati.

Innanzitutto, nessuno mette in dubbio il fatto che questo sia un Marquez diverso da quello che conoscevamo prima del calvario che ha vissuto negli ultimi otto mesi, trascorsi a recuperare dall’infortunio al braccio destro. Sembra quasi un’ovvietà pensare che nelle stesse circostanze i cui si trova in queso momento, ‘quel Marc’ avrebbe deciso di correre in Qatar. Ma all’epoca non aveva vissuto quelle difficoltà da cui è sul punto di uscire fuori.

A Jerez, Marquez aveva deciso di tornare in moto solo quattro giorno dopo il primo intervento all’omero, secondo quanto detto successivamente, perché i medici non sono stati in grado di frenarlo. La via crucis che ne è seguita lo ha portato ad ascoltare rigidamente le raccomandazioni dei medici che lo hanno operato l’ultima volta, a dicembre. Ora chiedono pazienza affinché l’osso finisca di consolidarsi e stavolta Marc obbedisce. Sarà interessante verificare se questo cambio di veduta possa avere un impatto sugli altri piloti che hanno un infortunio simile, che vogliono operarsi e, di conseguenza, prendersi un periodo di riposo.

Franco Morbidelli è probabilmente uno dei piloti più lungimiranti del panorama attuale in MotoGP. Quando qualche settimana fa gli è stato chiesto dell’impatto che l’infortunio avrà su Marquez, ha risposto con una riflessione molto interessante: “Quello di Marc è uno degli infortuni più gravi che abbiamo visto in uno sportivo. Non ci sono stati molti sportivo di alto livello che si perdessero una stagione intera. Mi metto nei suoi panni, non so giudicare il dolore che ha patito, ma sicuramente ciò che ha dovuto passare a livello mentale. Un episodio del genere ha ripercussioni sulla mente, perché le persone ricordano i momenti difficili e provano a non ripeterli, anche se in modo incosciente”.

Amnche se il pilota del team Petronas faceva riferimento diretto al tipo di ‘animale’ che si vedrà in sella alla RC213V, la decisione di rimandare il rientro porta a pensare che Marquez abbia imparato dall’errore commesso e che lo ha portato in una situazione che non vuole più rivivere. Nonostante si senta bene fisicamente e ogni giorno più forte a livello muscolare, saranno i medici a doverlo autorizzare a gareggiare; l’ok potrebbe arrivare a Portimao, terza gara della stagione in programma il 18 aprile, dopo le visite mediche a cui si deve sottoporre il lunedì precedente.

Questa assenza avrà ripercussioni non solo in HRC, che dovrà ricorrere nuovamente a Stefan Bradl. Anche gli altri team e piloti saranno in qualche modo influenzati dall’assenza dell’otto vole campione del mondo, che in maniera indiretta ora dà un vantaggio. Dipenderà da loro trarre beneficio da questi due zeri, minimo, che appariranno nella classifica generale a fine stagione. Lo scorso titolo è stato deciso per 13 punti e iniziare con uno svantaggio di 50 dovrebbe essere determinante per chiunque ambisca al mondiale. La realtà è che Marquez non è uno qualunque, come ha dimostrato durante la sua carriera, quindi nessuno dovrebbe commettere l’errore di tagliarlo fuori dalla lotta. Soprattutto se consideriamo il fatto che il livello di pressione che avrà sarà inversamente proporzionale a quello dei suoi rivali, costretti a trarre il massimo rendimento durante l’assenza del grande dominatore dell’ultimo decennio. Se a fine anno riuscisse a conquistare il suo settimo titolo nella classe regina, sconfiggerebbe in maniera defininitva i suoi rivali in pista.

Come lui stesso aveva sottolineato in una sua analisi della scorsa stagione, inseguire non è la stessa cosa di essere inseguiti. Molto meno quando da dietro arriva un pilota come Marc Marquez, una tirge che quando tornerà a correre avrà dieci mesi di stop alle spalle. È la peggiore delle minacce per i suoi rivali e la migliore notizia per i suoi tifosi.

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