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Caso motori: Yamaha ritira la richiesta di intervenire

Stando a quanto raccolto da Motorsport.com, il team di Iwata ha rinunciato alla domanda di intervento sui suoi motori a causa delle remore manifestate dagli altri costruttori con Honda in prima linea.

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Gold and Goose / Motorsport Images

Alla storia legata ai motori Yamaha 2020 si aggiunge un altro, importante capitolo. Stando a quanto appreso da Motorsport.com, nella giornata di ieri Yamaha ha ritirato la sua richiesta di aprire i propri motori per risolvere i problemi di affidabilità che l'hanno colpita nelle prime gare della stagione 2020.

Il team di Iwata aveva chiesto agli altri costruttori il permesso di sbloccare i propri motori colpiti da un problema di produzione delle valvole. Questo movimento, sosteneva yamaha, sarebbe stato fatto per motivi di sicurezza, ossia unica prerogativa del regolamento per poter intervenire sui motori sigillati.

una settimana dopo, però, alla nuova riunione dei costruttori avvenuta ieri, la Casa giapponese ha deciso di ritirare la sua richiesta. Motorsport.com ritiene che le argomentazioni presentate da Yamaha agli altri costruttori non siano state sufficientemente convincenti.

Come vi abbiamo detto giorni fa, la fonte del problema che ha rotto i motori di Valentino Rossi e Franco Morbidelli a Jerez de la Frontera e che ha portato Maverick Vinales a ricorrere alle 5 unità motrici disponibili per questa stagione secondo regolamento, si trova nelle valvole del motore della M1. Ma non in tutti.

Si è scoperto che Yamaha ha usato due diversi fornitori di valvole per coprire le 20 moto prodotte per il percorso 2020 (5 per moto, per 4 moto in griglia).

Le analisi dei motori che si sono guastati hanno concluso che le valvole di uno o entrambi i fornitori sono i pezzi che si rompono. Gli altri membro della MSMA (associazione dei costruttori) hanno chiesto a Yamaha un documento in cui il fornitore supponeva che queste parti avessero effettivamente un difetto di fabbricazione. Ma questo non è arrivato.

Di conseguenza, e visti gli ostacoli posti dalle altre Case (soprattutto Honda), Yamaha ha deciso di ritirare la sua richiesta.

Logicamente, da ora in poi, Yamaha dovrà correre e far ruotare i motori che sono rimasti a disposizione dei propri piloti, che sono già al di sotto del potenziale massimo.

Normalmente, le unità meno "sicure" verrebbero utilizzate nel corso delle prove libere, mentre quelle nuove e più affidabili sarebbero usate per qualifiche e gara.

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